Fa freddo, no?

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Avete mai provato quel freddo, quello che ti penetra nelle ossa, quello che ti raggiunge il cuore, quel freddo che a volte viene più da dentro che da fuori.
Quello che cerchi in tutti i modi di scacciare: con un maglione, o magari, una coperta.
Ma l'unica cosa di cui avresti bisogno è qualcuno che ti stia vicino. Certo ho i mei genitori. Ma sento proprio il bisogno di confidare tutte le cazzate che faccio a qualcuno di esterno, qualcuno di imparziale. Qualcuno che mi aiuti e che non faccia parte della mia famiglia.

Io, il freddo, cerco di scacciarlo a forza di strati di vestiti: non accetto il fatto che sia lì,dentro di me e non là fuori.
Che poi là fuori fa ancora più freddo perché le persone lo rendono tale.
Riescono sempre a rovinare tutto con una minima espressione o una parola sussurrata.
Riescono a farti stare male con una risata.
Perché, ditemi, non potete ridere di qualcosa che non implichi per forza le lacrime di un altro povero malcapitato?
Non avete mai pensato alle conseguenze?
Bene io adesso penso solo a quelle... cosa succede se finisco di mangiare una stupida mela invece di lasciarne sul piatto 3/4? Secondo quello che mi avete insegnato grazie alle vostre risate divento una balena ma se penso con razionalità non succede assolutamente niente...ora a chi dovrei credere?
Sicuramente a voi per non sentire più il vostro animalesco brusio nella testa.

In ogni caso il mio abbigliamento si divide in strati.
Il primo : reggiseno (che ormai non riempio più) mutande, canottiera e due paia di calze, quelle lunghe,quelle pesanti, quelle di flanella.
Secondo strato: maglietta a maniche lunghe (quelle basiche che compri da tezenis) ,un paio di jeans e un paio di calzini normali, di quelli che arrivano appena sotto la caviglia.
Terzo strato: un maglione pesante (preferibilmente oversize)
Quarto strato: giacca invernale.
Quinto strato: sciarpa di lana e guanti.
Eppure sono sempre lì, al mio amato calorifero: in classe, a casa, dalla nutrizionista, dalla psicologa...ovunque.
A scuola sono così dipendente da quella meravigliosa invenzione ( senza la quale morirei di ipotermia) che le mie compagne gli hanno perfino dato un nome: Ferdinando.
No, non so perché si chiami così.
Ma è un nome simpatico.
Suona amichevole.
Ho bisogno di un amico.
Magari sarebbe preferibile in carne e ossa e non in alluminio...
Ma eccomi li come sempre che sbarbello in giro per casa con la mia solita sciarpa a quadretti.
Ma eccomi li come sempre che mi stringo nella giacca per evitare gli spifferi.
Sono sempre lì sotto una coltre di vestiti.
Sono sempre lì a coprirmi troppo per non far vedere a tutti quanto sono grassa.
A oggi peso esattamente 43,7 kg il mio BMI è di: 15,3 ——grave magrezza (non ci credo minimamente. )
E i medici sono sempre più fissati con il fatto che sia malata sul serio.
Ma non mi vedete? Strabordo da tutte le parti, ma:
IO STO BENE.
IO NON SONO MALATA.
IO NON VOGLIO MANGIARE.
IO STO MORENDO.
IO NON LO VOGLIO AMMETTERE.
IO VOGLIO SOLO SPARIRE.

Stai facendo la cosa giusta,
Non ci stiamo forse divertendo a aspettare che i giorni passino e che le ossa inizino a spuntare?
Io le vedo ma non sono ancora abbastanza sporgenti.
Devi imparare a mangiare meno.
Seicento calorie sono troppe non credi?
Si, decisamente.
Devi fare una scelta:
Mangiare (e quindi )diventare grassa( e quindi ) ricominciare a soffrire per le prese in giro?
O preferisci non mangiare (e quindi) dimagrire (e quindi) essere bella per una volta nella tua vita ( e quindi) essere finalmente accettata?
Decidi, ma in fretta.
Potresti cambiare drasticamente la tua vita.
Pensa alle conseguenze.
Pensa alla tua stabilità mentale.
Pensa a te.
Pensa al tuo orrendo corpo.
Pensami.

Voglio solo imparare a capire come fare con lo schifo che mi ritrovo come corpo.
Guardami, ti prego guardami.
Dimmi cosa vedi e urlamelo.
No, come pensavo, Non sento niente.
Non c'è mai nessuno quando hai bisogno di aiuto per non autodistruggerti.
Perché, eccomi, sono io il nemico numero uno di me stessa.
In fondo sono io che mi sto uccidendo perché sono inutile, come lo sono tutti quelli che mi dicono «no, ti giuro , sei magra» TI GIURO? Io dovrei credere a delle parole pronunciate così a caso?
Senza nessuna base, nessun modello se non il mio corpo. Ma come faccio a credere a quello che dite se sono quella che conosce meglio il mio corpo? In fondo ci convivo da tredici anni.
Non potete dire niente sul mio corpo che io non sappia già. Non potete dire fandonie su come è fatto, su quanto è largo. Né in un eccesso né nell'altro.
Ma ora sono qui che vi urlo che so cosa sono. So che cosa devo fare.
Così non potrete dire più niente.
Basta scomparire.
Voi non vedrete più niente e io nemmeno.
Non ci sarà più niente di cui sparlare, di cui ridere, di cui meravigliarsi, niente di cui scusarsi.
Non potrete dire più niente perché sara tutto finito.
Non potrò perdonarvi perché non sarò più qui.
E vi sentirete in colpa per il resto della vostra vita. Perché io, nell'infinito lassù dove andrò, sentirò sempre le vostre risate.

Prima però vorrei solo che mi aiutaste a scacciare tutto questo freddo.
Soffocherò,prima o poi, qui sotto, sotto una coltre di vestiti tessuti con sottilissimi fili di risate meschine e decorati con pezzi di mela gettati qui e là.

Quando mangiavo solo nuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora