Capitolo 23

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«Non ce la faccio a stare con lui Sophia» dissi con le lacrime agli occhi. Ogni tanto Sophia era l'unica che riuscisse a capirmi, oltre ad Amy, che sapesse esattamente ciò che provavo, ciò che mi fermava dall'agire in un certo modo, ciò che mi facesse stare male e riusciva a farmi capire in un modo o nell'altro come superare un problema.
«Lo so. Sei curiosa, come ha detto Simon, vuoi scoprire qualcosa. Vuoi scoprire perché tanto odi Mike» mi disse accarezzandomi i capelli, stesi sulle sue ginocchia.
«Vorrei scappare da lui quando gli sto vicina. Mi fa così tanta paura. Ma non ci riesco, qualcosa mi spinge a stargli accanto» ammisi cercando di capire per quale motivo agissi in quel modo.
«Lui ti ricorda qualcosa. Il modo in cui ti ha trattata Hanna... sai bene che cosa ti ha fatto tornare in mente» disse rammentandomi il periodo più cupo della mia vita: l'infanzia.
«Se mi ricorda una cosa tanto terribile perché voglio stare ancora con lui...» domandai sempre più confusa e disperata.
«Perché in qualche modo sei legata a lui» mi sussurrò.
Alzai la testa che era appoggiata sul grembo di Sophia e mi sedetti sul letto, asciugandomi le lacrime.
«Voglio capire il motivo. Voglio trovare delle risposte» annunciai decisa, ma ancora all'oscuro del metodo che avrei usato per scoprire i miei dubbi.

Mi vestii abbastanza elegante ed attesi, come previsto, l'arrivo di Mike per andare al ristorante. Sapevo perfettamente come avrei dovuto comportarmi alla cena, normalmente, come mi ero comportata fino alla fine della cena con i miei, eppure avevo comunque paura. Volevo scoprire il motivo per cui lo odiassi, che cosa mi ricordasse, eppure non potevo capirlo in una sera semplicemente chiedendoglielo: dovevo trovare degli indizi, o qualcosa del genere. Sarebbe arrivata prima o poi l'occasione per avere delle risposte, ma potrebbe richiedere del tempo.
Appena sentii bussare alla porta mi avviai lentamente verso l'uscio.
«Ciao» dissi dando un bacio a Mike.
«Ei splendore» mi rispose sorridendo. Sorrisi a mia volta, cercando di non far notare neanche minimamente la mia paura. Mi prese per mano e mi accompagnò all'auto, con la quale ci dirigemmo verso il ristorante.

«È bellissimo qui, tesoro» annunciai quando fummo seduti ad un tavolo nello splendido edificio.
«Lo so. Ti ho portata qui oggi perché voglio chiederti una cosa» disse afferrandomi dolcemente la mano. Mi tornò in mente per l'ennesima volta la scena di quando mi strinse i polsi, ma cercai di scacciare quel pensiero per concentrarmi sulla sua domanda.
«Dimmi» risposi semplicemente e lui si fece serio.
«Vedi, é da un po' ormai che stiamo insieme, pensavo sarebbe carino se conoscessi i miei, visto che io i tuoi li ho conosciuti» sorrisi stringendogli la mano ed annuii emozionata, fingendo per la maggior parte la mia felicità. Quel poco di gioia che avevo era perché magari conoscendo la sua famiglia avrei potuto scoprire qualcosa di più su di lui, e magari trovare delle risposte. Poteva essere l'occasione perfetta.
«Ne sarei così felice! Ma come facciamo a raggiungere i tuoi genitori? Non si trovano in un altro Stato?» domandai perplessa.
«Sì, in Georgia. Ma verranno a trovarmi qua a New York. Sono venuti a sapere di noi e hanno deciso di conoscerti»
«Wow» mormorai sorpresa. Ora sì che avevo paura, i suoi genitori stavano per venire a trovarmi e io per Mike cominciavo a non provare più nulla, o almeno, nulla di importante. Solo paura, attrazione e quella solita sfumatura di odio.
«Che ne dici? La prossima settimana saranno qui, rimarranno per un po', e ovviamente la prima cosa che vorranno fare sarà conoscerti» disse con un sorriso smagliante.
«Dico che è fantastico!» risposi sorridendo a mia volta.
Avrei dovuto farmi piacere Mike nuovamente, non potevo far notare ai suoi genitori che avessi paura di lui. Avrei potuto scoprire per quale motivo provassi sempre quel sentimento di odio, ma senza provare nient'altro non ci sarei riuscita.

Quando finimmo di cenare ci avviammo nuovamente a casa, lo salutai rifiutando l'offerta di passare prima a casa sua, e mi chiusi in camera. Thomas era ancora a lavoro al bar e anche Simon, così decisi di chiamare Amy per parlarle della novità. Avevo bisogno di parlarne con qualcuno. Ciò che stavo per fare non era affatto giusto, ma dovevo avere delle risposte, perché stare nel dubbio mi stava facendo impazzire.
Anche Amy fu d'accordo che questa sarebbe stata un ottima occasione per chiarirmi le idee. Lei era sempre d'accordo con me se si trattava di fare qualcosa per cui sarei stata felice, era esattamente per questo motivo che ci tenevo tanto a lei. Quando chiusi la chiamata sentii una morsa allo stomaco, così entrai nella doccia e mi rilassai sotto il getto dell'acqua calda, eliminando i pensieri che mi avevano tormentata per tutto il giorno.
Ero ormai sicura che conoscendo i genitori di Mike avrei avuto le risposte alle mie domande, almeno ad alcune. Per quale motivo provavo sempre un po' di odio per lui? Cos'è che mi legava a lui?

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