Capitolo 6

101 2 0
                                    

20 settembre, 22.16, Sede della Polizia Scientifica, Washington D.C.

L’uomo entrò da una finestra laterale. Indossava un berretto nero, guanti e una tuta da jogging. Non era molto alto, aveva 22 anni e al collo portava una macchina fotografica.

Si chiamava Axl Dalton, era un fotografo.

Aveva rotto la finestra con un piede di porco e si era introdotto senza fatica nell’edificio, che era vuoto.

Dietro una parete di vetro c’era un tavolo di metallo. Sopra di esso c’era solo un lenzuolo bianco. Axl entrò nella stanza e iniziò a rovistare nei cassetti, freneticamente, leggendo qualsiasi documento che possa aiutarlo. Poi, finalmente, trovó quello che cercava: il fascicolo del signor Davis e del dottor Allen... stava per uscire dalla finestra che aveva rotto , quando gli venne un’idea: "e se facessi anche delle foto ai corpi? Il giornale ne sarebbe felice..."

Così arrivò alla fine del corridoio, dove c’era la cella frigorifera. Provò ad aprirla ma era chiusa a chiave, quindi tirò fuori dalla tasca una graffetta che piegò in un modo particolar, la infilò nella serratura, girò e la porta si aprì. Dentro c’erano i cadaveri, nudi. Axl iniziò a scattare foto ai volti e ai corpi delle due persone, respirando l’aria contaminata. Uscì dalla cella e si incamminò verso la finestra rotta. Uscì e si infilò nella via, camminando tranquillamente, cercando di non dare nell’attenzione... poi, starnutí e ciò che gli uscì dal naso fu sangue, che finì in faccia e sulla camicia di un passante. Subito Axl si scusò, poi continuò a camminare, ma ora barcollava, andava piano e faticava a reggersi in piedi. Quindi girò in un vicolo e si appoggiò al muro...

Venne ritrovato la mattina dopo, morto.

~~~~~~~~~~~~~*~~~~~~~~~~~~~

22.40

"Quello stupido ragazzo mi aveva sporcato la maglietta, e per di più mi ha pure spruzzato del sangue in faccia" si disse il signor Sanchez. Per fortuna era vicino a casa, quindi entrò e si precipitò in bagno a farsi una doccia. Poi andò a letto, era stanco. Si infilò sotto le coperte, facendo attenzione a non svegliare sua moglie. Chiuse gli occhi e cercò di addormentarsi, ma ci riuscì solo mezzora più tardi.

00.40

Il signor Sanchez stava dormendo, quando si accorse di non riuscire più a respirare. Il panico lo assalí. La moglie, sentendo i gemiti di terrore del marito e disse, preoccupata:

"Caro, che hai?"

Lui non rispose, ma si indicò la gola e, come gli altri, iniziò ad uscirgli il sangue dal naso.

La moglie chiamò immediatamente l’ambulanza, intanto piangeva.

Quando i dottori arrivarono, il signor Sanchez era già morto, e la moglie era infetta.

12-AVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora