Capitolo 5. Aria di sfida! Guida al massimo sul passo di Haruna!

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Mi avvicinai a Mariko che, nell'abitacolo della sua Porsche sembrava concentratissima.
«Dunque, andremo solo in downhill. Chi vuoi che parta per primo?» chiesi alle due sfidanti.
Dopo aver bisbigliato qualcosa all'amica dai capelli rossi mi disse: «Partirai tu. Ovviamente, se non riesci a superarmi la rifaremo. Questa volta però partiremo noi davanti. E sarà così finché non ci sarà un vincitore.» disse con aria di sfida, non era più la dolce ragazza di prima, aveva tirato fuori gli artigli, sapevo non sarebbe stato facile... E c'erano anche le gomme praticamente andate.
«Buona fortuna.» disse ridendo Ayako mentre mi allontanavo verso l'auto. Avevo le mani in tasca e alzai la destra come per salutare.
Saltai in auto, la misi in moto, accarezzai il cockpit e le dissi: «Forza, mostriamo loro di che pasta siamo fatti!»
Il mio obiettivo non era quello di vincere, sapevo che sarebbe stato impossibile con quelle gomme. Volevo solo vincere il primo round e fargli vedere chi ero davvero.
Partiamo piano, io davanti e lei dietro, cominciava tutto al primo corner, a sinistra.
Svoltammo.

Terza, quarta, primo corner a destra, cerco di non far scodare l'auto anche se puntualmente c'è un po' di sovrasterzo.
«Forza!» esclamai, andando al massimo.
Tornante destro. Io lo affrontai molto lentamente, per evitare che le gomme scoppiassero - dato che correvo con gomme consumate al 75% - ma nello stesso tempo spingevo, dovevo spingere.
«Strada libera, puoi driftare!» disse Ayako a Mariko, tenendosi dalla maniglia in alto, per smorzare i movimenti folli dell'auto.
Mariko si buttò sull'esterno, tacco-punta e girò subito lo sterzo...
Sembrava che guidasse eliminando l'intera massa dell'automobile, spingendo al massimo.
Dovevo rimanere in testa almeno per quel round... Dovevo rimanere in testa, non importa cosa sarebbe successo dopo, volevo mostrargli che non scherzavo!
Continuammo fino al primo checkpoint ed io ero in testa.
Arrivavano due tornanti e li affrontai più velocemente dei precendenti, cercavo di ammorbidire le traiettorie e risparmiare gomme.
Subito, due rettilinei divisi da una piccola curva destra, qui Mariko attaccò cercando di sorpassarmi all'interno ma subito gli chiusi la porta in faccia.
«Però, bravo il ragazzo, eh Mariko?» chiese Ayako con sarcasmo.
«Gli faccio vedere io adesso...» replicò.
Arrivava un corner sinistro a raggio variabile - tendente a chiudere - che affrontai con qualche problema in uscita. Poi era la volta di una serie di curve veloci che terminavano con un tornante. Proprio qui Mariko decise di fare la sua mossa e ritentare... E questa volta ci riuscì!
«Mmmh... No. Non finirà così.» pensai.
«Okay Mariko, forza. Serie di curve in 6a piena» [nel linguaggio del rally, 6 equivale ad un curva quasi dritta, di 175°]
Potete scommetterci che non sarebbe finita così! Non avrei mollato al primo round. Proprio no!
Attaccai al tornante sinistro veloce, e lo feci in maniera assai crudele, appoggiandomi alla fiancata della 964 di Mariko mentre cercavo di girare lo sterzo nel migliore dei modi ed affrontare il tornante. Riuscì a passare ma ripersi la posizione al secondo dei quattro tornanti.
«Non finirà così!» dissi urlando.
Due tornanti veloci, un rettilineo ed una sinistra abbastanza veloce da affrontare in 4ª marcia. Al tornante destro seguente, ripresi la posizione, sempre appoggiandomi alla Porsche.
«Davvero bravo... Gliela faccio pagare la vernice!» esclamò Mariko, un po' sorpresa della mossa - ed anche un po' frustrata.
Il rettilineo era molto difficile da superare senza perdere la posizione ma ci riuscì ugualmente zigzagando assieme a Mariko che cercava un piccolo spazio per superarmi.
Riuscì a stare davanti anche per i cinque corner successivi - abbastanza famosi perché "chiudono" il passo - usando la famosa Gutter Run per smorzare la forza centrifuga dell'auto in curva.

All'arrivo, ci fermammo e parcheggiammo nella piazzola a valle.
Mariko scese dall'auto sbuffando.
«Ma davvero? Che cazzo pensavi di fare? Volevi buttarmi fuori?» urlò.
Io accennai un sorriso e poi Ayako intervenne «Sarà meglio che tu abbia una buona ragione per spiegare tutto questo...»
«Prego signore, avvicinatevi...»
Si guardarono e si avvicinarono alla mia Trueno.
«Date un'occhiata alle gomme»
Ayako si piegò sulle ginocchia e toccò le gomme calde, ormai arrivate al limite.
«È stata la prima gara... Dunque, non volevo che mi superaste e anche se adesso dovessimo fare un altro round, perderei di certo, non ho gomme. In alcune curve cercavo di superarvi, non buttandovi fuori» dissi guardando Mariko «Bensì appoggiandomi alla vostra 964 che, essendo più pesante della mia 86 è riuscita a sopportare il peso. Inoltre, io sterzavo... Non crederete mica che mi buttassi così, senza sapere quello che stavo facendo...»
«Bene... Hai del talento, dico davvero. Noi corriamo da molto tempo, dunque capiamo. Io in particolare ho usato quella tecnica. La Porsche era di mio zio, il pilota di cui prima ti ha parlato Ayako. Quando morì, sua moglie mi regalò questa Porsche e la mia voglia di correre aumentò smisuratamente, nonostante i miei fossero contrari a tutto ciò.
Ayako la conobbi alle superiori. Non c'era giorno che non passassimo sull'auto sognando di poter correre.
Per me è molto importante. Se avessi fatto la stessa cosa? Sì.» disse scherzosamente.
Io arrossii, gli porsi la mano in segno di rispetto e lei mi abbracciò.
«Non mi sentivo così viva da non so quanto tempo... Grazie.» mi sussurrò.
«Dobbiamo andare da Kansuke, ti sei dimenticata?» disse Ayako.
«Oh sì... Sai è il mio ragazzo» confermò Mariko, arrossendo e abbassando lo sguardo.
«Ottimo» dissi io «allora, ci vediamo in giro...» saltai sulla mia 86, la misi in moto, feci scoppiettare la marmitta e me ne andai via sgommando.

» saltai sulla mia 86, la misi in moto, feci scoppiettare la marmitta e me ne andai via sgommando

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