Aprii gli occhi e mi voltai verso il comodino, per afferrare il telefono. La prima cosa che notai fu un messaggio da Mike. Mi alzai di scatto continuando a guardare lo schermo, speranzosa che non mi avesse fatto alcuna domanda. Fui sul punto di sbloccare il telefono quando qualcosa mi tocco la gamba. Emisi un piccolo urletto facendo cadere il telefono sul materasso e diedi un occhiata alla mia destra, vedendo steso accanto a me Nate.
«Hanna che c'è?» mi domandò, con la voce ancora impastata dal sonno. In quel momento mi tornò in mente la sera prima: Nate, appena tornato da lavoro, venne nel mio appartamento e ci dirigemmo in un bar per passare un po' il tempo. Mi ubriacai e per questo non ricordavo del fatto che avesse dormito con me.
«Niente» sussurrai semplicemente, alzandomi dal letto per dirigermi in bagno. Non appena raggiunsi la meta mi guardai allo specchio, schifandomi per l'ennesima volta del mio riflesso. Mi risciacquai la faccia e mi sistemai, preparandomi per la scuola. Anche Nate fece lo stesso e quando fu pronto entrammo insieme nell'edificio, per poi dirigerci ognuno nella propria aula. Come al solito, quando varcai la porta della scuola, tutti gli occhi delle ragazze si puntarono sulla splendida figura di Nate e, successivamente, sulla mia, dando il via ai sussurri alle orecchie delle compagne.
Nate era senza dubbio uno dei ragazzi più belli della scuola, era strano infatti non l'avessi mai notato prima della mia conoscenza con Thomas, al contrario di tutte le altre ragazze. Però, nonostante fosse tanto ambito, non aveva mai avuto una relazione con alcuna ragazza, per quel che ne sapevo, né ci aveva mai provato con nessuna, e questo era strano.Entrai in classe e mi sedetti vicino a Sophia, che si trovava dietro ad un gruppo di ragazze che parlavano silenziosamente di gossip. La abbracciai salutandola e notai che era un po' preoccupata, ma non ci diedi molto peso, semplicemente perché ultimamente era un po' in ansia. La scuola stava per finire, mancavano ormai meno di due mesi, e lei aveva di media C, giudizio che ai suoi genitori non andava bene, e così ultimamente studiava molto, preoccupata e in costante ansia per ogni test.
Anche io avevo C, ed effettivamente neanche io non mi accontentavo di un voto del genere, volevo arrivare alla B, almeno agli esami.
«Come stai?» mi domandò, ancora con la preoccupazione sul volto, spezzando il contatto che c'era tra di noi fino a pochi secondi prima.
«Bene tu?» chiesi sorridendo.
«Bene. Al bar ieri eri parecchio sbronza» mi disse, di risposta, cambiando discorso. Sperai, come ogni volta che ero stata ubriaca, di non aver combinato nulla.
«Cos'ho fatto?» domandai, ancora abbastanza tranquilla.
«Niente» rispose cambiando improvvisamente umore, fingendosi allegra con un sorriso sul volto. Con questo comportamento mi preoccupò, ma, come lei, non lo diedi a vedere. Molto probabilmente avevo detto o fatto qualcosa di sbagliato e lei non voleva dirmelo, o forse era semplicemente una mia impressione. In ogni caso, non avrei fatto domande, non volevo sapere i miei disastri da sbronza.Le ore di lezione passarono molto lentamente, ma appena finite decisi di andare da Amy, per passare il pomeriggio insieme.
Era da un po' che non ci sentivamo, e sicuramente avevamo molte cose da dirci, o almeno, io di sicuro.
Nonostante volessi alzare la mia media scolastica, avrei cominciato a studiare un po' più avanti, e i giorni ancora liberi volevo passarli al meglio.
Salii in macchina e chiamai Amy per chiedere se a lei andasse bene che le facessi visita, e ricevetti da parte sua una risposta positiva.Non appena fui a casa sua la salutai con un caloroso abbraccio ed entrammo nella sua camera, evitando suo fratello che si trovava in corridoio. Ero ancora innervosita per ciò che aveva detto su Amy, e sicuramente non l'avrei degnato neanche di uno sguardo.
Non appena la porta della stanza fu chiusa raccontai di Nate e di cosa provassi per lui, finalmente liberandomi di tutte le parole e i pensieri che mi frullavano in testa da tempo. Amy stette ad ascoltare ogni mia parola con attenzione, probabilmente stupita dal fatto che fossi interessata ad un ragazzo in quel modo.
«Quando lo vedo Amy...mi sento strana. Quando sorride, mi soffermo a guardarlo, incantata. È così bello Amy. Ogni volta che mi abbraccia, che mi tocca, sento la pelle bruciare, mi beo del suo tocco sperando che non mi molli più. Quando mi guarda negli occhi ho così tanta voglia di baciarlo, che ogni tanto penso addirittura di poter cedere ed avventarmi sulle sue labbra» annunciai, giocherellando con una ciocca di capelli, stupita delle mie stesse parole, ma in fondo era semplicemente la verità.
Ormai non potevo più vedere Nate come un'amico, non potevo non osservarlo quando sorrideva senza pensare lo voglio baciare, non potevo non rimanere incantata a guardarlo.
«È così difficile ammetterlo per me Amy. Ma lui mi piace così tanto. Mai ho provato qualcosa di così...forte per un ragazzo. Ogni tanto lo vedo e sento un nodo allo stomaco» a queste parole la mia amica sorrise compiaciuta, prendendomi la mano.
«Ti stai innamorando» mormorò osservandomi. Scossi la testa ed afferrai un cuscino con la mano libera, stringendolo a me.
«Forse sí» ammisi, più a me stessa che a lei.Quando tornai nel mio appartamento mi sentii incredibilmente libera. Avevo ammesso ogni mia paura, sentimento e pensiero, liberando la mente.
Mi diressi in bagno con un passo di danza ed accesi l'acqua della doccia, decisa a lavarmi e rilassarmi sotto il getto caldo.
Mi levai i vestiti ed accesi il telefono, per far partire la musica. Non appena lo sbloccai mi ricordai del messaggio di Mike ricevuto la mattina, ancora non letto. Aprii con velocità whatsapp entrando sulla chat di Mike e lessi ciò che mi aveva scritto.
La risposta mi va bene pure adesso, ma speravo in un sí. So che posso sembrarti pazzo, a chiedere alla mia ex di venire alla mia festa, ma non vorrei perdere i rapporti con te, sei una bella persona.
Rilessi il messaggio più volte. Non mi sarebbe dispiaciuto essere sua amica, ma proprio non ce la facevo. Quando lo vedevo, la sua figura veniva sostituita da quella di Richard, e una cosa del genere non potevo sopportarla. Dopo aver preso coraggio, e dopo vari secondi di riflessione, mi decisi su cosa scrivergli.
Mi dispiace Mike. Non posso proprio. Non posso venire alla tua festa. Non posso rivolgerti parola. Non posso riallacciare i rapporti con te. Non posso esserti amica. Non ce la faccio proprio.
Scritto ciò entrai nel box della doccia, ancora più rilassata di prima.
Forse ero finalmente riuscita ad allontanare Mike dalla mia vita, e di conseguenza pure Richard. Forse, finalmente, avevo tolto a quest'ultimo la possibilità di rovinare il mio presente e futuro.
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Paura di amare
RomanceDue persone completamente diverse. Entrambe spaventate dall'amore. Ognuno ha paura dell'altro, eppure l'uno é la salvezza dell'altro. Hanna ha un presente perfetto, i ragazzi le cadono ai piedi, ha buoni rapporti con i genitori e gli amici, solo un...