La prima psicologa.

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Ho parlato tanto con lei.
Le ho raccontato tutto quello che mi capitava per la testa.
Tutto quello che mi stressava.
Ciò che mi spaventava.
Quello che mi interessava.
Tutti i miei « oscuri » segreti.
Tutte le mie paranoie.
Ho condiviso con lei la mi infanzia.
E la mia giovane adolescenza.
E quanto avrei voluto essere vecchia.
Perchè,ammettiamolo, malattie a parte, le persone anziane fanno una bella vita.
Il coronamento della mia vita sarà quando mi troverò seduta, su una sedia a dondolo, nella veranda tinteggiata di bianco di una casa in campagna, in mezzo ad un campo di girasoli, al tramonto, guardando i miei nipotini che giocano tra i lunghi steli di quella distesa infinita di fiori.
Ma l'unico problema é che lei non mi ha aiutato affatto.
Anzi.
Mi ha messo in testa delle enormi cazzate.
E io, o ci credevo seriamente, o le davo dell'incompetente.
Quante volte le ho detto che non sa svolgere il suo lavoro! E lo ripeto a non finire.
E le ripeto quanto tutte le persone di questa terra non comprendano (me compresa) cosa succede nella mia stupida e ottenebrata mente.
E le ripeto ogni santa volta quanto tutti se ne freghino di quello che sto passando.
Di quando mi prendevano in giro perché secondo loro ero grassa e di come mi prendono in giro ora perché sono troppo magra.
Mi danno dell'anoressica: io non posso andare lì e dire «si sono anoressica, e allora? Qualche problema?» No, non ci credo. Io non sono malata. Voi lo sapete benissimo. Vi inventate tutto a mio discapito per farmi tornare ad alimentarmi.
Io non voglio mangiare. Voglio solo scomparire lentamente senza lasciare traccia.
Voglio che la gente smetta di parlare o di fare qualsiasi cosa.
Voglio che questo mondo si fermi, non ruota troppo in fretta?
Voglio che questa litania costante nella mia testa si blocchi di colpo così che il mio udito possa abbracciare un silenzio assoluto, un silenzio assordante.
Un silenzio eterno.
Zitti, vi prego. Zitti.

E poi utilizza sempre questi bigliettini del cavolo, dove disegna i suoi stupidi schemi per cercare di spiegarmi qualcosa che a parole non é in grado di estraniare.
Uno psicologo non può fare così. No?!
Secondo me una psicologa che non capisce come esprimere quello che pensa non dovrebbe cercare di aiutare altre persone perché rischia solo di compromettere la loro situazione che é già messa male.
Non dovrebbe cercare di portare ad un livello di autostima più alto una persona che non vuole vivere. Una persona che vuole semplicemente chiudere gli occhi per sempre.
Non dovrebbe uccidermi piano piano.
Non dovrebbe.
Mi aiuti, sto urlando, sto piangendo.
Ma lei non mi sente.
Lei non mi vede.

{quello che sto per scrivere è, per me, molto imbarazzante}
Poi l 'altro giorno è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso del mio fiume di lacrime.
Il brutto é che mancano pochissimi giorni a Natale. E ho sempre avuto questa tradizione con gli amici di famiglia di fare questa grande festa in cui ci si scambiano dei regali assurdi, ma non è questo l'importante.
Quel giorno coincideva proprio con quella festa pochi giorni prima di Natale.
Quel giorno è stato uno schifo perché ho sostenuto tre sedute (nutrizionista, dottore e psicologa) nello stesso giorno.
E vi giuro che è già impossibile sostenerne una senza scoppiare in lacrime figuriamoci tre.
La psicologa è arrivata per ultima.
Verso sera.
Ero già emotivamente distrutta: in tanti piccoli granelli di polvere di speranza buttati nel vento per scomparire (grazie alla nutrizionista, prima e al dottore, poi.)
Ma lei ha spazzato la scopa su quei poveri granuli.
Li ha definitivamente sparsi per la terra a marcire lentamente.
Aveva scoperto che sono sempre stata stitica, fin da bambina.
E dopo numerose domande (che vi risparmio) sul colore e sulla forma del " vasino " che utilizzavo da piccola, mi dice in sintesi che i bambini stitici non vogliono bene ai loro genitori perché non vogliono dare loro la soddisfazione di fare i loro bisogni. E quindi non gli vogliono bene.
Quindi ha detto che non faccio i miei bisogni perché non voglio bene ai miei genitori.
Io dico: MA SCHERZIAMO?!?! Mi vuole prendere in giro?!
Tanto per aggravare la penosa situazione psicologica in cui verso.
Beh c'è l'ha fatta.
Mi ha distrutto.
Ancora.
E ancora.
Solo grazie a semplici parole.
È proprio vero che le parole feriscono più di una spada.
È proprio vero che tutto questo mi sta capitando per delle stupide parole messe alla rinfusa all'interno di una frase.
È proprio vero che la gente parla e parla e parla senza pensare alle conseguenze.
È proprio vero che la società di oggi è in degrado.
È proprio vero che mi sta uccidendo.

L'altro giorno mi ha addirittura proposto l'ipnosi! MA CI RENDIAMO CONTO?! L'IPNOSI?! Ma cosa crede?! Che funzioni? Con una scettica come me?!
« Ma non mi faccia ridere per favore. »
La mia risposta.
Oppure con quelle stupide immagini, quelle che fanno vedere gli psicologi, quelle informi macchie nere su uno sfondo bianco.
E lei mi ha chiesto di dirle cosa ci vedevo e raccontare una storia.
Ma quel giorno proprio non ero in vena, poteva servire a qualcosa. Poteva.
Ma quel giorno proprio non ne capivo l'utilità.
Sono sempre stata scettica in queste cose.
Non ne capisco il senso.
In realtà se non vedo veramente che questa cosa funziona non voglio proprio provarci.
Non voglio provare a guarire.
Non voglio provare a mangiare.
non voglio provare a crescere.
Non voglio provare a vivere.
Non con un aiuto come questo.
Non con tali stupidi stimoli.
Che poi, quali stimoli?!
Parole buttate al vento che risuonano nell'infimo spazio dello studio.

Quando mangiavo solo nuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora