LA STUDENTESSA UNIVERSITARIA

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VIAGGI PERVERSI prossimamente cartaceo

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Mentre aspettavo si poteva notare la frenesia con la quale le persone adempivano ai proprio compiti quotidiani: giovani in motorino, ragazze che attraversavano le strisce pedonali molto probabilmente per ritirarsi a casa dopo una lunga giornata e persone nevrotiche sedute sui sedili delle proprie auto pronte a riprendere il cammino aspettando che scattasse il verde tra i semafori.
Ricordo che nel momento in cui arrivai all'entrata della stazione di Roma Termini un anziano con il bastone era appena uscito da una pasticceria portando con se una busta con su scritto il nome della pasticceria, sicuramente conteneva dei dolci, chissà se li avrebbe portati a sua moglie o semplicemente li aveva comprati per soddisfare il suo palato, in quel momento potevo ipotizzare che vivesse solo senza nessuno ad aspettarlo a casa sennò non si sarebbe trovato a quell'età e a quell'ora solo tra la gente.
La temperatura stava scendendo e il cielo iniziava a diventare scuro e cupo.
Dopo essermi acceso una sigaretta mi ricordai di aver riposto a casa prima della partenza un cappotto dentro la valigia riservandogli metà comparto solo ad esso per non rovinarlo.
Era un cappotto elegante in misto lana vergine con lussuoso cashmere di color beige scuro caratterizzato da un taglio slim fit e con fodera interna liscia, era dotato di chiusura a bottoni sul davanti e presentava un revers classico d'ispirazione sartoriale e un sottocollo tono su tono con impunture vistose.
Era l'aggiunta al mio guardaroba professionale che indossavo per andare alle cene tra colleghi e che in quel momento portavo con me solo per farmi notare e raggiungere i miei obbiettivi con la ragazza che avrei visto a momenti.
Finii la sigaretta boccheggiandola fino al filtro e dopo averla spenta aprii la valigia, presi il cappotto e lo indossai.
Finalmente non sentivo più freddo.
Mentre stavo per prendere il cellulare per scriverle mi sentii chiamare da lontano:

<<Max?! Eccomi!!>> Disse una ragazza che camminava a passo veloce per raggiungermi il prima possibile

<<scusa il ritardo ma ho avuto problemi con la tesi>>

Era lei.

Appena la vidi la prima cosa che notai è che non era vestita in modo elegante.
In quel momento ricordo che gestiva come una semplice ragazza alle prese con gli studi universitari, troppo indaffarata a studiare e passare gli esami per preoccuparsi di indossare abiti eleganti.
Ricordo che indossava nella parte superiore una camicetta di cotone giallo ocra con bordo elastico nella parte superiore a spalle scoperte e maniche lunghe con polsini ampi, decorati con qualche ricamo a fiocchi coperta da una giacca dal taglio slim fit e aderente che lei usava lasciando gli ultimi due bottoni di sopra sbottonati così da lasciarmi la possibilità di intravedere parte delle sue forme. Nella parte inferiore invece portava un paio di jeans a vita media elasticizzato di colore blu medio con un taglio dritto alla caviglia e un orlo aperto con effetto sbiadito sorretti da una cintura in pelle nera e ai piedi indossava delle semplici converse bianche e nere molto probabilmente con dei fantasmini bianchi.
Mentre camminava verso di me e la sua sagoma si faceva sempre più nitida notai che aveva con se uno zaino in pelle a bratelle che portava lungo le spalle.

<<Ciao Anna era ora! Sembri sconvolta>> le risposi aspettando che si avvicinasse per salutarmi con un semplice bacio per ogni guancia.

<<Si lo sono abbastanza, il mio relatore deve ancora correggermi la tesi ed io tra un mese e mezzo ho la seduta di laurea! Sono abbastanza nervosa!>> Mi disse Anna incrociando le gambe con femminilità

Io ovviamente non potevo far altro che farla sentire a proprio agio cercando di compiacerla e assecondarla, non potevo rischiare di aver fatto un viaggio a vuoto senza riuscire a soddisfare le mie voglio solo perché lei si sentiva nervosa

Io:<< stai tranquilla ma soprattutto spiegami la situazione!>>

In realtà non mi importava della sua situazione universitaria, provavo un po' di pena ma ovviamente io ero lì per altro e in base ai messaggi che ci eravamo scambiato fino a quel momento, era molto fattibile assecondare le mie voglie e non solo le mie.

Lei:<< Oggi sono andata all'università perché avevo prenotato un incontro con il mio relatore, lui però non c'era e al posto suo ho parlato con un assistente che mi ha assicurato che entro fine settimana avrebbe sicuramente revisionato la tesi>> mi disse con un senso di malinconia

<<se non consegno la tesi entro due settimane sono rovinata!>>

Io:<< Non potevi chiedergli il numero di telefono del tuo relatore all'assistente così lo tartassavi di chiamate?>>

Mi rispose lei con voce fiocca << Ho già il suo numero ma non risponde, è già tanto che l'altro giorno per email mi ha risposto per vederci oggi, cosa che non è stata possibile visto che c'era il suo assistente al suo posto! Spero che entro fine settimana mi faccia sapere se va bene la tesi dato che ancora deve iniziarla a leggere>>

<<tranquilla ci sono già passato, sei alla fine ormai, ti fanno laureare e come, la tesi è solo una prassi ormai>> Gli risposi per tranquillizzarla con il tono simile ad una persona realmente dispiaciuta.

Dopo un po' che parlavamo di quest'argomento si era calmata, l'avevo convinta a non pensarci perché sicuramente la situazione si sarebbe risolta entro fine settimana.

Io:<< Hai la via dell'albergo>>

Lei:<<Si si..>> mi disse mettendosi le mani tra i capelli lisci, lunghi e castani scuri per poi sistemarsi gli occhiali dalla montatura nera a grandi lenti. Questi gesti femminili rievocavano in me desideri erotici, perfino la montatura degli occhiali rievocavano in me perversione e tutto questo mi invogliava a sbrigarmi a raggiungere l'albergo che avevamo prenotato insieme.

<<bene dammi la via così ci arriviamo con il navigatore>> dissi io prendendo il cellulare.

<< Si va bene...>> Mi disse con aria perplessa e gesti insicuri.

Non era del tutto tranquilla e a suo agio evidentemente, sapeva come avrei voluto che andasse a finire la serata e se aveva organizzato insieme a me quest'incontro evidentemente era qualcosa che voleva anche lei ma sapeva benissimo che doveva prima di ogni altra cosa tranquillizzarsi.

Dopo avermi dettato la via ci incamminammo parlando del più e del meno.

<< ti stanno bene questi Jeans sai?! >> Le dissi per iniziarle a presentare inconsciamente tutto ciò che ci avrebbe riservato la notte.

Lei:<< Ahahah, grazie anche tu sei molto elegante, molto più dell'ultima volta>>

<< Io sto bene sempre a prescindere da ciò che indosso >> le dissi facendole una linguaccia ironica

Lei:<< Ahahah quante arie che ti dai signorino>> mi disse accennando un sorriso malizioso e sculettando di più assecondando il mio complimento

<<Mmmmh>> feci io come segno di provocazione

<<Come?!>> disse lei sorridendo mentre allontanandosi da me continuava a sculettare per farsi notare

<< Niente, niente mi stavo semplicemente schiarendo la voce>> le dissi con aria maliziosa

<< Ahahah si si certo come no>> mi disse sorridendo

A quanto pare risata dopo risata ero riuscito finalmente a calmarla, l'albergo era a pochi minuti a piedi da noi e continuavo a farla ridere per farla sentire sempre più a suo agio. Eravamo quasi arrivati in albergo e il tempo non prometteva bene, sicuramente a momenti avrebbe piovuto ed io non avevo portato un ombrello con me.

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//spazio riservato all'autore//

Cosa pensate di questo capitolo? Vi è piaciuto?

Spero di sì !!

Più commenti e voti riceverò e più sarò motivato a raccontarvi il proseguo entrando nel dettaglio della mia autobiografia tra descrizioni erotiche e perverse!!

VIAGGI PERVERSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora