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Avviso:

Questo capitolo sarà incentrato solo su una scena e sarà abbastanza corto e tra l'altro il prossimo sarà anche quello finale:(

I'm sorry, ma buona lettura<3


Jimin

Chiudo le fragili porticine bianche delle finestre, lentamente e in modo che non si senta nessun rumore. Da qui non riesco a scorgerlo. Ma è lì, me lo sento.

Mi tuffo nelle coperte, scarpe comprese, maschera anche. Mi copro e sto in silenzio per un attimo, solo io e il mio respiro incessante. Il fiato mi manca sotto il piumone, fa anche caldo. Sono terribilmente nervoso. Ma lui è lì, me lo sento.

Se tutto questo fosse un inganno mi sentirei decisamente meglio, devo dire la verità. Mi sentirei tranquillo che tutto questo fosse finito. 

Ma lui è lì, me lo sento. E' lì per forza.

Apro il cassetto del mio comodino, da cui spuntano delle labbra. Soffici labbra. Da cui spuntano anche degli occhi, che posso percepire vicini, proprio davanti a me, che mi stanno osservando.

Speravo di non rivedere più quella foto, ma in fondo sapevo che l'avrei tirata fuori almeno un'altra volta. E forse altre cento.

Non sono mai stato così fragile e intimorito. Voglio solo sprofondare nel buio più totale e non "vedere" più nessuno.

Do un ultimo sguardo alla mia camera. Odora di paura. 

Chiudo la camera e percorro il tragitto fino alle scale. 

Ne scendo una.

Sento già qualcosa che non va dentro di me.

Ne scendo un'altra.

E' tutto sbagliato.

Ne scendo un'altra ancora.

No, va bene così.

Arrivo all'ultima scala e invece di aspettare un secondo per pensare, riflettere sul da farsi, apro la porta con uno scatto felino e mi precipito fuori.

La tranquillità mi avvolge. Mi circonda solo il fruscio del vento e il suono delle foglie secche che sto calpestando.

Sarebbe stato troppo semplice farsi vedere qui, fuori dalla porta. 

Forse sarebbe stato troppo spaventoso. 

Mi giro attorno, ruoto i miei occhi in tutte le direzioni possibili. 

Finalmente, poi, scorgo una figura seduta sulla panchina del parco. Il parco dell'albero. L'albero delle scarpe appese. A dire la verità, la persona sta fissando proprio quelle. Le trova fantastiche, me lo sento.

Cammino a passi svelti e man mano che mi avvicino a quella panchina sento la tensione salire e scendere, come se non stesse capendo neanche lei la situazione. 

Deglutisco, continuo a muovere le gambe e i piedi. 

La figura è sempre più vicina. Sono sicuro che sia lui. 

E' seduto con una gamba sopra l'altra, con i piedi rivolti verso il basso.


Arrivo davanti a lui, interrompendo i suoi pensieri. 

La mia gola e la mia voce sono bloccate. 

Solo a quel punto mi accorgo che quella è proprio la sua maschera. Lo rispecchia.

I suoi occhi puntano sul mio viso coperto. 

<< Toglitela >>.


Ho sognato per giorni di risentire quella voce, quel bellissimo e limpido canto. 

Prendo i lembi che legano la maschera alla faccia e li sciolgo, facendola cadere tra le mie mani. Sono nudo davanti a lui. 

Jeon J. si alza dalla panchina su cui era seduto e comincia a togliere anche lui la sua copertura. 

Man mano che il viso si scopre, collego tutta la sua faccia alle foto che avevo ricevuto. E' proprio come me lo ero immaginato. Naturale, perfetto, longilineo, senza nessun difetto.

<< Jungkook. Sono Jungkook. >> sussurra.

Il vento mi porta alcune ciocche di capelli in faccia. Udendo il suo nome sento una sensazione quasi di piacere, di gioia. 

<< Jungkook... Sento qualcosa qui...al petto... cos'è? >> gli chiedo.

Batte fortissimo e non riesco a fermarlo. Mi manca anche il fiato, sto sudando e non mi reggo in piedi con le gambe.

<< E' il tuo cuore, Jimin. Batte anche a me, senti. >>.

Jungkook porta la mia mano alla parte sinistra del suo petto. E' lo stesso battito che sento io.

<< Prima su Internet ho letto che normalmente tra innamorati succede. E' normale. >> afferma. 

<< Ah, e poi c'è scritto che gli innamorati....si baciano >>.

Aggrotto la fronte.

<< Si baciano? Come si fa? >> gli domando confuso.

Jungkook mi prende il mento tra le mani e poggia le sue labbra sulle mie, facendomi sussultare e contemporaneamente aderire a lui. Non so cosa stia succedendo attorno a noi, ma sono certo che non mi interessi se qualcuno ci stia guardando. 

So solo che è tutto surreale. 


fool; jikook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora