Suga - BTS

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Le sue dita sottili scivolavano sui tasti del pianoforte leggere come se avessero paura di rovinare quei tasselli di avorio bianchi. Mentre suonava Yoongi aveva un sorriso che faceva trasparire quanto in quel momento fosse in pace con l'universo, quel ragazzo riusciva ad esprimere tutte le sfumature della sua anima attraverso quello strumento, mentre Julie era impacciata come pochi nonostante prendesse lezioni da più di sei mesi ancora confondeva le note e cominciava a sentirsi parecchio giù di morale per questo. Eppure andava alle lezioni per vederlo, lui che nonostante avesse sempre quel sorriso strafottente stampato in volto diventava l'uomo più affascinante che Julie avesse mai visto quando si suonava i suoi spartiti.

- Se mi continui a guardare così mi consumerò- la sorprese lui facendole distogliere lo sguardo alla velocità della luce.

- Non ti stavo guardando, stavo solo riflettendo su come fosse possibile suonare così bene il pianoforte... forse è meglio che io mi rassegni, sono semplicemente un'incapace...- pensò ad alta voce.

- Non dire sciocchezze, qui non sono ammesse- Yoongi la colpì dolcemente con il quaderno con gli spartiti per principianti.

- Mi hai fatto male- piagnucolò lei massaggiandosi la testa.

-Esagerata... dai muoviti che forse oggi riusciamo ad andare avanti con la tua parte- con la testa le indicò lo sgabello in pelle nera.

Dopo la lezione Julie tornò a casa, ma l'idea non la emozionava. I suoi genitori erano perennemente insoddisfatti di lei, per quanto si impegnasse c'era sempre qualcuno che aveva fatto meglio di lei. Infatti lei non voleva prendere quelle lezioni di pianoforte, sapeva di essere negata nel tenere il tempo e nel riconoscere le note. L'unico motivo per cui continuava era Yoongi. Poteva sembrare assurdo e infantile, ma Julie vedeva quel ragazzo come la proiezione di chi sarebbe voluta essere. Non le interessava se lui continuava a prenderla in giro o a risponderle con ironia, amava vederlo suonare e avrebbe fatto di tutto per continuare all'infinito. Almeno aveva un guadagno personale da quella costrizione imposta dai suoi genitori.

- Amore sei arrivata- le disse la madre con fare civettuolo, che voleva dire solo una cosa: c'erano ospiti a casa con cui voleva fare bella figura. -Sono qui i signori Kim, vieni a salutare. Il figlio del signor Kim ci stava per mostrare l'ultimo spartito che ha imparato-.

Questo avrebbe portato a una ramanzina di sua madre dopo che i signori Kim se ne fossero andati. Le avrebbe detto su perché sicuramente quel ragazzo sapeva suonare meglio di lei e un sacco di altre cose di cui non aveva bisogno.

Fu esattamente così che andarono le cose. Dovette subirsi una bella ramanzina da parte della madre e anche del padre.

- Io e tuo papà abbiamo pensato che probabilmente il signor Min non è il maestro adatto a te. Perciò dalla settimana prossima ti manderemo dalla signorina Youn- concluse la madre.

-COSA?! No, non potete farlo. Yoongi è bravo sono io che sono un po' imbranata. Non voglio cambiare maestro- disse trattenendo le lacrime.

-Signorinella! Non sono ammesse repliche. Quando io e tua madre decidiamo qualcosa tu devi accettare ed essere grata che ti diamo questa possibilità- la rimproverò suo padre.

Sapeva già che era una partita persa in partenza e nemmeno facendo la scenata più penosa del mondo sarebbe riuscita a convincerli a non farlo. Doveva rassegnarsi anche questa volta come ogni volta. Tuttavia il solo pensiero di non poter più vedere Yoongi ogni lunedì e mercoledì le faceva male, più di quanto pensava avrebbe potuto farle male. Forse stavolta era il momento di ribellarsi.

Erano le due e mezza di notte passate quando Yoongi sentì il suo telefono squillare. Chi era il cretino che osava chiamarlo a quell'ora svegliandolo dal suo sacrosanto sonno? Ovviamente non si sarebbe alzato per rispondere. Si girò dall'altra parte e aspetto che il telefono finisse di squillare, ma dopo quella chiamata ne arrivarono altre. Alla fine rispose preso dalla disperazione.

Kpop one shot ~ Se solo fosse veroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora