"Sono morta una seconda volta"

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Ci fu qualche minuto di silenzio forse spesi per dare senso a quella situazione, poi la ragazza riprese parola

-Ti voglio bene-

No, non era quello che Chloe stava per dire ma, quelle parole pronunciate così freddamente avevano invece sciolto qualcosa in lei.
Stava per parlare di lei, ma non se la sentiva, ancora qualcosa la frenava

Il riccio fermo attendeva risposta diversa e la sua espressione non poteva far intendere altro.
Ma d'altronde quelle parole erano proprio quelle che avrebbe voluto sentirsi dire, per tanto accennò ad un piccolo sorriso sussurando un "anch'io" che fece da sfondo a quella scena che ormai non aveva più un ruolo fondamentale

Chloe si alzò innalzando due mani in tasca

-Così tu fai musica- sospirò

Ermal obbiettò un po'
-Ci provo...sai, la musica non é nelle canzoni, o almeno non solo lì, la musica è nel gesto più semplice e a volte puoi cantarla senza parlare-
Ad Ermal piaceva parlare di musica come una nuova entità da scoprire non solo con le canzoni

Chole alzò lo sguardo, guardò Ermal, non sapeva cosa stava facendo, ma aveva capito che in realtà nulla la frenava

-Avevo 8 anni quando a mio padre è stato diagnosticato un tumore al cervello-
fu così diretta, coincisa.
Ermal sgranò gli occhi.
Ma capii che era arrivato il momento di stare zitto ed ascoltare, così fece silenzio come per dire alla raggazza di continuare a parlare, così la riccia ricominciò

-Papà aveva lavorato per tutti quegli anni in una salumeria, eravamo solo noi tre in casa, io, mamma e lui-

-Mamma era dietro ogni passo di papà, non lo lasciavo mai solo, io ero troppo piccola per capire perchè gli stessero cadendo i capelli...quando gli chiesi come mai stava dimagrendo così tanto, come mai non stesse andando a lavoro, lui mi disse...che si stava prendendo una pausa, che era solo stanco, e aspettava che un lungo sonno se lo prendesse con sè-

-Forse furono quelle le parole che mi fecero aprire gli occhi...da lì a poco si sarebbero spenti i suoi-

Chloe sospirò.

-Mamma iniziò a lavorare come badante, era sempre a casa di qualche anziana signora, io ormai avevo già 14 anni e avevo appreso ormai il concetto di realtà-

-Eravamo tutti i giorni insieme, smisi anche di andare a scuola, spesso ci passavo per evitare che gli agenti sociali potessero venire, papà in tutto questo era rimasto lo stesso, non smetteva mai di ridere, mai di farci ridere, lui stava per morire ma, dava forza a noi-
La ragazza mantenne un sorriso amaro

-Quando ebbi compiuto 16 anni, ci trasferimmo a Milano, vedrai, noi di Napoli, abituati a vivere in un quartiere così piccolo, stetto, rovinato ma bellissimo, far poi i conti con una delle città più lussuose d'Italia, andammo lì perché papà sembrava star meglio ed eravamo convinti che cambiare aria lo avrebbe aiutato, sai quanta difficoltà per noi che parlavamo praticamente solo napoletano avere a che fare con persone che di Napoli, non erano.
Trovai lavoro in un bar, sì quello in cui lavoro ancora oggi-
La ragazza precedette Ermal nella risposta all'eventuale domanda che sembrava star per porre

-Un giorno entrò un ragazzo, non gli diedi molto peso, un ragazzo era l'ultimo dei miei pensieri, Amedeo...- Chloe aveva la voce che tremava- e scusami non riesco a continuare-

Ermal che fino a quel momento era rimasto in silenzio camminando avanti e intero per la stranza, abbracciò la ragazza di scatto come se avesse capito che da lì a poco avrebbe iniziato a piangere.

-Shh, tranquilla, se non te la senti lascia stare, tranquilla, tranquilla- Sussurò Ermal, ma Chloe sapeva che se si fosse fermata probabilmente non avrebbe mai più ripreso a raccontare di questa storia al riccio, quindi, si staccò dall' abbraccio e riprese a parlare, sedendosi sul divanetto

-Lui veniva ogni giorno al bar per spillarmi un appuntamento, ma io proprio non potevo...lasciò una volta sul piattino del caffè il suo numero con un pennello, non lo presi io, lo segnò Stacy, avevo sin da subito legato con lei
Quella sera mi diede il numero di Amedeo così decisi di contattarlo-

-Il giorno dopo chiese un caffè schiumato col cacao, lo pagò e poi disse "bevilo, é per te" , cosa piuttosto stupida dato che io lì ci lavoravo e avevo diritto ad un caffè al giorno gratis, ma fu un gesto che apprezzai molto...nei giorni seguenti andammo insieme al parco, lì ci baciammo, passarono un paio di mesi e decisi di prenetarlo ai miei, mia madre già sapeva tutto-

-Amedeo piaceva molto a loro, mi riempiva di cure, regali, si preoccupava sempre per me, lui c'era, anche quando si chiusero i suoi occhi, non quelli di papà- Chloe si fermò un attimo, come per fare mente locale e poi, riprese-mamma morì, non aveva detto nulla a nessuno, si lasciò andare per prendersi cura di noi, mentre anche lei si stava ammalando...io morii con lei, morii dentro...papà piangeva tutti i giorni, si sentiva in colpa, non se ne capacitava di come sua moglie fosse volata via...Amedeo in quel lasso di tempo venne a stare un po' da noi, era vicino a mio padre, quando io ero a lavoro...poi una sera quando tornai da lui, mi guardò, mi strinse la mano e disse "sto per raggiungere mamma, non ho più tempo, tu promettimi però che non starai troppo male, resta con Amedeo, lui si prende cura di te, ti ringrazio per tutto quello che hai fatto, io non me ne vado, riposo solo un po', si o' cor e papà"
e papà morì...-

Chloe riprese a piangere ma continuò a parlare

-Ero morta una seconda volta...-

-Andai a vivere con Amedeo, avevo compiuto 18 anni lo stesso anno in cui mio padre morì-

-I primi tempi non furono difficili se non me la perdita dei miei genitori, Amedeo lavorava per una ditta di automobili, e voleva che io smettessi di lavorare, ma tenevo troppo alla mia dipendenza, quindi non lo feci...i giorni erano sempre più bui, non avevano tanto senso, senza i miei, il senso lo avevo già perso...poi-

Chloe inghiottì un nodo in gola

-La ditta fallì, lui, cavolo se era arrabbiato, iniziò a prendersela con me, a...a picchiarmi, per i primi tempi lasciai stare, non diedi molto peso, pensavo che appena avesse trovato un lavoro sarebbe tornato l'uomo di una volta...ma il punto è che lui non lo cercava più un lavoro, cominciò a bere, e a bere...e a picchiarmi sempre più forte...ma io non potevo lasciarlo, avevo fatto una promessa a mio padre...dovevo mantenerla-

Chole non parlò più quasi a far intendere di aver finito di parlare, ovviamente aveva sorvolato su vari aspetti e dettagli come quelle delle mani, ma Ermal comprese tutto

-Tu non sei per niente piccola-

riuscì a dire solo questo prima che la ragazza si imbattè ancora una volta nelle sue braccia

-aiutami-

Ciauu bellissimii
come vaa?!
Sì lo so non pubblico da una cifra ma adesso la scuola é finitaaa
shiii
come é andata?
tutti promossi?
Perdonate l'enorme ritardo ma la questione del diverso ordine di capitoli penso non sia ancora del tutto risolta
but spero vi piaccia un ululatooo
a presto
~blackwolf_194❤

•E quando sulla schiena hai cicatrici è lì che ci attacchi le ali• "ERMAL META"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora