Capitolo 4 - L'angoscia del lupo.

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Capitolo 4

L'angoscia del lupo.

Stiles si svegliò e ringhiò, arricciando il naso a causa del cattivo odore che lo circondava

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Stiles si svegliò e ringhiò, arricciando il naso a causa del cattivo odore che lo circondava. Ha provato a muoversi ma era completamente incatenato. Le sue mani e caviglie avevano manette con un materiale resistente preparato per quello. Aprì gli occhi cercando di vedere oltre l'oscurità che lo circondava e raggiunse le gabbie... Gabbie? Perché dovrebbero esserci delle gabbie? Annusò e niente, fu come se non avesse trovato nulla, non sentisse l'odore del suo stesso aroma.

Un brontolio la fece svegliare e poi cominciò a sentire dei passi e come se qualcuno stesse trascinando un bastone di ferro contro le sbarre delle gabbie. Almeno era quello che Stiles supponeva. Le luci si accesero e quando i suoi occhi si abituarono alla chiarezza vide tutto più chiaramente.

Non capiva molto bene cosa stesse succedendo, ma a causa di ciò che vedeva, capiva qualcosa: le voci dei rapimenti dicevano che si trattava di un'organizzazione e sì, era un'organizzazione, e sì, hanno anche rapito degli omega. Stiles vide le gabbie e non due o tre, nel suo campo visivo entrarono almeno cinquanta gabbie con omega nello stesso stato del suo. In piccoli panni, incatenati e drogati, senza dimenticare il colletto nero che tutti indossavano. Erano come animali.

Il rumore si fermò e Stiles spalancò gli occhi. Non potrebbe accadere. Erano gli Argent? La famiglia della fidanzata del suo migliore amico?

«Piccolo...» mormorò Kate, una delle donne più temute della comunità Omega.

Stiles lo guardò con disprezzo:«Tesoro, non guardarmi così... guarda lo stato in cui ti trovi e poi scegli come guardarmi.» disse beffardo.

«Che cos'è questo?» a chiesto con disgusto «cosa fanno con gli omega?». «Che cosa facciamo con TE?» fece notare. Il coro di Stiles tremò e capì cosa voleva chiarire. Stiles era ora nelle sue mani. «Beh...non molto, è davvero insignificante» inclinò il viso per un secondo. Stiles spostò le sue catene allungando la mano per afferrarla ma lei era più veloce, molto di più. «oh, no caro... con me non farti coinvolgere» ha detto beffardamente «non perché sei figlio di Stilinski significa che non riceverai punizioni appropriate» «Che cosa deve fare mio padre?» Stiles fece un passo indietro. «Non posso crederci» Kate rise euforica «non sai nemmeno questo?!» ha guardato fintamente triste il ragazzo «É un vero peccato... ma non posso fare molto, è Gerard che parlerà con voi e discutere di ciò che cosa ti succederà... al tuo corpo...e cosa succederà se collaborerai come se non lo farai, detto fra noi a me piace di più quando non collaborano.» disse facendomi un occhiolino.

Se ne andò, ma le luci non si spensero, Stiles era un po' più isolato dagli altri, poteva vederli tutti, biondo, castano, più vecchio...più giovane.

«Hey...» provo a parlare con chi era il più vicino. Questo lo guardò e negò «no cosa?» «non parlare» sussurrò l'altro «non gli piace che noi parliamo.» «perché no?» Stiles lo guardò torvo «solo...» «Ehi. 204!» il biondo si girò spaventato e presto i suoi occhi si riempirono di lacrime, ansimò, iniziò a mancargli l'aria

Lazos "legame"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora