20. Prima dell'alba

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Dopo l'amplesso, Elsa e Jack rimasero sdraiati, nudi, in mezzo alla neve, come novelli Adamo ed Eva in un Eden di ghiaccio, tenendosi per mano e ammirando la luna piena che regnava incontrastata nel cielo notturno.

Jack salutò con la mano libera la luna, sorridendo.

-Chi stai salutando con quel sorrisetto stampato sulla faccia?

-Un amico ... Che mi ha reso quello che sono. Devo ringraziare lui se ti ho incontrata.

Elsa sorrise alla luna.

-Grazie, misterioso uomo che vive sulla luna, per avermi fatto incontrare Jack.- e salutò con la mano anche lei.

Se ne stavano sdraiati, con il cuore a mille che rallentava pian piano e le guance arrossate.

Si sentivano completi, sazi, felici come mai erano stati nella loro vita.

Facevano respiri profondi, assaporando l'aria fresca impregnata dell'odore delle conifere che contornavano la radura.

Jack si sdraiò su un lato per guardare Elsa e lei si girò per guardare lui.

Jack fece scorrere lo sguardo sul corpo nudo di Elsa, godendosi quell'angelica visione che era la sua regina: il volto arrossato per la dolce fatica da poco compiuta e per la frescura della neve; i seni pieni e tondi che si mostravano in tutta la loro bellezza, finalmente liberi dalle costrizioni del corsetto; la vita sottile che, con una curva meravigliosa, si congiungeva ai fianchi per arrivare alle gambe, sottili e ben tornite.

Elsa fece lo stesso, studiando Jack con attenzione: ammirò il volto eternamente giovane, ornato dagli occhi blu come il cielo di quella notte e dalle labbra sottili, ma capaci di dare i baci più dolci; accarezzò le braccia dai muscoli lunghi e forti, il petto e l'addome snelli, seguendo con le dita le linee degli addominali appena accennate.

Stavano lì ad ammirarsi vicendevolmente, ringraziando nel cuore il cielo per aver concesso ad entrambi una così immensa fortuna.

Non parlarono: si accontentarono di respirare a vicenda i loro respiri, saziando la fame del loro cuore con baci appassionati e carichi di dolcezza e stringendosi forte l'uno all'altro, quasi temessero di perdersi in quel nido di neve e ghiaccio.

Le ore passavano tra baci e sussurri, carezze e sospiri, quando la luce dell'alba nascente venne ad interrompere il loro idillio notturno.

-Jack, devo tornare al castello, altrimenti scopriranno che sono scappata.

-Restiamo ancora a vedere il sole che sorge ...- rispose lui, abbracciandola da dietro e lasciandole un bacio sul collo.

-Guarderemo l'alba dalla finestra della mia stanza ... per favore.

-Ogni tuo desiderio è un ordine, mia regina.

Elsa sorrise.

Si tirò su e recuperò i suoi vestiti, facendosi aiutare da Jack ad allacciare il corsetto.

Si stava sistemando i capelli in disordine, quando Jack la colse di sorpresa prendendola in braccio.

-Jack, ma che fai?- esclamò Elsa ridendo.

-Ti porto al castello.

Elsa non fece in tempo a chiedere il come e il quando, che Jack si sollevò in volo, affidandole il bastone ricurvo.

Volarono nel cielo che si stava pian piano schiarendo; Elsa si spaventò un po' all'inizio, ma ben presto iniziò a ridere felice come una bimba davanti al suo gioco preferito.

In un lampo arrivarono al castello, entrando nella stanza assegnata ad Elsa dalla finestra che lei, fortunatamente per entrambi, aveva lasciato spalancata prima di uscire.

Jack depositò delicatamente Elsa sul suo letto.

-Jack, promettimi che voleremo di nuovo!

-Lo prometto.- disse, mettendosi la mano sinistra sul petto e alzando la destra e facendo un piccolo inchino.

Si sedette accanto a lei, mettendole le braccia intorno alle spalle e stringendola a sé.

Stettero lì, ad ammirare il sole che sorgeva dietro le montagne dalle cime innevate, mentre illuminava il cielo annunciando il nuovo giorno e benedicendo la nuova vita di Jack ed Elsa, finalmente insieme.

Le cose che non diciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora