Capitolo 3

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Buonasera ❤

Serena

Esplosi in una fragorosa risata quando notai David strabuzzare gli occhi e trattenere il respiro. Socchiuse gli occhi ed emise un lungo sospiro attraverso i denti serrati, poi gli gettai le braccia al collo e lui sfiorò il mio viso, tracciando lentamente i contorni. Rabbrividii convulsamente quando le sue mani mi accarezzarono leggere, delicate e sapienti...

Conosceva bene le donne. Le conosceva molto bene. Lo sentivo dal modo in cui mi accarezzava. Il mio corpo reagì al suo tocco e mi inarcai verso di lui. Desiderai sentire il sapore delle sue labbra e volevo che in qualche modo dissipasse i miei pensieri. L'oscurità  sembrò accentuare la consapevolezza della sua vicinanza.
Mi sentivo inebriata dal fresco aroma del suo profumo. Emanava classe da tutti i pori. Classe e sensualità. Non assomigliava a nessun altro uomo che avessi mai conosciuto. Aveva un'aria al contempo pericolosa ed eccitante, ed io ero attratta da lui in un modo che mi scioccava e mi faceva vibrare.  Volevo che continuasse, volevo che mi lasciasse naufragare nel  profumo caldo e virile del suo corpo. Istintivamente strinsi le braccia che circondavano il suo collo, ma quel gesto parve infastidirlo perchè si allontanò rapidamente da me, mettendo quanta piú distanza tra di noi. Si posizionó dietro alla sua scrivania e sprofondó nella poltrona mentre il suo sguardo non mi lasciò un solo istante.

Per alcuni attimi avevo sperato che lui riuscisse a vedermi con occhi diversi e invece
mi stava nuovamente trattando come una ragazzina, non come una donna... Non come la donna che sapevo avrei potuto essere con lui. Una donna che desiderava compiacere il suo uomo e che chiedeva solo di essere viva tra le sue braccia.

Feci un grande sforzo per non piangere e ricacciai indietro le lacrime. Contai mentalmente fino a dieci, cercando di recuperare il controllo e se possibile anche un po'  del mio orgoglio ferito. Poi fingendo indifferenza continuai nel mio discorso.
Avevo un piano e mi sarei arresa solo quando anche l'ultima possibilità di conquistarlo sarebbe svanita.

«Tornando al mio discorso...se tutto andrà secondo i miei piani, non ci sarà nulla di volgare in quello che faró.» dichiarai risoluta a non farmi intimorire. «Non sono stupida né una poco di buono e non ho assolutamente intenzione di buttare via la mia verginità con il primo che capita. Proprio per questo motivo la mia intenzione é  quella di sposarmi. Naturalmente, con il primo uomo che accetterà la mia proposta.»

Tutti i buoni propositi di non perdere la calma volarono fuori dalla finestra dell'ufficio di David. Scattó in piedi, posando in modo brusco il bicchiere che aveva preso tra le mani. Il  vetro si frantumò in mille pezzi mentre il liquido ambrato che conteneva si estese rapidamente sulla superficie della scrivania. Ma lui sembrò non accorgersene anzi iniziò ad inveire contro di me.

«Che cosa diavolo stai dicendo?»

La sua voce fu tale che mi fece sobbalzare, e caddi all'indietro sulla sedia.
Ma lui era troppo infuriato per abbassare la voce. I suoi occhi mandavano fiamme e se avesse potuto si sarebbe scaraventato su di me.

«Tu sei completamente impazzita. Non ti permetteró mai e poi mai di compiere una simile sciocchezza.»

Ripresami dallo stupore per la sua reazione alzai lo sguardo nella sua direzione, sfidandolo silenziosamente. Dovetti mordere il labbro superiore per non scoppiare a ridere e per fingere che le mie parole fossero state vere.

Finalmente  ero riuscita a fargli perdere le staffe e ad avere tutta la sua attenzione. David era sempre stato un uomo calmo ma sapevo che quando si trattava di tutelare la sua privacy o di proteggermi,  perdeva il controllo e diventava peggio di un uragano. A modo suo mi voleva bene. Ma a me non bastava più quello che aveva da offrirmi. Non volevo, né un fratello maggiore, né un padre. Desideravo che mi amasse come io amavo lui.

Un Amore ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora