«Frittelle pronte!», passo la mano sporca di farina sulla mia fronte e poggio un piatto sul tavolo in legno della mia cucina.
Mia sorella Madison fa il suo splendido ingresso e arriccia il nasino alla francese, mostrando la sua espressione disgustata, «Io non mangio carboidrati», dice.
E mi viene voglia di afferrare i suoi capelli biondi e immergere la sua testa nello sciroppo d'acero.Ha diciassette anni e segue la stessa alimentazione di una ottantenne che aspira alla vita eterna.
Niente carboidrati, niente cibi dolci o salati, niente bibite gassate, niente di niente.
Vive di aria, praticamente.Afferra una mela e mi fa l'occhiolino prima di sistemare il suo zaino sulla spalla e uscire da casa senza aggiungere altro.
Spero che a scuola le spieghino che bisogna mangiare per riuscire a sopravvivere.La casa è stranamente silenziosa adesso e decido di andare a cercare mio padre fuori: starà sicuramente dando da mangiare alle galline.
Appena oltrepasso la porta, il sole colpisce i miei occhi e sono costretta ad assottigliarli, quindi cammino a passo svelto verso il pollaio e non riesco a trattenere un urlo impaurito nel momento in cui una gallina sbatte le ali e vola basso vicino alle mie gambe.Vivo in una fottuta fattoria e ho paura di ogni fottuto animale, lo ammetto.
Sono una fifona, ma in mia difesa posso dire che le galline sono esseri malvagi.
Così come i cavalli, le mucche e le capre.
Mio Dio, le capre sono il male.«Ma che cazzo hai da urlare?», la voce di Omar interrompe il mio strillo e lo fulmino con lo sguardo mentre afferra la gallina e la lancia lontano da me.
Lavora per mio padre da circa cinque anni e mi conosce da un'intera vita, ma non si è ancora abituato alle mie urla di puro terrore.
«Quell'essere malvagio mi ha aggredita», ringhio, quindi il mio amico ruota gli occhi verdi al cielo e riempie una ciotola con dell'acqua.«Non ti ha aggredita», sbuffa e scuote la testa.
«Voleva uccidermi», continuo, sicura di me, «Vuole sempre uccidermi»
«Hai finito di delirare?», trattiene una risata ed esce dal pollaio, quindi si passa una mano tra i capelli castani e studia attentamente il mio volto, «Hai fatto il bagno nella farina o cosa?»
«Ho fatto le frittelle. Mio padre dov'è?»
«Sta dando da mangiare alle mucche. Verrà sicuramente a cercare qualcosa da mettere sotto i denti tra qualche minuto», scrolla le spalle e inizia a camminare verso casa, quindi cerco di evitare una pozzanghera di fango e lo seguo fin dentro la cucina.Senza fare troppi complimenti prende posto su uno sgabello e si riempie il piatto.
Almeno lui mangia.
«Madison non fa colazione?», inarca un sopracciglio e mastica il boccone velocemente prima di mandarlo giù.
«Ha detto che non mangia carboidrati e ha preso una mela prima di andare a scuola».
Omar fa una smorfia, «Mh», e non aggiunge altro.
Il suo silenzio mi fa capire che è preoccupato per lei.
E anch'io lo sono.«Hai sentito tua madre negli ultimi giorni?», afferra il bicchiere pieno di succo d'arancia e punta i suoi occhi verdi nei miei.
Mi siedo sul bancone della cucina e sospiro, «Oh, sì, in questo momento è a Cuba con il suo nuovo fidanzato ventenne. Se la sta spassando»
«Mh», ripete, «Dovremmo trovare una fidanzata per tuo pa-», e smette di parlare immediatamente quando la porta si apre e il mio adorabile papà fa il suo ingresso.Lui prende posto accanto ad Omar e beve a grandi sorsi un bicchiere d'acqua prima di concentrarsi sulla sua colazione.
Il suo mento è ricoperto da uno strato di barba e i suoi capelli neri sono arruffati e del tutto fuori posto.
Da quando mia madre lo ha lasciato non si cura molto del suo aspetto.
Non si cura di nulla, in realtà.
Sembra abbandonato a se stesso e mi fa male vederlo così.
Finge di stare bene, ma ce l'ha scritto in faccia che soffre come un cane.
STAI LEGGENDO
FAMMI UN COCKTAIL.
ChickLitL'Havana Cuba è un villaggio turistico in riva al mare in grado di regalare sogni ed emozioni ad ogni essere vivente che ci mette piede. È un paradiso, un'oasi che garantisce divertimento e relax. Ha solo un minuscolo e quasi insignificante difett...