Era già passato un secolo dalla sua trasformazione, un secolo di solitudine, piccoli disastri e qualche sorriso.
In quel secolo, Jack Frost aveva causato molti danni, mettendo a rischio la vita di piccoli paesi, che rischiavano di collassare a causa delle gelate improvvise da lui provocate.
Era arrabbiato e frustrato, Jack.
Aveva già avuto l'onore di conoscere i Guardiani, ai quali non aveva fatto una gran bella impressione.
I Guardiani, che portavano gioia e sogni a tutti i bambini del mondo, mentre a lui toccava operare nell'ombra, lui che i bambini purtroppo li spaventava, a volte.
"Certo che i genitori ce la mettono tutta per terrorizzarli, i loro figli" pensava Jack, camminando agilmente sui rami degli alberi già pieni di foglie verdi.
-Un po' di ghiaccio non ha mai ucciso nessuno- disse e con la punta del bastone congelò l'albero su cui stava camminando.
Perché l'Uomo nella Luna avesse scelto proprio lui non lo sapeva e neanche perché gli avesse dato quel potere, che tutti temevano come la peggiore piaga possibile.
Passeggiava, senza neanche sapere dove fosse, il che neanche gli importava, a dire il vero.
Volteggiando qua e là, intravide in lontananza un gran castello, circondato da mura poderose, che si ergeva sopra un isolotto e che da lì dominava il fiordo.
Decise di avvicinarsi, lasciando una scia di ghiaccio dietro di sé.
Voleva vedere chi viveva lì, fare la loro conoscenza a loro insaputa, loro che ovviamente non l'avrebbero visto.
Arrivò davanti al portone e fece un piccolo inchino, come per presentarsi alle guardie lì in piedi.
-Buongiorno, mi chiamo Jack Frost. Vi chiederei il permesso di entrare, se solo voi poteste vedermi, perciò entro lo stesso.
Scavalcò agilmente l'alto muro di cinta ed entrò da una finestra aperta, attraverso la quale fluiva nel castello la dolce aria primaverile.
I corridoi erano deserti, salvo per qualche domestico che sbrigava le faccende.
Apparve poi una donna, elegantemente vestita, davanti alla quale tutti i domestici si inchinavano.
"La padrona di casa, suppongo"
Aveva i capelli scuri raccolti in una complicata acconciatura di trecce e perle; il viso chiaro era completamente scoperto, dominato da due grandi, enormi occhi azzurri e da una piccola bocca sorridente; il vestito si intravedeva appena, coperto dal ricco soprabito che la donna indossava, il quale le serviva anche a celare il ventre gravido.
-Sono onorato di fare la vostra conoscenza, Vostra Altezza.- disse, facendo un profondo inchino davanti a quella che aveva capito essere la regina di quel regno in mezzo al fiordo.
-E a Voi i miei più sinceri auguri!
La donna passò attraverso Jack mentre lui stava parlando ed ella ebbe un brivido di freddo.
"Ovviamente" pensò il ragazzo.
La regina continuò a camminare come se nulla fosse e Jack la seguì.
Era arrabbiato, lo era spesso, negli ultimi tempi.
Sperava di averci fatto l'abitudine, ma non sopportava il fatto di essere costantemente ignorato.
La regina si era avvicinata ad una finestra e osservava estasiata lo spettacolo della primavera che faceva rifiorire il fiordo.
-È uno spettacolo meraviglioso, non trovate? Così bello che se si potesse ... si congelerebbe volentieri per preservarne la bellezza in eterno ...
Mentre parlava, Jack poggiò la punta del suo bastone contro il vetro, creando su di esso piccole volute di ghiaccio, che pian piano si impadronivano della finestra e di tutta la fila di finestre.
La regina si ritrasse spaventata per poi ritornare ad osservare la piccola anomalia di stagione che cresceva sul suo vetro.
-Semplicemente meraviglioso ...- sussurrò, sfiorando la finestra con la punta delle dita.
-Immagino si starà chiedendo come sia possibile- esordì Jack. -Sono stato io, Vostra Altezza! Io che sono qui accanto a Voi!
Provò a prenderla per le spalle, come per farla girare a forza verso di lui, ma non ci riuscì, poiché le sue mani attraversavano il corpo della donna.
-Guardatemi, vi prego! Voltatevi verso di me! Sono qui, accanto a voi!!
E ci provava in ogni modo, ma la donna era incantata ad osservare i minuti ricami di ghiaccio che Jack aveva tessuto sui vetri delle finestre.
Adesso era davvero infuriato.
Neanche guardando le sue creazioni, le persone immaginavano ci fosse lui dietro.
-Bene, se è così, io me ne vado.
Detto questo uscì fuori da una finestra e da lì, ruppe i vetri con un colpo del suo bastone ricurvo, rovesciando schegge di vetro addosso alla regina, che cadde a terra per lo spavento.
-Non vi permetto di ammirare i miei capolavori e non lo permetto a nessuno di voi!
Detto questo rimase a guardare i domestici che accorrevano in aiuto della loro regina e infine volò via.
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Le cose che non dici
FanfictionElsa, come ben sappiamo, ha un rapporto alquanto conflittuale con i suoi poteri devastanti, che le hanno funestato l'esistenza fin dalla tenera età. Ma non è sola, nella sua lotta: lo Spirito dell'Inverno, Jack Frost, decide di aiutarla, spinto dall...