CAPITOLO 13

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Il lieve rumore della porta che si apre mi risveglia dal mio magnifico sonno. Chi è e che cosa vuole nel pieno della notte da me?

'Forse è un maniaco? '
Sì, ovvio ed è riuscito ad entrare senza fare rumore e quindi svegliare nessuno e a captare coi suoi raggi x quele delle stanze fosse la mia. Mi sembra logico.
'Oh, senti, non sarà la prima cosa che immagini, ma non puoi negare che non sia possibile.'
Sì, magari in un film...

Il rumore di passi si intensifica facendomi localizzare la sua posizione. Si sta avvicinando al letto.

Magari è solo Brayan, no? In fondo potrebbe aver deciso di andare a letto un po' più tardi e quindi di darti la buona notte ora...
'Già, oppure è solo Megan che ha fatto un incubo o vuole sapere di più su- '

Sento le coperte spostarsi e la metà del letto alle mie spalle piegarsi sotto un peso notevolmente più grande di quello di una tredicenne ossuta. Sento l'individuo sistemarvisi sotto, per poi attirarmi a se con un braccio.
Riconosco subito il suo odore. Come potrei dimenticarlo? Io ci ho provato, ma, dopo svariati tentativi, ho classificato il caso come chiuso e l'ho archiviato nei meandri della mia testa.
Lo sento avvicinare la testa alla mia schiena, tanto da farmi il solletico con i suoi capelli.

«So che sei sveglia.»

La sua voce è roca e stanca.
Rimango immobile per simulare un sonno profondo che però lui interrompe con un bacio sul collo. Milioni di brividi mi attraversano il corpo come piccoli fulmini facendomi gemere lievemente.
Sospiro sconfitta rimanendo però nella posizione in cui mi trovo.
Lo sento stringermi ancora di più lasciandomi una scia di baci dal collo fino alla mandibola.

«Cosa stai facendo.»

Esclamo a bassa voce una volta ritrovata la ragione. Ma cosa diavolo pensa di fare? Insomma, avevamo deciso di ricominciare sì, ma dall'inizio! Non può intrufolarsi nel letto e baciare uno pseudo conoscente.

«Mi sistemo meglio.»

Sussurra spiaccicandomi al suo petto.

«Forse non ti sei reso conto che questo è il mio letto!»

Gli rispondo cercando di allontanarmi da lui. Tentativo ovviamente inutile, coi muscoli che ho nemmeno quando forme riuscirei ad allontanarmi.

«Lo so, ma ti devo dire una cosa.»

Mi fermo aspettando che parli.

«Sono sonnambulo.»

Rimango pietrificata.

'E se uccidesse qualcuno per sbaglio a causa di un incubo? '
Non voglio pensarci. Sono già stressata di mio, non mi serve anche questo problema.
'E se ti stuprasse? '

Per poco non mi soffoco con la mia stessa saliva.

«S-sonnambulo?»

Gli domando con un filo di fiato.
Lo sento annuire soltanto. Il terrore mi invade ed il mio corpo, come per proteggersi si irrigidisce.
Lui è sonnambulo e... Aspetta un attimo!

«Tu non sei sonnambulo!»

Scoppia a ridere.
Mi giro dalla sua parte cominciando a colpirlo ripetutamente con Pempo Peloso il mio pupazzo preferito da quando avevo due anni. Lui per ripicca comincia a farmi il solletico, così aumento i colpi.

«Ahi, ahi! Basta, basta, hai vinto! Mi arrendo.»

Alza le mani in segno di resa.

«Sei un'idiota.»

Sboffo mentre mi giro su un fianco per dargli le spalle, al che lui mi blocca posizionando la sua testa sul mio ventre.

«Non riesco a dormire se non ci sei tu.»

Mi confessa con un filo di voce lasciandomi ad occhi aperti.

«So che vuoi che ricominciamo, ma io non posso, non ce la faccio. Questa stupida finta mi porterebbe via troppo tempo durante il quale invece potrei stare con te.»

Continua disegnandomi con l'indice piccoli cerchi sul basso ventre.
Accorgendosi forse che non emetto nemmeno un fiato continua a parlare.

«Lilia, se tu davvero vuoi ricominciare da zero allora io non mi opporrò più. Me ne ritornerò nella mia stanza aspettando che tu sia pronta a volermi di nuovo. Basta che tu me lo dica. Dimmi che non mi vuoi ed io me ne andrò, te lo prometto.»

Alza la testa per guardarmi dritto negli occhi. Quegli occhi che ormai sono diventati un'ossessione costante durante il giorno ed anche per tutta la notte, più forti della droga e più comuni di una margherita. Quegli occhi che, anche non volendo, ho cercato ovunque e che sempre riconoscerò tra milioni di uguali. Gli unici che mi fanno battere il cuore a mille facendomi arrivare il sangue dritto al cervello, gli unici che con un solo sguardo riescono a farmi provare mille emozioni contrastanti. Gli unici che cerco quando ho bisogno di casa.

«Lil?»

Domanda in un lieve sussurro sconsolato, alto quanto basta da farmi andare in pappa il cervello e a spegnere il mio buon senso.
Gli afferro il viso con entrambe le mani e con la foga di una giovane leonessa lo spiaccico sul mio. Le nostre labbra vanno in colluttazione come due steroidi, muovendosi freneticamente piene di disperazione. Troppo tempo erano state tenute lontane e troppe volte erano state fermate dal volersi riunire per sempre.

Ora nessun buon senso e nessuna coscienza avrebbero potuto impedire l'inevitabile.
Ci stacciamo tutti affannati, cercando di riprendere fiato.
Lo vedo sistemarsi accanto a me e riavvicinarmi a lui. Mi accoccolo tra le sue braccia facendomi cullare dalla sua scia di piccoli baci, fino ad abbandonarmi ad un sonno tranquillo e perfetto. Uno di quelli che ormai credevo di aver smesso di fare per sempre.

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