Capitolo IV

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Il fiume, dove ogni tanto nuotava col fratello, scorreva placido sotto i suoi  piedi, che bagnava ogni tanto. Sbuffò, estenuata dal ritardo di Lew, che sarebbe dovuto essere con lei già un quarto d'ora prima. Poteva essere nei guai, anche se non era mai successo prima: lui, a differenza sua, che picchiava gente ogni due per tre, era sempre gentile e ligio al dovere. Dovevano averlo ingannato.
Provò un moto di rabbia al solo pensiero, alzandosi dall'erba soffice per andare a controllare. Guardò in basso per un attimo, notando che ormai il punto dove si era seduta aveva la forma del suo sedere. Trattenne una risatina e si voltò per andarsene, quando una voce ferma, quasi irritata, la fermò.
:"Dove stai andando?"
Maha si girò, sorridente, lieta di vederlo.
:"Dov'eri finito? Ti stavo aspettando, ero preoccupata"
Lui non indossava il costume, era in jeans e maglietta, e Maha si accigliò: avevano in programma di nuotare insieme, come facevano da piccoli.
:"Ti cambi dietro i cespugli?"
Lew inarcò un sopracciglio, cosa che non gli aveva mai visto fare, facendola incuriosire e preoccupare.
:"Non sono qui per giocare. Ti devo avvertire: sono morto, sai. Per colpa tua. Devi sentirti in colpa"

Maha si svegliò di soprassalto, sudata, su un letto bianco dalle lenzuola sfatte, toccandosi il petto, che si muoveva lentamente, mentre ripensava alle parole di suo fratello nel sogno. Lei si sentiva già terribilmente in colpa, ma che sarebbe successo se così non fosse stato?
A Uraniay si credeva che i morti si manifestassero attraverso i sogni di coloro che in vita li avevano fatti soffrire e, anche se lei non ci aveva mai creduto, temeva fosse vero.
Abbassò lo sguardo sul letto che l'ospitava, notando in seguito la presenza di un altro identico, vuoto ma sfatto. Poi vide un corvo dagli occhi freddi dipinto sul muro, e si pietrificò, ricordando una lezione di cittadinanza a cui aveva assistito molto tempo prima, forse a dieci anni.
" Il serpente è il simbolo dei ribelli Ytu, una comunità che lotta per la monarchia costituzionale, che, come sapete, è ben lungi dalla situazione attuale. Invece, il corvo è il simbolo dei ribelli Werut, che desiderano la repubblica."
Avevano scoperto la sua identità, ovviamente riconoscendola nel ruolo di principessa, e avevano sicuramente fatto due più due, collegandola alla sua identità di strega e bandita Salem. E volevano un'alleanza, magari approfittando del matrimonio combinato tra lei e l'erede di Norwaht per renderla spia.
Che scontati.
Maha scese dal letto con gambe malferme, che cedettero sotto il suo peso. Si rialzò a denti stretti, facendo piccoli passi verso una porta di ferro che dominava la stanza, e, prima di uscire, si portò la mano alla gamba, notando con dispiacere la mancanza del suo amato pugnale. Quando uscì, si trovò davanti a una serie di corvi dalle piume lucide, che poi si rese conto essere imbalsamati, che formavano un tunnel di ali neri. Lo oltrepassò con delicatezza, come se il minimo rumore potesse resuscitare quei pennuti, forse anche morti da tempo. Nei corridoi incontrò diverse persone con un corvo, di dimensioni medio-grandi, tatuato sul collo, gli occhi di un blu brillante come quelli del murale nella camera dove forse aveva dormito. Accelerò il passo.
Per quel che vale, meglio rifiutare subito.
Quando trovò Twerqueq, uno dei pochi maghi di cui fosse amica, davanti a una porta, con gli occhi spiritati e la bocca spalancata, accennò un sorriso, come a ringraziarlo di trovarsi lí, per indicarle la strada. Insomma, se lui era lì doveva entrare. Conosceva queste cose. Maha fece per parlare, ma lui la guardò, indifferente, per poi aprire la porta e rientrare strisciando i piedi.
Lei decise di seguirlo, bloccando la porta con un piede.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 25, 2018 ⏰

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