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Sarebbe davvero bello ,poter avere una vita, come quelle che si vedono nei film.
Ma purtroppo niente è come immaginiamo.
Vivo nei sobborghi della città di Sydney.
Mio padre è un alcolizzato, mia mamma si spacca il culo per portare qualche soldo a casa e io nel mio piccolo cerco di darle una mano con qualche lavoretto, in più vado a scuola e sono al quarto anno.
Oggi sembrava una giornata come le altre, invece mi sbagliavo.
<Michael ... > entro in casa ,trovando mia madre seduta sul divano , sommersa da fogli.
<Michael abbiamo un problema> mi siedo al suo fianco, prendendo una delle carte <tuo padre non ha pagato le bollette degli ultimi 3 anni... > la voce gli si spezza, so già cosa sta per dire <se non paghiamo entro 4 mesi ci toglieranno la casa> sospiro cercando di rimanere tranquillo <quanto?> una semplice domanda , diretta e concisa.
Mi guarda con gli occhi lucidi e l'unica cosa a cui riesco a pensare, è cercare mio padre e fracassargli quella testa di cazzo che si ritrova.
<50.000 dollari> sento il cuore mancare e per poco non svengo.
< mi sono già trovata un lavoro part time e ne ho trovato uno anche a te > la guardo curioso ,incitandola a continuare < mi hanno preso per quel posto di lavoro al supermercato> l'abbraccio esultando  < mentre ero lì per firmare il contratto ho incontrato il signor Hemmings> storgo il naso all'udire quel nome.
Luke, suo figlio, viene nella mia stessa scuola ed essendo lui molto ricco, beh si diverte a prendermi in giro.
< suo padre si è offerto di darti un posto nel suo negozio> ingoio il groppone che mi si è fermato in gola, purtroppo non posso non accettare, abbiamo bisogno di soldi e subito.

È giovedì pomeriggio e ho un colloquio con il signor Hemmings.
Sono molto nervoso, ho paura di incontrare quella vipera e non ho proprio voglia di rischiare il posto per la sua stupidità.
<Ciao devi essere Michael> un uomo mi si avvicina porgendomi la mano, gliela stringo gentilmente e mi fa segno di seguirlo.
Arriviamo in un piccolo ufficio e nonostante le mie preghiere , Luke se ne sta seduto sulla poltrona della scrivania <Luke quante volte ti ho detto che non puoi stare qui! Torna a lavorare> sbuffando si alza e passandomi accanto mi da un leggero pugno sulla spalla.
<scusami tanto ma mio figlio a volte è insopportabile> già non sa quanto.
<comunque andiamo subito al punto, qui sai trattiamo di strumenti musicali.
Sono molto pregiati quindi chiediamo al nostro staff di pulirli accuratamente, sistemare alcune cose, ed essere sempre disponibile per la clientela, solo questo dovrai fare> mi guarda sorridendomi , ma io vorrei solo sprofondare < il tuo stipendio sarà di 1200 circa al mese> strabuzzo gli occhi e per un attimo barcollo sulla sedia, mai visto o sentito così tanti soldi < so che sei un ragazzo molto diligente e intelligente , quindi non dovresti crearmi problemi giusto?> faccio un cenno con il capo e lui si alza venendo verso di me < benvenuto nella famiglia Michael>.

Lunedì, il giorno peggiore della settimana.
Sabato ho dovuto fare l'ultimo turno nel bar dove lavoro e quel bastardo mi ha fatto tornare a casa alle 3 del mattino, tanto questa settimana inizierò a lavorare dagli Hemmings.
Chiudo l'armadietto e percorro i corridoi per raggiungere la mia aula, ovviamente anche oggi sono arrivato in ritardo.
Mentre cammino però, vengo fermato da un ragazzo dalla carnagione scura e capelli corvini, sembra quasi cinese.
<scusami tu sei Michael vero?> lo guardo cercando di capire se ci conosciamo, ma non mi viene in mente nessuno < io sono Calum un amico di Luke> ruoto gli occhi innervosito <mi dispiace disturbarti ,ma ho un urgente bisogno di chiederti una cosa ... tu suoni la chitarra vero?> come fa a saperlo?! < si perché?> tutto eccitato inizia ad agitare le braccia e lo guardo stranito < io , Luke e un'altro ragazzo, che non è di questa scuola, abbiamo una band, questo fine settimana ci dovremmo esibire in un locale ma il nostro chitarrista ha deciso di mollarci...> freno la sua parlatina isterica <non sono interessato e poi con Luke non faccio proprio un cazzo!> mi guarda deluso e riprendo a camminare superandolo < guarda che Luke non ti odia davvero così tanto, è solo ... geloso> mi ghiaccio sul posto e lui mi raggiunge < io non ti ho detto nulla! Ma pensaci, sei davvero una bomba con la chitarra!> detto ciò se ne va via correndo, lasciandomi solo nel bel mezzo del corridoio, con mille pensieri che mi offuscano la mente.

