Capitolo 28

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«Stai bene?» domandai osservandolo negli occhi.
«Si capisce tanto che sto di merda?» chiese stringendo la mascella.
«Giusto un po'. Che cos'è successo?» chiesi a Nate continuando a guardarlo.
«Semplicemente la cosa più grave della mia vita, per ora» rabbrividii a quest'affermazione e pensai a come evitare il discorso. Non potevo sapere quale fosse quella cosa, mi avrebbe fatta soffrire ancora di più, anche se non mi riguardava. E di questo non avevo bisogno.
«Mi...dispiace» dichiarai insicura, dopo qualche attimo di silenzio «se vuoi sfogarti, ci sono» continuai, sperando però che non volesse dirmi nulla. Ci tenevo molto a Nate, e sperare qualcosa del genere era davvero egoistico e cattivo, ma non avrei sopportato anche il dolore di qualcun altro.
«Grazie, ma non credo di aver bisogno di sfogarmi, l'ho già fatto prima» rispose sorridendo leggermente.
«Certo» mormorai a mia volta spostando lo sguardo sulla tv, anche se era spenta.
«Vuoi...accenderla? Non so» disse ridendo, riferendosi alla tv.
«Come?» mormorai confusa, prima di capire «Oh, no. Non fraintendere, non è che non voglio parlare con te. Semplicemente penso che sia strano parlare di altro, visto che stai male» continuai guardando di nuovo lui.
«Possiamo anche parlare di altro, qualche distrazione non mi farebbe male» annunciò spostandosi sul divano.
Cominciammo così a parlare del più e del meno, ma senza toccare minimamente il discorso 'Mike' e il motivo per cui Nate avesse pianto. Io non ero pronta a parlarne, e probabilmente neanche lui. Ero in un certo senso contenta che non mi avesse detto nulla, ma un po' di curiosità cominciava a crescere dentro di me, doveva essere qualcosa di terribile, fino a quel momento non l'avevo mai visto tanto triste.

Dopo un po' di tempo in compagnia di Nate, mi trovai da sola nell'appartamento. Lui era andato a lavoro e aveva rifiutato la mia proposta di accompagnarlo, volevo capire dove lavorasse, visto che non ero mai stata in quel ristorante, ma purtroppo non sarebbe stato quello il giorno in cui l'avrei scoperto.
Essendo sola in casa decisi di accendermi la TV, ma non la guardai. Mi concentrai invece a leggere i messaggi che mi aveva inviato Mike mentre parlavo con Nate.
Mi dispiace, per qualunque cosa io abbia fatto.
Dobbiamo parlare.
Ho bisogno di parlarti, ti prego rispondimi.
So che sei incazzata e che non stiamo più insieme, ma voglio comunque chiarire con te.
Mi manchi.
Lessi tutti questi messaggi pensando a come mi ero sentita in sua presenza oggi, a come mi avesse osservata tutto il tempo...e in un attimo mi trovai a pensare a Richard. Scossi la testa e spensi il cellulare, guardando il film che appariva sulla televisione. Mike era così carino, dolce e simpatico, l'unico suo problema era suo padre e le caratteristiche che aveva preso da lui, e proprio per quest'ultimo motivo non potevo aver nulla a che fare con lui. Sentii il mio telefono emettere un suono e gli diedi un occhiata: era di nuovo Mike.
Hanna...
Coprii lo schermo con il cuscino e sospirai, ma sentii quel rumore nuovamente, ed un altra volta ancora e ancora... stanca di quel fastidioso rumore afferrai in fretta il telefono ed abbassai la suoneria, per poi riappoggiarlo accanto a me. Lo sentii vibrare, alzai gli occhi al cielo e lo presi, per leggere i nuovi messaggi che mi aveva inviato. Per mia sorpresa non furono però solo suoi.
Ho bisogno di parlarti, se non mi risponderai verrò a casa tua.
Voglio avere delle risposte, ne ho bisogno.
Sbuffai e pensai ad una risposta da dargli, e dopo qualche secondo mi decisi a digitare il messaggio.
Mi dispiace Mike, ma non ho piu niente da dirti.
Appoggia il telefono sulle gambe guardando lo schermo diventare piano sempre piu scuro, in attesa di un messaggio, ma poi mi ricordai che ne avevo ricevuti alcuni da qualcun altro.
Vieni subito a casa mia!
Ti. Voglio. Immediatamente. Qua.
Abbandona qualunque cosa tu stia facendo e dirigiti a casa mia.
Accendi quella fottuta auto e muovi il culo per venire qua!
I messaggi che mi erano giunti arrivavano da Sophia, ovviamente. Pensai un attimo cosa risponderle, se andare a casa sua o semplicemente chiamarla ed infine presi delle decisioni: mi alzai e inviai un messaggio, prima di vestirmi velocemente.
Spero tu sia felice, e non incazzata.

In pochi minuti fui pronta e in auto, accesi una sigaretta e poi il motore, per dirigermi a casa della mia amica.
Arrivata alla meta, aprii la portiera e mi diressi a passo deciso verso l'entrata.
«Hanna!» mi urlò Sophia abbracciandomi.
«Sophia» mormorai senza fiato, schiacciata tra le sue braccia. Quando si allontanò un po' da me notai che sul viso aveva un enorme sorriso.
«Fortunatamente sei felice» annunciai ridendo.
«Muoviti!» mi urlò accompagnandomi in salotto. Appena oltrepassai l'uscio vidi Josh che mi sorrideva.
«Josh ciao!» urlai abbracciandolo.
«Ciao» rispose. Lo osservai un po', sembrava davvero cambiato, ma non riuscii a concentrarmi molto per capire cosa fosse cambiato di lui: ero molto felice fosse tornato, soprattutto per Sophia.
«Ma dove sei stato tutto questo tempo?» domandai toccandogli il braccio, e mi girai per osservare Sophia, che aveva una faccia preoccupata.
«Che succede?» domandai cominciando a preoccuparmi a mia volta.
«È proprio questo il motivo per cui ti abbiamo chiamata qui» mi rispose lei facendoni sedere sul divano, e così cominciarono a parlare.

Quando conclusero il loro discorso io sospirai, un po' scioccata per non aver mai capito da sola ciò che stava succedendo a Josh, e un po' perchè Sophia non me ne avesse mai parlato.
«Mi dispiace» mormorai alzandomi «se me l'aveste detto prima avrei cercato di aiutarvi in qualche modo» annunciai guardandoli compiaciuta.
«Avevamo deciso di tenerlo per noi» dissero guardandomi. Sospirai nuovamente e incrociai le braccia.
«Sono felice almeno che ora abbiate superato questo problema» dichiarai sorridendo.
«Anche noi, grazie»
«Hanna, ti abbiamo chiamata solo per dirtelo, ora puoi...andare» mi disse Sophia abbracciandomi.
«Lasciaci recuperare per bene il tempo perso» mi sussurrò all'orecchio. Risi e mi allontanai dalla casa, per tornare alla mia abitazione.

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