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Jimin

E' così bello quando gli altri non sanno cosa stai facendo. Quando fingi e non vieni scoperto. Quando te ne stai zitto ma in realtà dentro hai un oceano.

Ti senti unico, soprattutto in questo mondo. Qui sembra che nessuno provi emozioni. Sarà anche vero, dato che non si hanno così tanti rapporti tra umani.

E' in questo momento che io mi sento diverso, in meglio.

Sembra che la mia mente in questo momento stia registrando una sola informazione, quella che mi porterà a destinazione, spero. Armadietto 1174. Portiera in ferro. Abbastanza rovinata, ma sufficientemente da andare bene a lui.
Jeon. Il suo cognome.
Il suo nome, invece, per adesso è rappresentato solo da un'insignificante J.

I miei passi sono corposi e veloci, quelli degli altri, intorno a me, placati.
Sfioro con le braccia parecchie persone, mi scuso, continuo ad avere per la mente solo quell'armadietto, quel numero. Quel viso.


Finalmente lo vedo. Davanti a me si proietta la stessa scena a cui penso da ore.

Sbatto gli occhi e mi precipito lì. Esamino tutta la zona intorno all'armadietto ma è tutto vuoto. Tutte le mie speranze sono ancora svanite a causa di uno stupido foglietto inesistente.

Avrei dovuto immaginarlo, ancora.

Lui l'ha fatto ancora. Mi ha ancora ingannato e più volte lo farà, ancora.

Sembra un circolo, questa vita. Lo è sempre stato. Scuola, casa. Casa, scuola.

Anche questo terribile gioco da detective sembra un circolo. Girovago dappertutto e quello che trovo sembra appartenere al puzzle. Poi vado ad assemblarlo e tutto non coincide. Forse la soluzione sarebbe cambiare la combinazione, ma non ne ho il coraggio. Non voglio incasinare la situazione più di quanto questa sia già incasinata.

****

Mi siedo sul letto e ragiono per giusto cinque secondi. Tutto questo non ha senso. Mi sto facendo prendere in giro.

Mi tolgo le scarpe e getto a terra troppo violentemente che una di queste si ribalta.

Mi aspetto la solita suola bianca e liscia, invece intravedo un qualcosa di scritto sotto alla scarpa. E' attaccato con lo scotch.

Lo strappo via e leggo.


Una bella passeggiata al parco non fa mai male a nessuno.

Una bella passeggiata al parco non fa mai male a nessuno

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Quell'albero è ben visibile dalla finestra di casa mia. I suoi rami sembrano grandi ogni giorno di più e si sporgono verso di te come per incitarti a salire.

Sotto quell'albero non c'è praticamente niente. Qualche panchina, qualche altro albero più distante. Non ci va più nessuno, anche perché nessuno esce più di casa. Non so neanche se è vietato andarci.

Sicuramente lo è, ho capito come lo sconosciuto ragiona.

****

Ho deciso di indossare la maschera. Ho deciso di seguire le regole, per questa volta. Non so cosa succederà una volta andato lì. Se lui verrà o no. Non penso.

Il suono della porta chiudersi dietro di me ed eccomi avviato verso l'albero. Mi fa quasi paura avvicinarmi. Potrebbe spuntare qualsiasi cosa o qualunque persona in qualunque momento. E' tutto imprevedibile.

Il freddo è poco, ma si sente. E' poco ma lo puoi percepire respirando a pieni polmoni. Ti entra dentro e non esce più.

Mi accomodo sulla panchina sotto l'albero, metto una gamba sopra l'altra e aspetto. Aspetto una svolta. E arriva.

Una notifica arriva.


jj1174:

Ti piace questo parco?

jmpk_:

Molto. Mi conosci bene.

jj1174:

Lo so. Ricorda che noi siamo sempre innamorati. Gli innamorati sanno tutto dell'altro.

jmpk_:

Ma io non so niente di te.

jj1174:

Non è detto. Comunque, guarda bene l'albero.

jmpk_:

Ci sono delle scarpe appese. Non è un po' inquietante? Le hai appese tu?

jj1174:

Sì. E' una cosa carina da fare tra innamorati. Così dice Internet.

jmpk_:

Perché mi hai portato qui? Non sono il tuo burattino.

jj1174:

Non credo di vivere nei tuoi piedi, Jimin. Non ti ho detto di venire per forza.

jj1174:

E poi sarebbe bello che anche tu appendessi le tue scarpe lì.

jmpk_:

Non ho altre scarpe di ricambio con me.

jj1174:

Puoi sopportare il freddo.


Ho detto di non voler essere il suo burattino e invece adesso sto facendo tutto l'opposto.

Rimango in calzini. Cammino verso l'albero e sento il suolo aderire completamente ai miei piedi. Fa freddo ma è vero, posso sopportarlo.

Lego le scarpe ad un ramo dell'albero attraverso i lacci. Faccio un paio di nodi, poi osservo.

Le sue scarpe sono nere. Le mie bianche. Gli opposti, proprio come noi.

"Noi". Non lo avevo mai usato. Dato che in questo mondo il "noi" non esiste praticamente. E' bello dirlo.


jj1174:

Davvero bello l'effetto, non è vero?

jmpk_:

Si... Possiamo parlare di un'altra questione? Quella della foto di ieri.


jj1174 è offline

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ANGOLO AUTRICE

Non so se questa ff vi stia annoiando lol. A me piace molto scriverla e spero sia piacevole anche dal vostro punto di vista.

catisarci k  io ti taggo sempre ancora te ne scordi di leggerla.

fool; jikook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora