Dopo aver mangiato il gelato al gusto di Bubblegum, Flaminia corse a casa. Non pensò nemmeno di far visita alla nonna, era troppo eccitata per tutto quello che era successo e continuava a giocherellare con il chip di Hope nella sua borsa.
La casa in cui viveva con i suoi genitori era la villa più grande dell'intero quartiere, che era in sé la parte più ricca dell'intera Romanzia. Al centro del quartiere c'era una piazza rotonda con la scultura di un grande libro di marmo: si diceva che tutti gli autori di bestseller fossero entrati nella fontana che circondava il libro e l'avessero toccato prima di scrivere il loro grande romanzo. Flaminia aveva fatto il bagno lì almeno venti volte e sfregato un angolo della pagina destra del libro al punto da lucidarlo. Che dire, era paranoica.
Flaminia si diresse verso il retro della villa, dato che sul cancello di fronte si radunava sempre una folla di persone che suonavano con insistenza il campanello per chiedere di fare un'intervista ai suoi genitori e altre cose di quel genere. La gente era affamata di notizie, quando si parlava di persone famose, e mamma e papà erano gli scrittori più celebrati di tutta Romanzia. Essere loro figlia le creava molta pressione: tutti si aspettavano grandi cose da lei, ma per fortuna Flaminia non era ancora nessuno, quindi aveva ancora il lusso di poter camminare in giro senza venire riconosciuta o, ancora peggio, senza persone che le chiedessero insistentemente di leggere il loro libro.
C'erano i più disperati, i Non-Pubblicati, che avevano trasformato in un'arte il molestare gli scrittori pubblicati con le loro richieste. Erano considerati alla stregua di mendicanti, e se ne andavano sempre in giro col loro manoscritto sotto braccio, cercando di infilarlo nella borsa di qualcuno. Flaminia aveva perso il conto di quanti libri i suoi genitori avevano buttato nell'inceneritore... metaforicamente parlando, dato che venivano tutti messi su dei Chip. Per leggerli bastava premere un bottone sul Chip finale, e questo avrebbe generato un ologramma dal quale era possibile leggere il prodotto.
Quando un Non-Pubblicato veniva denunciato più volte per molestie, veniva esiliato da Romanzia. Flaminia non aveva idea di cosa succedesse a chi finiva al di fuori delle mura, sapeva solo che là fuori il mondo era orribile. Non c'era posto migliore di Romanzia, le dicevano sempre mamma e papà. E se lei non voleva finire là fuori, se non voleva finire fra i Non-Pubblicati, doveva darsi una mossa a scrivere il suo romanzo.
Flaminia estrasse un badge e lo passò sul lettore accanto all'alto cancello in metallo, una lastra lucida e liscia, l'unico accesso fra le mura della villa.
Il cancello si scostò di lato quanto bastava per farla entrare e Flaminia sgusciò all'interno. Il giardino della villa era un piccolo parco: al centro di esso c'era una fontana sulla quale erano raffigurati mamma e papà, la prima con indosso dei vestiti da avventuriera, come la sua Destiny, e il secondo con degli occhiali da intellettuale e una lunga pergamena nella mano destra.
Flaminia osservò il posto vuoto davanti a loro e sorrise. Un giorno sarebbe stata anche lei su quel piedistallo e la gente l'avrebbe supplicata per avere un autografo. Sperava che i Non-Pubblicati l'avrebbero lasciata in pace: non le era mai piaciuto quando ne incontravano uno durante le loro uscite di famiglia. Un po' le facevano pena, con i loro occhi arrossati e l'aria smunta. "Il mio libro è interessante! Vi prego, datemi una possibilità!", dicevano, ma nessuno li ascoltava. Di solito papà aveva sempre le parole giuste per allontanarli, molto comprensive, come ad esempio: "Il tuo libro non segue le correnti letterarie, mi spiace, ma hai sprecato la tua occasione" oppure "Se solo avessi scritto in modo più intelligente!". Le sue osservazioni erano corrette, eppure a volte i Non-Pubblicati le prendevano molto male. C'erano stati persino quelli che avevano tentato di rovesciare la loro limousine, e in quei momenti Flaminia aveva avuto molta paura. Poi erano arrivati i Poliziotti dei Cartacei e li avevano sistemati per bene quei cialtroni, ma Flaminia non sarebbe mai riuscita a dimenticare del tutto lo sguardo su quelle facce sciupate come la pagina di un vecchio libro dimenticato.
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La società degli scrittori
Ciencia FicciónNella società di Romanzia entro il compimento dei tredici anni bisogna scrivere il primo romanzo. Flaminia è alle prese con questo difficile compito e si reca al Supermercato dei Personaggi, dove si possono acquistare ogni genere di mezzi letterari...