4.4

47 3 0
                                    

Mercoledì.
La settimana sta passando abbastanza in fretta.
Da domenica, quando siamo tornati a casa, di mio padre non c'è nemmeno più l'ombra.
Alcune suo cose sono sparite, io e mamma pensiamo che se ne sia andato di casa, cosa migliore per tutti.
Tornando a scuola con il gesso, ho suscitato un po scalpore tra i miei compagni, pensano che sia stato Hemmings a rompermelo.
<Hey Michael> mi volto nella direzione della voce e un Calum sorridente si para davanti a me.
<ciao Cal> non gli desto molta attenzione e continuano a camminare, ma sento la sua presenza dietro di me.
<ho saputo da Luke cosa ti è successo! Mi dispiace se hai bisogno di parlare puoi contare su di me> sento il sangue ribollirmi nelle vene, perché quel biondino non si fa i cazzi suoi < grazie ma preferirei tenere le mie cose private, private> il corvino abbassa la testa, lo fa ogni volta che si sente in imbarazzo o triste.
<Mi dispiace non volevo intromettermi> gli do una pacca sulla spalla e mi sforzo a sorridergli un pochino, poi lo saluto e mi dirigo in palestra.

Tutta la mattina fila liscia, torno a casa e stranamente ci trovo mia madre.
< già a casa?>  lei alza lo sguardo dal giornale e mi sorride dolcemente < hanno arrestato tuo padre, mi hanno chiamata a lavoro> strabuzzo gli occhi < come arrestato?> mi passa il quotidiano e nelle prime pagine svetta la foto di mio padre.
< ha violentato una ragazza in un bar> sospiro leggendo l'articolo.
Involontariamente mi spunta un sorriso, poi scoppio a ridere, catturando l'attenzione di mia madre che mi guarda perplessa.
<tutto bene Michael?> acconsento energicamente < sono contento ben gli sta>.
Ricambia il sorriso, dopo un' ultimo sguardo vado in camera mia e mi butto sul letto.
La suoneria del cellulare, inrrompe nella stanza, facendomi sobbalzare dallo spavento.
Numero sconosciuto, ma rispondo comunque < Luke! sono Andy ,lo so che non sei nelle condizioni ma ho bisogno di te a lavoro> alzo gli occhi al cielo e trattengo le maledizioni < va bene arrivo subito , il tempo di prendere l'autobus> faccio per riattaccare, ma lui continua a parlare < ti faccio venire a prendere da Luke così fai prima> cerco di ribattere ma stavolta aggancia lui.
Il biondo è da quella fatidica sera della festa che non lo vedo.
Quando mi sono alzato al mattino lui non c'era e noi siamo tornati a casa in mattinata.
Non so bene cosa sento per lui, da quando l'ho visto nudo me lo sogno la notte e molte volte mi sveglio con una dolorosa erezione che sono poi costretto a soddisfare.
Scaccio questi pensieri , vado a darmi una lavata veloce, mi rivesto e raggiungo mamma in salotto < Il signor Hemmings ha bisogno di me, vado a lavorare> mi saluta ed io esco.
Mi siedo sul marciapiede aspettado che arrivi quell'essere.
Dopo 5 minuti un Suv nero accosta proprio davanti a me, si abbassa il finestrino e Luke spunta fuori.
Ha dei fighissimi occhiali da sole rosa e i capelli sono raccolti in un codino.
Non dice nulla rimane a guardarmi , ma distolgo in fretta lo sguardo e salgo in macchina, dietro.
<che cazzo sono un taxi?> ah allora la lingua c'è l'ha ancora < non voglio stare difianco a te> non controbbate, accende la macchina e partiamo.