Finita scuola torno a casa di corsa, mi lavo ,mangio e corro a lavoro.
Il mio primo giorno.
Entro nel negozio e il diavolo biondo se ne sta seduto sul bancone giochicchiando con il telefono, ma al suono del campanello della porta , alza lo sguardo, incontrandolo con il mio.
< certo che potevi essere più gentile con Cal> mi avvicino a lui , sostenendo lo sguardo fulminante <più che altro come fa lui a sapere che suono?> alza le spalle e scende dal piano mettendosi difronte a me , sovratandomi, è un ragazzo davvero molto alto.
< tutti a scuola lo sanno Clifford , ti hanno sentito e visto nell' aula di musica> spalanco la bocca stupito < io sinceramente non lo so , ma se fai schifo nella vita farai schifo anche in quello> dice ridacchiando , scatenando il mio io bastardo interiore < chissà tu invece, cosa fai suoni il triangolo?> nei suoi occhi si accende uno scintillio di rabbia e si avvicina di più a me.
Ora che siamo a pochi centimentri di distanza, riesco a notare ogni particolare del suo volto, i suoi occhi azzurri ,le labbra carnose e rosse , la leggera barba ,ma sopratutto le lentiggini.
Riporto gli occhi nei suoi, ma i suoi era intenti a esaminarmi le labbra.
Sento uno strano calore al basso ventre, una situazione davvero strana, prima che la cosa degeneri , mi allontano.
Per fortuna il resto del pomeriggio non l'ho più visto, lavorare qui è davvero una pacchia, altroché il lavoro che avevo prima.

Martedì, altra giornata di merda, ho preso un'altro brutto voto in matematica, a quanto pare essermi fatto bocciare un anno non ha servito.
Esco dall'aula arrabbiato, dirigendomi al bagno.
Appena entro, l'odore di nicotina mi invade le narici, un paio di occhi si catapultano su di me, compresi quelli ghiaccio di Hemmings.
<Clifford che bello vederti> dice sarcasticamente.
Al suo fianco c'è anche Calum che mi sorride flebilmente < per me no! > i suoi amici scoppiano a ridere e lui avanza pericolosamente nella mia direzione < come ti permetti a rispondermi così?> mi guarda truce, io ricambio guardandolo annoiato <Posso andare a pisciare o devo chiederti il permesso?> sul suo viso spunta un sorrisino divertito e un paio di suoi amici iniziano a borbottare qualcosa < perché non ci fai vedere quel filo che hai in mezzo alle gambe> dice un suo amico ridendo.
Poi due di loro si avvicinano verso di me e con forza ,mi sbattono contro la porta chiusa dietro di me.
Cerco di liberarmi , ma sono troppi forti.
Alle loro spalle Luke se ne sta a mani conserte a guardare la scena e sorride compiaciuto.
Un terzo si avvicina e mi prende per la cinta dei pantaloni.
<che cazzo fai coglione?> più cerco di divincolarmi e più loro mi tengono stretto.
Il biondino ora ha in mano il cellulare, credo che sta registrando la scena < ti diverti coglione?> gli urlo contro < tirategli giù i pantaloni, facciamo vedere a tutta la scuola quanto è sfigato> a quell'affermazione, sorrido di sfida < che cazzo ti ridi?> mi chiede avvicinandosi, nel mentre i suoi amici mi stanno sbottonando i pantaloni e ora mi ritrovo in mutande.
Peccato per loro che quello che ho tra le gambe è l'unica cosa di cui vado fiero.
Poi succede tutto in un attimo, mi tirano giù l'intimo liberando il mio membro.
I ragazzi si allontanano sorpresi e disgustati , Luke rimane a bocca aperta con il telefono puntato verso il basso e Calum che fino ad ora se ne è stato fermo nel suo angolo, sta ridendo dietro alla mano che si è portato alla bocca.
<non avete più da parlare ora? > in risposta il gruppetto di ragazzi se ne va, spintonandomi
in un lato e lasciandomi da solo con il biondo.
<penso che sono gelosi> dico sorridendogli beffardo.
Mi guarda con una strana luce negli occhi e mette via il telefono, avvicinandosi.
Cerco in fretta di ricompormi, ma lui mi ferma mettendomi una mano li, proprio lì!
Mi sposto preso alla sprovvista da quel gesto, rialzo lo sguardo nel suo e i suoi occhi sembrano vuoti.
Subito dopo se ne va lasciandomi da solo, il cuore a mille e la testa incasinata.

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