14. Cos'hai fatto

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Anche se Elsa l'avrebbe odiato, doveva dirle la verità.

Stava volando verso il castello di ghiaccio, quando intravide nella baia congelata Elsa e sua sorella con altri due uomini, dei quali uno era riverso al suolo.

Quando scese, vide Elsa abbracciata ad Anna, completamente congelata, che piangeva disperata.

Non si avvicinò.

Ma qualche secondo dopo, Anna iniziò a scongelarsi, sotto lo sguardo stupito di Elsa e dell'altro ragazzo che stava lì con loro.

In quel momento, la gioia di tutti esplose ed Elsa, con le lacrime agli occhi, abbracciò nuovamente la sorella, felice di non averla uccisa.

I festeggiamenti per la fine dell'inverno furono grandi ed Elsa riprese il suo posto sul trono di Arendelle, ormai sicura di sé e senza più alcuna paura.

Jack assistette all'evento grandioso, raggiungendo la regina a fine festa, quando ormai tutti se ne erano andati e il salone era vuoto.

-Festa meravigliosa, Vostra Altezza.

-Jack! Sei tornato!

Elsa gli corse incontro, abbracciandolo.

-Mi chiedevo se saresti venuto di nuovo da me, almeno un'ultima volta. E non chiamarmi Vostra Altezza: mi fa sentire già vecchia! Chiamami Elsa, come hai sempre fatto.

-Va bene, Elsa.

Jack sapeva che quello era il momento, doveva dirglielo.

Abbassò un momento lo sguardo, facendo un respiro profondo, per poi rivolgere nuovamente gli occhi verso il volto sereno e ignaro di Elsa.

-Che succede Jack?- chiese Elsa, che aveva notato il volto di lui farsi improvvisamente serio.

-Ho scoperto l'origine dei tuoi poteri.

-Cosa? Davvero? ... Sai, credo di non volerlo sapere, non mi importa più così tanto.

-Elsa, tu devi sapere ... È stata colpa mia.

Ci fu un attimo di silenzio.

-Cosa intendi con "è colpa mia"?

-Che è colpa mia se tu sei così.

-Stai cercando di dirmi che sei stato a letto con mia madre?

-Ti sembro il tipo che fa certe cose? E poi tu sei l'unica che riesce a vedermi. Tua madre c'entra, comunque. Devi sapere che io ero venuto al castello prima che tu nascessi e avevo incontrato tua madre. Ero arrabbiato con il mondo, in quel periodo, per il fatto che nessuno riuscisse a vedermi.

Fece una pausa.

-Avevo tentato di parlare con tua madre, che era già incinta di te e ... beh, la discussione ha preso una piega decisamente inaspettata ...

-Parla, che aspetti?

-Ho congelato la finestra di fronte a lei e l'ho distrutta, gettandole addosso le schegge di vetro.

-Ma sei pazzo? Non si sarà fatta del male, spero.

-Io credevo di no fino a ieri, quando sono andato a vedere nelle loro tombe e ...

-Tu cosa?

-Ed è stato così che le ho viste. Ho visto delle cicatrici proprio sull'addome di lei, causate dai vetri.

-E questo cosa c'entrerebbe con me?

-La mia è un'ipotesi, anche se credo sia l'unica spiegazione plausibile ... il ghiaccio contenuto nel vetro deve aver trasferito il suo potere a te attraverso le ferite.

-Non è possibile.

-A meno che qualcuno non ti abbia mandato una maledizione ... Il che non risulta né a te, né a me, né a nessun altro. Se fosse stato così, i tuoi te l'avrebbero detto.

Elsa tacque, gli occhi sbarrati che fissavano il vuoto.

-Elsa, perdonami, davvero, non ...

-Ti rendi conto di cosa hai fatto?-esclamò Elsa furente, afferrando Jack per il colletto della maglia e sbattendolo contro un muro, senza mollare la presa.

-Come puoi chiedere il mio perdono? Mi hai condannata ad una vita d'inferno!- e lo sbatté di nuovo contro il muro.

-Ho passato la mia vita con il terrore di fare del male a qualcuno per colpa tua!

Lo sbatté un'ultima volta contro la parete e lo lasciò andare.

-Con tutte le persone che ci sono al mondo, proprio con mia madre dovevi prendertela!

Elsa mosse le mani e creò un pugnale affilatissimo, puntandolo al collo di Jack.

-Tu non hai idea di quanto desideri ucciderti, Jack, anche se non posso.

-Elsa, secondo te l'ho fatto apposta, eh? Secondo te immaginavo che sarebbe successa una cosa del genere?

-Una persona sana di mente rompe i vetri addosso alle persone quando è arrabbiata?

Stettero in silenzio per un interminabile attimo, poi Elsa parlò:-Ti odio, Jack Frost, e vorrei non aver mai creduto in te. Vorrei che tu non fossi mai esistito!

Elsa infilzò il pugnale nel muro, sfiorando un orecchio di Jack.

-Io non credo in Jack Frost. Chi è Jack Frost? Dov'è? Io non l'ho mai visto. Aspetta, di chi stavo parlando? Non me lo ricordo.

Elsa sfoggiò un sorriso perfido, curvando le sue labbra rosse come il sangue.

-Elsa, ti prego, c'è un'altra cosa che devo dirti ...

Lei lo ignorava, pur continuando a sentirlo.

"Di questo passo, sparirà per sempre dalla mia vita e non lo vedrò mai più."

-Elsa, io ti amo!

Ci fu il silenzio, glaciale come la regina che, continuando ad ignorarlo, andò a sedersi sul suo trono.

-Elsa ... ti prego ...

Ma Elsa ormai non credeva più in lui, l'odio riempì il suo cuore e Jack tornò ad essere di nuovo invisibile a tutti.

Le cose che non diciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora