Capitolo 5

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20 settembre, 14.25, Casa Bianca, Washington D.C.,  USA

Il dottor Paul Harley si dirigeva con passo sicuro verso l’ufficio del presidente degli Stati Uniti d’America. Si era tolto il camice e gli altri accessori da dottore per indossare degli abiti decisamente più formali. Teneva nella mano destra un fascicolo che sulla copertina portava due nomi: Davis e Allen. Finalmente avevano scoperto come erano morti. E il dottor Harley doveva andare a riferire tutto al presidente, perchè quelle non erano morti normali, e per questo bisognava prendere delle precauzioni...

Il tempo iniziava a peggiorare, veniva la pioggia. Quando il dottore arrivò davanti all’ufficio del presidente, gli venne detto di aspettare. Quindi Paul restò in piedi davanti all’ufficio, e guardava le gocce di pioggia che scivolavano sul vetro di una finestra. Guardò oltre quella finestra: sul marciapiede, in fondo, c’era gente che correva per tornare a casa, alcuni che salivano in macchina o in taxi, ma due sole persone rimasero ferme sotto la pioggia, si abbracciavano, si baciavano.   Ah, l’amour...

"Dottor Harley? Dottor Harley?"

Il dottore tornò alla realtà, una donna lo stava chiamando.

"Si, mi scusi, ero immerso nei miei pensieri..." disse lui.

"Il presidente è pronto a riceverla" continuó la donna.

"Grazie"

Entrò. Il presidente era seduto alla scrivania. "Buongiorno" disse.

"Buongiorno, presidente" disse Paul.

"Quali novita?"

"Abbiamo scoperto cosa ha ucciso il signor Davis e il dottor Allen: un nuovo virus, contagioso, purtroppo. Il cadavere colpito da questo virus rilascia una sostanza nell’aria che se inalata trasmette la malattia. Inoltre essa può essere trasmessa al contatto del sangue infetto." rispose il dottore.

"Bene, abbiamo un’epidemia tra le mani. E come si chiamerebbe questo...virus?"

"Abbiamo deciso di chiamarlo 12-AV"

"Per il momento non daremo l’allarme, ma se muore un’altra sola persona, allora diffonderemo la notizia." disse il presidente.

"Perfetto, grazie per l’ascolto, signor presidente. Arrivederci e che Dio salvi l’America".

"Che Dio salvi l’America." ripeté il presidente e il dottore abbandonò l’ufficio.

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20 settembre, 14.18, Washington D.C., USA

Anne e Samwell, dopo il pranzo, decisero di visitare la città. Quando furono davanti alla Casa Bianca iniziò a piovere e tutti iniziarono a correre, riparandosi sotto fogli di giornale, valigette e giacche. Samwell non sembrava essere preoccupato dalla pioggia, ma Anne disse:

"non credi che dovremmo ripararci?"

Lui cambiò discorso e disse "Lo sai che sei molto più sexy con i capelli bagnati?"

A quel punto Anne non resistette e si mise in punta di piedi, prese il viso di lui tra le mani e sfiorò le labbra di Sam con le sue. Subito dopo lui le mise le mani sui fianchi e lei gliele mise al collo, e iniziò un bacio lungo e passionale, completo di lingua, ma comunque timido. Anne non ci poteva credere, com’era possibile? Si era innamorato di lei? Si, doveva essere così.

Quando la pioggia diventò insopportabile, corsero via mano nella mano, verso il loro hotel, che non era molto distante.

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