Capitolo 3. Il primo touge

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Sbadigliai.
«Buongiorno ragazzi»
«Buongiorno, dormito bene?» chiese Bunjiro.
«Abbastanza» rispondemmo in coro io e Maresuke.

Ci vestimmo, facemmo colazione e subito dopo andammo al Lago Haruna.
Quella mattina c'era una leggera umidità sempre fedelmente accompagnata da una piacevole brezza.
In giro non c'era quasi nessuno, dunque decidemmo di spingere un po' di più del solito e Maresuke volle venire con me.
«Ha un bel sound questa 86. Si sente l'inconfondibile sound del 4A-GEU.» commentò.
«Ah, ancora non è nulla. Aspetta che monti quello scarico diretto che abbiamo comprato alla Takahashi Motors. Sono sicuro che ti piacerà.»
«Con quello spaccherà!» esclamò divertito.
Scalai marcia, feci salire i giri e l'auto ruggì. Era piacevole da guidare: lo sterzo rispondeva bene, era molto lineare e reattivo. Inoltre il motore saliva di giri regolarmente anche se a volte boccheggiava, come se non arrivasse benzina. Tutto sommato, mio padre la scelse bene.

Arrivammo al Lago, parcheggiammo e feci qualche foto ai due bolidi. Erano davvero belle assieme, davano l'impressione di essere due vecchi amici cresciuti insieme. Da un lato, la S13 Silvia K's nero lucido, dall'altra, la mia meravigliosa 86 rossa e nera, un vero spettacolo per gli occhi.
«Allora, come andava?» chiese Bun.
«È veramente ottima, credimi. Viaggia che è una meraviglia; credo, però, che gli iniettori debbano essere puliti e le candele cambiate.»
«Beh, godiamoci questo weekend, quando torneremo a Takasaki, monteremo il tutto e faremo le modifiche necessarie. Magari la portiamo alla Takeuchi Speedway, per l'assetto.»
«Vedrò di annotarmi tutte le "mancanze" dopo che correremo oggi. Ho sentito che vengono alcuni ragazzi a sgranchire i semiassi delle loro vetture, sul passo, proprio come nell'anime che abbiamo visto tempo fa, Initial D. È bello poter entrare nei paesaggi di un cartone animato.»
«Non devi entrare, se esistono nel nostro mondo.» disse ridendo.
Ci sedemmo tutti e tre su una panchina - era abbastanza comoda tra l'altro... - e l'alba ci deliziò con i suoi colori.

Verso le 10:30 - 11:00 di mattina, il passo di Haruna divenne un circuito con la C maiuscola. Ragazzi che filmavano, che salivano e che scendevano dal passo sulle loro vetture colorate e modificate. Ce n'erano per tutti i gusti: S13, S14, qualche 86, una SilEighty, Civic EG ed EK, Integra, MR, Chaser... Sembrava un sogno. Per la prima volta prendevo parte ad un Touge, quegli stessi Touge ai quali partecipavano piloti come noi, piloti amatoriali, con un'auto modificata da loro. Senza regole, senza leggi, solo tu e l'auto.
C'è da dire che le gomme erano un pelo consumate, a causa dei sali - scendi del giorno precedente.

Prima: downhill. Accesi l'auto, Bunjiro era tre auto dietro la mia. Non avevo mai driftato prima d'ora. Stavo per farlo. Frizione, prima. Partii. Le ruote fischiarono, l'auto "sculettò" verso sinistra, la corressi, poi seconda, terza, arrivava il corner, tacco-punta, colpo di sterzo... Stavo driftando...
Poi mi girai, andai in testacoda e per poco non colpii il guard-rail.
«Forza Hisoka, non mollare.» dissi tra me e me.
Riposizionai l'auto e ripartii: prima, seconda, terza, quarta, rettilineo e quinta. Arrivava un tornante sinistro abbastanza stretto e questa volta decisi di farlo con l'ausilio del freno a mano, per bloccare le ruote posteriori e facilitare il tutto: e ci riuscii. All'inizio entrai troppo forte ma scalai subito in terza, tenni l'auto in strada, e funzionò. L'auto girò su se stessa, innestai subito la prima per riprendere la marcia agevolmente, nel modo più fluido possibile e continuai a correre.
«Wow, ci sono riuscito! Andiamo così... Calmo... Arriva una serie di corner.» il primo lo feci "pulito e senza sbavature" mentre nel secondo, l'auto mi portò leggermente sull'esterno della curva e perdetti aderenza. Subito controsterzai per riportare la vettura su una traiettoria ideale.
Davanti a me c'era una Silvia S14. Nonostante fosse la prima volta, riuscii a tenere il passo degli altri, driftando, divertendomi e soprattutto consumando gomme.

Arrivato in un piccolo parcheggio alla base del Monte, parcheggiai assieme agli altri e scesi dall'auto.
«Queste gomme faranno certamente perdere aderenza all'auto... Prossima spesa: gomme nuove Toyo [marca di gomme giapponese]» dissi, dando un'occhiata alle gomme.
Rientrai in macchina e abbassai i finestrini. Chiamai Bunjiro ma rispose Maresuke: «Ehi Hisoka... Sì tutto bene, stiamo arrivando. Siamo gli ultim... Oooh, controsterzaa...! Fiù... dicevo, tutto bene. Purtroppo non tiene bene la strada, forse abbiamo bucato la posteriore sinistra. Abbiamo fatto passare qualcuno. Tu dove sei? Ah bene. Allora ti raggiungiamo... Se non ci schiantiamo prima...» rise e chiuse la telefonata.
Guardavo la gente che passava sui propri bolidi, in cerca di un parcheggio, finché non vidi una 964 Turbo che passava lentamente. A bordo vi erano due ragazze ma non distinsi bene i loro volti. L'auto era blu chiaro, lucido. Mai avevo visto Porsche più bella. Aveva un piccolo adesivo azzurro: "The Singers Drivers", diceva. Risaltavano particolarmente le S finali che avevano una lunga coda e terminava sotto la propria parola. Queste erano bianche ai bordi e magenta all'interno. Tutt'intorno alla scritta, vi erano piccole stelle e nell'angolo inferiore destro, due lettere: M ed A.
«Chissà chi è il pilota...» pensai tra me e me.

Non c'era più tempo per pensare, ora bisognava fare la uphill... Ma di Bunjiro e Maresuke, nemmeno l'ombra. Si saranno schiantati!?, pensai preoccupato. Subito dopo, nel parcheggio, entrò la S13 del mio amico... senza paraurti anteriore!!!
Parcheggiò accanto a me e scesi dall'auto, ridendo a crepapelle.
«Ma cosa ridi?» disse Bunjiro con aria stanca mentre Maresuke cominciò a ridere.
«Ti sei... Ti sei fatto male?» continuando a ridere.
«No» disse incrociando le braccia «e smettetela tutti e due, non è affatto divertente.»
«Hai ragione» dissi, asciugandomi le lacrime «per fortuna che hai un kit di paraurti e minigonne a casa...»
«E non vedevo l'ora di montarli...»
«Scendi, vediamo che si può fare per riattaccarlo... Magari con un po' di nastro telato.» consigliai.

Rimontammo il paraurti, cambiammo la ruota e ripartimmo per l'uphill. Non avrei spinto, né fatto ballare il retrotreno [nel gergo, si usa come sinonimo di "far derapare, far sbandare il retrotreno"].
Avrei guidato pulito, senza sbavature, sfruttando il poco grip che avevo e ad Haruna conoscevo un piccolo trucchetto, visto nell'anime Initial D: la GutterRun, che consiste nel correre con le due ruote interne dell'auto, nel condotto di scolo posto all'interno della strada.
Mi schierai in ultima posizione, il pilota davanti a me era Bunjiro e partimmo.
E di nuovo quella danza di piedi veloci e di mani svelte: prima, seconda, terza, cercando di tagliare le curve il più possibile. L'auto scodava un po' di più rispetto a prima - ovviamente - e quando arrivai in cima, le gomme erano letteralmente consumate, si intravedeva la tela...

Storia di un piccolo PilotaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora