CAPITOLO 8

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Lo guardo senza sapere che cosa dirgli.
Mi ucciderebbe se gli dicessi che ne ero già a conoscenza, e non oso immaginare a cosa mi farebbe se sepesse che sono persino andata, anche se non di mia spontanea volontà, ad una delle sue gare.

«Lilia, devi stargli lontana, hai capito?»

'Lo dice come se fosse facile. '
Già...
'Se non sei tu a correre da lui e lui che viene da noi! '
Cosa!
'E guarda in che situazione siamo ora! '
Sai che non è tutta colpa mia.

«Lilia, rispondimi.»

I suoi occhi sono puro fuoco. Cavolo, si sta arrabbiando.

«Bryan, non posso stare lontano dalla persona che amo.»
«Ma tu non vuoi capire allora! Lilia lui è uno di loro, e per giunta ti ha fatta soffrire. Io non voglio che tu stia con uno di loro, ok?»

È calmo, ma so che è solo apparenza. È davvero furioso come solo poche volte mi è capitato di vedere. Prendo un bel respiro e mi avvicino alla porta. Il suo sguardo mi segue pronto a bloccarmi, ma io non ho intenzione di uscire, o meglio, non prima di aver sganciato la bomba già innescata.
Poso una mano sulla maniglia, pronta per la fuga, e parlo.

«Bryan, tu non puoi sempre dirmi quello che deve fare. La vita è mia e come tale le decisioni le prendo io, io e nessun'altro. Io non starò lontana da Jonathan solo perché è nel giro, non sarebbe giusto perché anche quando c'eri dentro tu non ti ho abbandonato.»

Non gli lascio nemmeno il tempo di reagire che esco come un razzo dalla sua stanza e mi butto a capofitto giù per le scale.
Mamma e papà non sanno di quel suo periodo nero e con loro in circolazione non potrà tirare fuori l'argomento.

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