Mi guardai allo specchio e strinsi la mascella. Uscii dalla stanza e corsi incontro a Simon abbracciandolo.
«Hanna» disse un po' sopraffatto «che affettuosa oggi!»
«Ho bisogno di qualcuno con cui parlare. E tu in questo sei il migliore» ammisi stringendolo per qualche ulteriore secondo a me.
«Perché non ne hai parlato con Thomas, di qualunque cosa si tratti?»
«Thomas...non è con lui che voglio parlarne» sussurrai avviandomi fuori dall'appartamento.
«Cos'è successo?» chiese quando fummo in macchina. Strinsi i pugni e sospirai profondamente.
«Sabato è successa una cosa» cominciai parlando a bassa voce.
«Sabato? Perché non mi hai chiamato ieri? Sarei venuto!» annunciò.
«Non ce l'ho fatta ieri» dissi trattenendo le lacrime.
«Hanna...dio è grave. Okay, parla»
«Sabato sono stata a cena dai miei, con Mike. È andato tutto bene, lui è piaciuto molto ma...» mi bloccai, Simon si girò per guardarmi ed annuí semplicemente, afferrandomi la mano.
«Ci siamo avviati a casa e in macchina abbiamo parlato della serata. Di nuovo mi ha detto che mi ama e...»
«Di nuovo?» mi interruppe scioccato.
«E io gli ho detto che non sono ancora pronta. Mi ha pregato di amarlo» continuai senza badare alla domanda di Simon «Poco dopo mi sono risvegliata sul letto, mi ero addormentata in macchina, e di nuovo ha cominciato a dirmi che mi ama e ha detto che se volevo stare con lui dovevo amarlo» dissi bloccandomi di nuovo «Ma è stato aggressivo quando me lo diceva»conclusi espirando.
«Cosa? Aggressivo? Ti ha fatto del male?» domandò agitandosi sul sedile e tentando di osservarmi per capirlo da solo.
«No. Mi ha solo...stretto i polsi» risposi con un filo di voce.
«Merda Hanna. Non puoi stare con lui» mi scese un brivido lungo la schiena ed in un attimo il cuore cominciò a martellarmi forte nel petto.
«Ma io voglio stare con lui. Tutti fanno errori Simon» dissi cercando di convincere più me stessa che lui. Volevo continuare a stare con Mike perché sapeva rendermi felice ed era l'unico motivo per cui non pensavo a Nate. Riuscivo a vedere Nate come un semplice amico, perché provavo qualcosa per Mike e non volevo tradirlo. Era una distrazione. Non potevo perderlo.
«Farti del male non può essere considerato errore perdonabile»
«Cristo Simon. Non mi ha fatto male!» gli dissi indispettita.
«Perché ti incazzi con me ora? Non avevi paura di lui, fino a pochi secondi fa?»
«Non mi incazzo con te! Semplicemente può capitare che una persona faccia qualcosa del genere. Deve essere davvero frustrante amare una persona che non ti ama. L'ha fatto solo per questo, e io sono in grado di perdonarlo»
«Non penso che per farsi amare una persona debba ricorrere alla violenza. È solo una stronzata che ti sei inventata tu per continuare a stare con lui» dichiarò sicuro di se, quasi leggendomi nel pensiero.
«Ovvio che voglio continuare a stare con lui. Mi fa stare bene»
«Ma anche io ti faccio stare bene, e Thomas, Nate...»
«Cosa c'entrano loro? Sono solo miei amici»
«Anche Mike potrebbe solo essere tuo amico, e farti comunque stare bene. A te non piace Hanna, hai solo bisogno di qualcuno che si possa definire tuo fidanzato, perché sei stanca di essere "la ragazza facile"»
«Non sei il mio cazzo di psicologo» mormorai stringendo lo zaino appoggiato sulle ginocchia.
«Non lo sono. Ma sono abbastanza sveglio da capire che per Mike non proverai mai nulla che si possa avvicinare all'amore, perché già ti piace qualcun'altro. Non so chi, ma senza dubbio quel qualcuno non è Mike. Stai con lui per non pensare a quella persona. Non c'è altra spiegazione» ribattè osservandomi, quando parcheggiò.
«Forse non proverò mai amore per Mike, ma ciò che provo per lui non è solo un sentimento di amicizia. E no, non mi piace nessun'altra!»annunciai scendendo dall'auto.
«Ti va di stare con lui perché ti piace come riesci ad odiarlo e provare qualcosa per lui tutto in uno. Vuoi capire cos'è che odi di lui» mi disse bloccandomi.
«Perchè pensi di sapere tutto? Cosa sei? Un indovino? Lasciami in pace! Voglio solo stare con Mike!»
«Lo so perché me l'hai detto tu!»
«Cosa? Quando?» domandai sconvolta.
«Quella volta che sono venuto a casa tua disperato, per Mary. Quando ti stavi addormentando l'hai sussurrato» mi rispose guardandomi serio.
«Non ho dormito quel pomeriggio» affermai sicura.
«Invece sì. Per poco, ma hai dormito» disse, facendomi tornare alla mente il ricordo del veloce pisolino che avevo fatto quella sera. Aveva detto la verità, ma dargli ragione sarebbe stato frustrante. Vorrebbe dire che avevo detto veramente quelle cose, e io non le pensavo. Nè mai le avevo pensate. Eppure, concentrandosi bene su quel momento, qualcosa di questo genere gliel'avevo detto. Avevo veramente pensato una cosa così.
Senza sapere cosa rispondere a Simon, mi allontanai a passo deciso verso l'ingresso della scuola e, quando notai Mike, sospirai.
«Mike!» urlai salutandolo con la mano. Mi guardò confuso e poi si avvicinò a me.
«Hanna...» mormorò insicuro «pensavo non volessi più avere a che fare con me» ammise.
«Effettivamente ciò che hai fatto non è stato molto piacevole. Ma penso che tutti fanno errori, e io voglio stare con te. Non mi importa se mi hai ferita, solitamente sai rendermi felice ed è questo che conta. Se sei pronto a stare con me anche se non ti amo, io...»
«Voglio anche io stare con te. Sono così felice che tu mi abbia perdonato!» ammise sorridendo. Mi prese i fianchi e mi baciò sulle labbra. Un brivido mi scese lungo la schiena, inizialmente pensai fosse di piacere, ma quel brivido era di paura. Avevo paura del tocco di Mike.Finite le lezioni Il mio ragazzo mi propose di passare il pomeriggio a casa sua, a studiare.
«Certo» risposi sorridendo. Ma non volevo. Avevo così paura a rimanere sola con lui. Che cosa mi prendeva? Se avevo tanta paura di lui, perché non lo lasciavo e basta? Forse Simon aveva ragione, volevo solo scoprire per quale motivo lo odiassi. E sicuramente il sentimento di paura c'entrava. A Simon avevo detto una cosa giusta, quel pomeriggio. Avevo pensato bene.Entrammo nella enorme villa di Mike dandoci baci e accarezzandoci, fino a sdraiarci sul divano. Le sue mani sul mio corpo col tempo cominciarono a farmi l'effetto che mi facevano in passato. Ma la paura continuava ad esserci. Mi prese per i polsi e li spinse dietro alla mia testa, per baciarmi. Immediatamente mi tornò in mente la scena del sabato.
«Mollami» mormorai cercando di allontanarmi «Mollami cazzo!» urlai spingendolo via, inconsciamente.
«Cosa c'è? Pensavo mi avessi perdonato» disse deluso.
«È così. Scusa io...forse ci vuole un po' di tempo» dissi sorridendogli.
Volevo solo allontanarmi da lui, ma non riuscivo a dirglielo, nè a farlo. La curiosità di sapere il motivo per cui lo odiassi sempre un po' era più forte della mia paura.
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Paura di amare
RomanceDue persone completamente diverse. Entrambe spaventate dall'amore. Ognuno ha paura dell'altro, eppure l'uno é la salvezza dell'altro. Hanna ha un presente perfetto, i ragazzi le cadono ai piedi, ha buoni rapporti con i genitori e gli amici, solo un...