Cantiamo insieme? (XIV)

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-Hey allora?- chiese Chloe ascoltando il silenzio di Ermal

-vuoi sentire come canto?-chiese lui riprendendosi dal vuoto...se doveva fidarsi, ne doveva prima essere sicuro

-sì-sparò secca la ragazza

-però lo farai con me?- chiese il riccio

-Non so cantare-

-Beh nemmeno io, allora?-
Ermal aveva l'incredibile capacità di convincere la gente

-Ci sto- e questa volta non fu da meno.

Il riccio rimise la macchina in moto, mentre lo sguardo confuso di Chloe si fece presente

-Non ancora, ci siamo quasi- rispose il riccio mentre vi si apriva d'avanti a loro un cancello grigio

-Ma cos'ha di speciale questo supermercato?-

-Abbiamo cambiato destinazione- disse Ermal in un malizioso sorriso

-E ora dove stiamo andando?-disse Chloe quasi ad imitare una voce disperata

-A cantare- ripsose bella chioma facendole un occhiolino

-A cantare?-

-Non volevi cantare?Beh se proprio dobbiamo che sia fatto per bene- spiegò il riccio entrando nel parcheggio in cui si era ritrovato

-Oookey- concluse Chloe mentre si guardava in torno, in quell'immenso parcheggio con così tante macchine, una diversa dall'altra

-Tu suoni qualcosa?- chiese Ermal

-Beh, suonavo il piano poi...poi è successo quel che è successo- spiegò la ragazza, no, non era ancora pronta a parlare di lei

-Eccoci- disse Ermal parcheggiando

-Ma dove siamo?- chiese la ragazza intenta ad aprire lo sportello

-Scendi, presto- incitò il riccio già fuori dalla vettura

-arrivo-

Chloe una volta uscita rimase decisamente di sasso...non era possibile, essere lì...circondata da miriadi di macchine costose ,che non avrebbe potuto pagare neppur lavaorando tutta la vita, e quell'insegna che la stava fissando...la scritta MESCAL si fermò nelle sue pupille, i contorni neri finirono per marcare i lineamenti di un viso illuminato

-Bello eh- disse Ermal mattendosi le mani in tasca, donolando sui piedi, distogliendo così gli occhi della ragazza da quell'improvvisa realtà

-Ma è la Mescal, non ci faranno mai entrare, che cosa ti frulla in testa?- disse la ragazza aggitata ritornando alla realtà, alla sua realtà

-Vieni e parla di meno- incitò Ermal che si dirigeva alla struttura

-Ma questo è pezzo- sospirò lei lanciando gli occhi in su

-Ti muovi?- domandò Ermal qualche passo più avanti

-Ma torna qui- incitò lei

-Dai fidati di me- disse il riccio andando verso lei

Chloe era un tipo molto diffidente, e sopratutto ragionevole e conscia di ciò che faceva, aveva messo da parte, anni fa, il suo lato instintivo.
Preferiva restare con i piedi a terra, sognare per lei era solo un processo fisiologico spiegato dalla scienza.

-Non ci faranno entrare mai- disse Chloe preoccupata alle porte scorrevoli della Mescal

I due entrarono e si diressero al banco informazioni

-Salve Meta-lo salutò l'uomo dietro al bancone.
Era calvo ma in compenso aveva una barba bianca piuttosto lungha.
Sugli occhi portava due occhiali da sole dai vetri scuri intonati con la maglietta nera con la scritta MESCAL in grassetto bianco in alto a sinistra

•E quando sulla schiena hai cicatrici è lì che ci attacchi le ali• "ERMAL META"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora