CAPITOLO 23

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«Maggy, mi lanci il ketchup?»

Domanda mio fratello intento a terminare il suo hamburger.

«Eccolo!»

Esclama lei lanciandolo con noncuranza. Con una mossa alla Matrix mi sposto dalla traiettoria appena in tempo prima che l'oggetto mi prendesse in pieno.

«Papà, stasera devo abbrustolire i marshmallows per le stories di instagram.»

Sentenzia mia sorella interrompendo il silenzio che si era creato.

«Maggy, i marshmallows sono per domani.»

Mia madre la fulmina con lo sguardo per poi incrociare i suoi occhi indagatori nei miei.

«Che fine ha fatto Jonathan?»

Mi domanda e per poco non mi soffoco con un boccone. Sento mio fratello accanto a me irrigidirsi infastidito dalla domanda.

«N-non lo so mamma... Forse è al telefono.»

Mormoro ricordando la chiamata di qualche ora prima.

«Perché non lo vai a chiamare? La sua cena si sta raffreddando.»

Borbotta mio padre tutt'intento a mangiare il suo enorme panino. Sospiro voltandomi verso il camper. Effettivamente è tutto il giorno che non esce di lì e non ha voluto nemmeno pranzare.

'Guarda il lato positivo, almeno potremo chiarirci... Sai, fare quel discorsetto. '
Sì, ho capito.
'Bene, allora alza le chiappe e muovi quel culone flaccido e- '
Hey! Non serve offendere.

«Torno subito.»

Dico soltanto per poi alzarmi ed arrancare verso il camper.

Non so cosa dirgli...
'Mi prendi in giro, vero? '
No... Non credo di farcela.
'Devo solo obbligarlo a dirci la verità, non devi mica chiedergli di regalarti i suoi organi! '
Ma cosa? Che schifo!
'Oh, ti prego, abbiamo visto di peggio. Ora non fare la cacasotto e muovi le chiappe. '

Con riluttanza ascolto la mia coscienza ed accelero il passo. Una volta entrata non mi serve cercarlo perché me lo ritrovo davanti. È seduto al piccolo tavolino, con i gomiti che sorreggono la testa mentre guarda il cielo pieno di stelle. La luce della luna lo investe facendo risaltare la sua diabolica bellezza.

«Lilia?»

Mormora leggermente sorpreso facendomi riprendere dal mio stato di venerazione.
Sorrido come una scema senza sapere cosa dire.

«Credevo mi stessi evitando.»

Deglutisco vistosamente mentre il sorriso da ebete si colora di circostanza.

«È quello che stavo facendo in effetti...»

Borbotto con un filo di voce. Non credevo che questa conversazione sarebbe stata così imbarazzante. Averlo saputo prima me la sarei evitata.

'Ormai sei qui, polla. '

«Ah.»

Fa un lieve cenno con la testa per poi tornare a fissare il vuoto tra una stella e l'altra.

«È solo che ero arrabbiata con te...»
«Se è per il fatto che non sono tornato con te mi dispiace, non riuscivo a sopportare l'idea che tu avessi avuto una storia prima di me. Non volevo ferirti.»

Mormora senza incrociare il mio sguardo. Il suo tono è calmo e malinconico, come se sapesse già che il nostro è un amore impossibile.

«Non era per quello, o meglio, anche per quello ma di più per un'altra cosa...»

Biascico cercando di dare un senso ai miei mille pensieri che nelle ultime ore mi hanno perseguitata. A volte vorrei che esistesse un apparecchio che permettesse ad ognuno di noi di leggere il pensiero dell'altro. In questi casi sarebbe l'ideale.

«Ah no?»
«No.»

Sbuffo sedendomi difronte a lui.

«Ieri pomeriggio, dopo che sono tornata senza di te, mio fratello mi ha parlato.»

Il suo sguardo si fa più intenso mentre si raddrizza sulla sedia.

«Mi ha raccontato di aver fatto delle ricerche sul tuo conto e di aver scoperto che hai dei grossi problemi legati al giro.»

Lo guardo in cerca di una qualche espressione che non tarda ad arrivare.

«C-cosa?»

Mormora soltanto spalancando gli occhi in una smorfia sbigottita.

«Dice che con te la mia vita è a rischio.»

Concludo con tono deciso.
Il suo sguardo si fa improvvisamente cupo mentre si appoggia allo schienale nascondendo il suo viso nell'ombra dell'abitacolo.

«Ok.»

Il suo tono è inespressivo, vuoto. Corrugo la fronte senza capire. Come può reagire così dopo tutto quello che gli ho detto?

«Allora è così? È vero? T-tu me l'hai nascosto...»

Biascico cercando di fare chiarezza nel mio mare di dubbi.

«Dipende.»
«D-da cosa?»
«Se tu gli credi o meno.»

Sibila rimanendo nell'ombra.

«Sì. Lui non mi mentirebbe mai.»

Esclamo sicura. Conosco Bryan da sempre, la sua vita è praticamente la mia. Non mi mentirebbe mai.

«Allora ti sei risposta da sola.»
«No invece. Voglio sentirtelo dire Jonathan.»

'E porca miseria, e tutto sto coraggio da dove viene? '
Non lo so ma spero che duri...

«E che cosa dovrei dirti? Che c'è un tizio che vuole qualcosa da me e se non l'avrà mi distruggerà? È questo che vuoi che ti dica Lilia? È questo!»

Sbotta improvvisamente rabbioso.

«Quindi è questo il tuo modo di amare una persona, la illudi e la accechi per poi trascinarla negli abissi della tua vita.»

Lo guardo delusa. Speravo nel profondo che negasse tutto, che mio fratello mi avesse mentito per spingermi ad odiarlo, ma invece ha fatto tutto da solo.
Mi alzo per uscire da quel camper che si fa sempre più stretto quando la sua mano afferra debolmente il mio polso bloccandomi.

«Perché dici questo?»

Il suo tono è tornato debole e ferito, come prima.

«Io ti amo davvero e non mi potrei mai perdonare se ti succedesse qualcosa... Nessuno può toccarti finché sarò vivo.»

Mormora per poi voltarmi e incastrare i suoi occhi azzurri nei miei.

«Tu sei il mio cuore Lilia. Ti proteggerò sempre, anche quando non mi vorrai più al tuo fianco...»

Una lacrima solitaria solca il suo viso rivelando ai miei occhi il vero Jonathan.

«Promettimi che non lo farai più.»
«C-cosa?»
«Che non parteciperai più a nessun'altra corsa. Che uscirai seduta stante dal quel giro che ti sta risucchiando lento giorno dopo giorno. Promettimelo.»
«Te lo prometto.»

Le mie labbra si avventano sulle sue in un bacio disperato, mentre i nostri corpi si stringono l'un l'altro sotto i candidi raggi di una luna piena.

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