«Okay, Omar, preparati al dolore fisico», passo la lingua sulle mie labbra e assottiglio gli occhi per assumere un'espressione minacciosa.
Il mio amico sorride diabolico e lascia scricchiolare il collo in modo teatrale.
«Non parlare troppo, bambolina, potrei farti male questa volta».Mio padre, seduto su una sedia di legno a qualche metro di distanza da noi, sorseggia la sua birra e si accarezza il mento ricoperto da un sottile strato di barba, «Voglio vederlo sanguinare, figlia mia, colpiscilo!»
«Tranquillo, padre, porterò sempre alto il nome della famiglia John-», e non riesco a finire di parlare perché Omar colpisce le mie gambe con una veloce pedata e mi fa crollare al suolo.
La mia faccia finisce dentro una pozzanghera di fango e un dolore lancinante si fa sentire all'altezza del naso.Aia.
Sapevo che lo avrebbe fatto.
Colpisce sempre quando meno me lo aspetto.
La lotta libera non è mai stato il mio forte, lo ammetto, ma cerco di fare sempre meglio da quando avevo sette anni.
E Omar colpiva a tradimento anche a quell'età.
Codardo.«L'ha stesa», la voce di Jason arriva alle mie orecchie e ringhio mentre cerco di rialzarmi.
Omar mi porge la mano e lo fulmino con lo sguardo, «Sei un vigliacco. Colpire a tradimento una raga-», e si muove in fretta prima di colpire ancora una volta le mie gambe e farmi finire per la seconda volta con la faccia immersa nel fango.Mi vendicherò.
Jason si affretta a tirarmi su e illumina i suoi occhi azzurri mentre cerca di non scoppiare a ridere.
«Non ridere», sibilo e poi mi rivolgo anche ad Omar che sta cercando di trattenersi, ma con scarsi risultati, «E nemmeno tu. Vi odio»
«Andiamo, bambolina, non prendertela! Devi lavorare sui riflessi», Omar passa una mano tra i suoi capelli castani e morde le sue labbra rosse.
In tutta risposta decido di alzare il dito medio e di tornare dentro casa.Dovrei trovarmi delle amiche femmine.
Fingo di non vedere mia sorella Madison che fa gli addominali sul divano e mi chiudo in bagno per fare una doccia.
Devo prepararmi per il mio primo giorno di lavoro.
È il primo giorno di prova, in realtà, ma mi piace pensare in positivo.Ignoro il formicolio allo stomaco causato dall'agitazione e faccio una doccia veloce per liberare il mio corpo dal fango.
E dall'ansia.
Spero di non combinare casini e di riuscire a non fare figure di merda.
Ho già dato per il colloquio, insomma.
Direi che può bastare.Cerco di non pensare al modo in cui mi sono spogliata davanti a tre uomini ed esco dalla doccia, quindi mi fermo di fronte allo specchio e osservo attentamente il mio viso abbronzato.
Sorrido al mio riflesso e i miei occhi verdi si riducono a due fessure.
Dai, posso essere di bella presenza anch'io.
E sto ancora cercando di autoconvincermi quando noto il rossore sul mio naso.Oh, no.
Non voglio crederci.
Mi avvicino di più allo specchio e trattengo un urlo di frustrazione.
Il mio naso è gonfio.
E diventerà viola nel giro di poche ore.
Dio, perché a me?
Stringo i pugni e butto fuori dalle labbra l'aria, «OMAR! SEI UN UOMO MORTO!».🍸🍸🍸
«Questo posto è un'oasi di piacere», Jason sistema i suoi occhiali da sole sul naso e si gira per godersi il lato B di una ragazza che ci passa accanto.
Ruoto gli occhi al cielo e schiaffeggio il suo braccio, «Sei qui solo perché mi serviva un passaggio. Adesso puoi andare», dico e lancio una veloce occhiata al bar dell'Havana Cuba.Forza, Amanda.
Andrà tutto bene.
Il tuo Mojito è il più buono del mondo.
Non possono lasciarti sfuggire.
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FAMMI UN COCKTAIL.
ChickLitL'Havana Cuba è un villaggio turistico in riva al mare in grado di regalare sogni ed emozioni ad ogni essere vivente che ci mette piede. È un paradiso, un'oasi che garantisce divertimento e relax. Ha solo un minuscolo e quasi insignificante difett...