Flaminia cominciò a tamburellare sul poggiolo della sedia e a mordersi il labbro inferiore. Non aveva idea di che Celletta stesse parlando quella donna e, se non lo sapeva lei, Kyle doveva essere ancor più lontano dalla soluzione. Però il ragazzo mise su un sorriso sicuro e passò con disinvoltura un braccio attorno alle spalle della giovane. Caleb ringhiò di nuovo, un po' più forte.
«La Celletta, già, già. Proprio quella, che... perdonami, tesoro, sono solo un po' confuso al riguardo. La mia mente è sempre stipata con le trame di grandi bestseller e a volte è difficile ricordarsi delle cose di tutti i giorni.»
La ragazza arrossì fin sopra i capelli, raccolti in uno chignon troppo lucido per essere naturale, e indicò il corridoio sul lato destro della stanza principale, illuminato da delle lampade a forma di goccia.
«Se ha bisogno di andarci, posso portarla io lì» disse la scrittrice, con un sorriso a trentadue denti.
«No, non ce n'è bisogno. Non vorrei mai che le vostre gambe leggiadre si stancassero per un compito di tanto banale. Ci manderemo le mie prendi-appunti, loro potranno cercare qualcosa di interessante al posto mio.»
Kyle fece cenno a Flaminia e Hope di allontanarsi. La ragazzina per un istante fu impressionata dalla sua abilità attoriale: Kyle sollevava la testa e faceva la stessa smorfia altezzosa di papà. Era difficile distinguerlo dall'originale, persino per lei. Però ora avevano modo di raggiungere quella Celletta, di qualunque cosa si trattasse. Sperava che ci avrebbero trovato l'ispirazione necessaria.
«Piuttosto di parlare della Celletta, perché non discutiamo delle scommesse della settimana?»
Hope e Flaminia si erano già alzate, ma si fermarono per sentire cos'aveva da dire l'uomo che aveva appena parlato. Si trattava di un quarantenne alto e in carne, con indosso un panciotto dai bottoni allentati, talmente era prominente il suo addome. Aveva delle guance rubizze e una bombetta troppo piccola per il suo ampio capo. Portava una matita dietro l'orecchio destro, un vezzo che credeva lo rendesse più artistico.
«Scommesse, mio caro?» chiese Kyle, con uno dei suoi sorrisi abbaglianti. Era difficile non perdere il filo dei pensieri, quando i suoi occhi cominciavano a emanare quella luce calorosa e comprensiva, come se non si potesse dire niente di sbagliato davanti a lui.
«Forse per via dei vostri innumerevoli impegni non avete saputo, signore» farfugliò l'uomo, a disagio e allo stesso compiaciuto per aver ottenuto l'attenzione dei presenti. «Ma è già stata pubblicata online la Classifica dei Debuttanti! Pensavo l'avreste avuta molto a cuore quest'anno, dato che c'è anche vostra figlia. La piccola Flaminia compirà tredici anni quest'anno, non è vero?»
«E' corretto» sussurrò Kyle. Per un istante non era riuscito a controllare la sorpresa, ma si affrettò a ricomporre la sua espressione e a tirare di nuovo fuori il suo sorriso scioglicuori. «Però, sapete, proprio per questo ho evitato la classifica. Non vorrei mai scommettere in una gara dove Flaminia è coinvolta.»
Alcune donne si lasciarono sfuggire dei sospiri innamorati.
«Che uomo nobile» sussurrarono, guardandolo con guance arrossate e sguardo appassionato.
«Non scommetterebbe mai sulla dolce Flaminia!»
L'oggetto della scommessa, però, era a dir poco scioccato. Non aveva idea che esistesse una Classifica dei Debuttanti. Papà e mamma non le avevano mai detto niente di tutto ciò.
Hope la afferrò per un braccio.
«Vieni» sussurrò. «Dobbiamo andare!»
«Ma voglio ascoltare» ribatté Flaminia, puntando i piedi.
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La società degli scrittori
Ciencia FicciónNella società di Romanzia entro il compimento dei tredici anni bisogna scrivere il primo romanzo. Flaminia è alle prese con questo difficile compito e si reca al Supermercato dei Personaggi, dove si possono acquistare ogni genere di mezzi letterari...