Capitolo 40

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"Ho paura sapete? È fin troppo strana la situazione,credo che manderò tutto in fumo a causa dell'ansia e ho paura che non possa tornare come prima." Dissi iniziando a parlare a raffica mentre le ragazze stavano lì ad ascoltarmi.

"Giada,non dire così. Io vi invidio,sai? Perché siete così tanto innamorati l'uno dell'altra che riuscite sempre a tornare insieme. Vi invidio perché nonostante una squilibrata abbia cercato di dividervi voi siete ancora qui,più forti di prima. Perché trovate sempre la forza di riprovarci,trovate sempre la forza di tornare tra le braccia dell'altro. Perché nonostante tutto riuscite a guardavi sempre con gli stessi occhi." Disse Sofia guardandomi attraverso lo specchio.

"Ha ragione,Giada. Non ho mai visto due ragazzi che si guardano allo stesso modo in cui voi due vi guardate. Andrà tutto bene." Concordò Lucrezia.

"Forse è questo il problema. Che è sempre stato troppo per me fino a diventare il mio punto debole. E ho paura di mandare tutto quanto all'aria perché so che questo potrà distruggermi. Ma sapete che vi dico? Che tanto vale provarci. Perché avete ragione." Dissi alzandomi in piedi guardando le due ragazze sorridenti.

"Scendi giù che ti sta aspettando." Disse Lucrezia ridendo.

"Sono guardabile?" Dissi strisciando le mani sui pantaloncini.

"Le coverse stonano un po' ma stai bene,dico davvero." Disse Sofia ed io mi convinsi. Presi un respiro profondo e uscì dalla camera,lasciando che Sofia e Lucrezia mi venissero dietro.

Scesi le scale e notai mia madre parlare con Marco,seduti sul divano.

"Hey" dissi salutandoli.

"Ciao"

"Sei bellissima" sorrise facendomi salire il sangue alle guance. Indossavo dei semplici pantaloncini e lui continuava a dirmi di essere bellissima.

"Grazie"

"Andiamo?" Chiese ed io annuì sorridendo.

"Ragazze se volete potete restare" disse mia madre rivolgendosi alle due dietro di noi.

"Oh,no. Non ti preoccupare. Siamo da Matt questa sera." Disse Lucrezia e mia madre annuì con la testa. Andai verso l'ingresso,presi le chiavi e le infilai nella borsa.

"Noi andiamo. Ciao mamma." La salutai aprendo la porta sapendo che,se fossimo rimasti qualche altre minuto,mia madre non ci avrebbe fatto più uscire.

Salutammo le ragazze e Marco mi passò un casco.

"Non mi dire che andiamo con quella cosa lì."

"Hey,guarda che si offende."disse facendomi ridere.

"Si,certo." Alzai gli occhi al cielo e mi misi il casco che precedentemente mi aveva dato. Lui fece come me,salendo in moto,ed io salì dietro di lui.

"Dove andiamo?" Chiesi

"Ti ho mai detto che adoro farti le sorprese,vero?"

"Basta che non corri con questa moto per me va bene tutto." Dissi nel momento in cui la accese

"Tranquilla,non andrò veloce." Misi le braccia attorno al suo busto,poggiando il mento sulla sua spalla.
   
                                        ***

"Avevi detto che non correvi."

"Bimba,non stavo correndo."

"Ma non stavi andando neanche piano!" Ribattei convinta.

"Dove siamo?" Chiesi guardandomi intorno notando solo alberi.

"Venivo qui da bambino con i miei genitori. Circa una volta al mese costringevo mio padre a salire in macchina e venire fino qua sopra." Disse prendendomi la mano e iniziare a camminare.

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