Sono passate 2 ore è c'è il caos più totale.
Un ragazzo famoso è venuto a curiosare, per degli strumenti, ma le sue fan lo hanno trovato e le più fortunate ,che sono riuscite ad entrare si stanno godendo un piccolo concerto improvvisato.
Ad un certo punto vedo spuntare Ashton dalla porta del magazzino, cerco di farmi spazio per raggiungerlo.
< che casino! Tu sai chi è?> mi lancia una sguardo come se avesse visto un'alieno.
<davvero non sai chi è?> riguardo il tipo con la chitarra e poi guardo lui < no?> chiedo < è Niall Horan degli One direction> strabuzzo gli occhi < ma dai non sembra lui> il riccio scoppia a ridere, poi mi fa cenno di seguirlo.
Torniamo nel magazzino e raggiungiamo la stanza dove l'ultima volta li avevo visti suonare.
Calum sta suonando il basso seduto a terra, mentre Luke tiene la chitarra in mano, ma sembra perso nei suoi pensieri.
< Hey Mike, hai visto che bomba! Niall è qui> dice tutto euforico mettendosi in piedi.
Ashton lo fulmina con lo sguardo e subito dopo ci chiede di seguirlo.
<abbiamo un problema con Luke> lo guardo accigliato < suo padre gli aveva promesso di farlo incontrare con lui per parlare di un contratto. Invece Andy ha fatto in modo che non si avvicinasse a lui.>
Calum spalanca la bocca sorpreso, mi viene quasi da ridere a vedere la sua faccia buffa.
< Luke tiene tantissimo alla musica più di qualunque altra cosa> ci voltiamo interrotti da un forte rumore, una delle porte di uscita sta "rimbalzando", poi ci accorgiamo che nella stanza non c'è più nessuno.
Usciamo tutti e tre a cercare il biondo, ma di lui è sparita ogni traccia.

Finalmente torno a casa, sono le dieci di sera, tutto è troppo silenzioso e buio.
Accendo la luce e chiamo a gran voce mia mamma , ma non ottengo nessuna risposta.
Entro in cucina , sul frigo noto un foglio che non c'era mai stato, così lo leggo.
Mia mamma dice che è dinuovo uscita con il Signor Hemmings.
Sbuffo e sento il nervoso assalirmi.
Giro per la cucina nella speranza di trovare qualcosa da mangiare, ma a quanto pare non c'è nulla.
Cerco nel portafoglio qualche dollaro per comprarmi una pizza da asporto, ma il campanello attira la mia attenzione.
Vado ad aprire senza neanche controllare e una figura alta si presenta davanti a me ,Luke.
Ha la testa china, i capelli gli ricadono sul viso nascondendolo, rimane fermo in quella posizione.
<Luke stai bene?> chiedo preoccupato notando il suo atteggiamento strano.
Alza di scatto la testa e il suo viso martoriato, pieno di lividi mi fa sussultare.
Di riflesso lo prendo per il polso, trascinandolo dentro.
Lo faccio sedere sul divano, continua a rimanere in silenzio e sempre nella stessa posizione.
Del sangue continua a colargli dal naso e dalla bocca.
Prendo un bicchiere d'acqua e una bacinella incitandolo a sciacquarsi la bocca, per fortuna mi ascolta.

È ormai passata un'ora da quando lui è qui, per tutto il tempo ,lui non ha detto una parola.
L'ho disinfettato e pulito.
Ad un tratto scoppia a piangere ed io di istinto mi butto ad abbracciarlo.
Singhiozza fortissimo e fa fatica a respirare,  cerco di calmarlo accarezzandolo e lasciandogli qualche bacio sulla fronte.
<Mio ... Mio...padre> sussurra tra un singhiozzo e l'altro < ha scoperto ... che so-sono g-gay> rimango spiazzato dalla sua rivelazione, me l'avevano detto gli altri , ma finché non fosse stato lui stesso, non ci avrei creduto.
Si calma un po e finalmente riesce a parlare tranquillamente anche se con la voce roca.
<ha annullato il mio incontro con Niall e in più mi ha fatto pestare da qualche suo braccio destro> lo stringo più forte, capendo quello che stava provando < non ci credo tuo padre ti ha fatto menare?> fa un cenno con la testa poi mi guarda fisso negli occhi.
I suoi pozzi azzurri ora sono contornati dal rosso, per il troppo pianto, ma rimangono bellissimi.
< ora mi sono dichiarato anche con te> appena finisce di dirlo, sembra più rilassato, come se lo stesse tenendo da tempo.
Continuiamo ad abbraccirci sul divano e lui si addormenta fra le mie braccia.

Work//Muke//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora