Voci.
Sentiva solo delle voci, che piano piano svanivano.
Da quanto non le sentiva?
Minuti? Ore?
Non lo sapeva, ma avvertiva una presenza accanto a lei.
Quando finalmente riprese il controllo del suo corpo, aprì gli occhi, strizzandoli più volte per abituarsi alla luce.
Mise a fuoco il posto dove si trovava.
Sembrava una specie di laboratorio, girò la testa di lato e vide dei microscopi, delle provette e dei barattoli con dentro alcune delle polveri più potenti del mondo sovrannaturale.
Che razza di posto era?
Con la mano tastò la superficie sulla quale lei era poggiata, era duro, liscio e incredibilmente freddo.
Cercò di fare leva sulle braccia distese lungo i suoi fianchi.
Si alzò di qualche centimetro e si poggiò sul gomito sinistro per sostenersi."Che cosa pensi di fare?"
Chiese una voce calda e sicura.
Girò lo sguardo verso colui che aveva parlato.
"Sto ballando, non vedi?"
Rispose lei appena riconobbe Derek.
"Coricati"
Impose lui.
"Neanche per sogno, io devo andare.."
Disse lei sospendendo la frase.
"E perché? C'è qualcosa che devi fare? Ha forse a che fare con la luna piena che si terrá la prossima settimana?"
Chiese lui.
Millicent lo guardò confusa, o almeno fingeva.
"Oh ma sta zitto, non mi importa niente della luna piena, io voglio andarmene ora!"
Disse lei sforzandosi a sedersi ma, non appena poggiò il braccio destro cadde sulla lastra fredda.
Derek le si avvicinò.
"Dove siamo?"
Chiese Millicent facendo una smorfia di dolore.
"Siamo in una clinica"
Disse lui.
"Oh"
Lei ipotizzò di trovarsi in ospedale.
"Per animali"
Disse poi lui.
"Ah"
Ora le era tutto più chiaro.
Forse aveva anche capito in quale clinica si trivasse.Alzò il braccio in modo da osservarlo.
La ferita era rimurginata, ma rimaneva una macchia nera che ancora le bruciava.
"Cos'é?"
Chiese più che altro a se stessa, scavando nella sua testa, ricordandosi tutti i tipi di veleni esistenti al mondo.
"Sono più veleni uniti insieme"
Disse un altra voce.
Un uomo entrò dalla porta.
"Aconito, vischio e altri"
Disse poi.
Lui la aiutò a farla sedere.
"Sono Deaton, piacere"
Si presentò lui.
"Millicent Shyen"
Disse lei.
"So benissimo chi sei e cosa sei, conoscevo i tuoi"
Disse lui sorridendole.
Derek dal fondo della stanza stava parlando al telefono. Millicent stava cercando di capire con chi ma i suoi sensi erano offuscati.
"Perché io non posso.. usare i miei sensi?"
Chiese lei.
"Il veleno li confonde, ma fra un po dovresti riaverli come nuovi"
Disse Deaton girandosi a fare qualcosa con gli oggetti sul tavolo.Dalla porta, in fretta, entrò Isaac.
Seguito da Scott, Stiles e Peter.
"Hey"
Disse lei sorridendogli.
Lui si avvicinò a lei.
"Come stai?"
Chiese lui dolcemente.
"Bene, il braccio brucia ma é sopportabile"
Disse lei forzando un sorriso.
"Sei fortunata, un licantropo normale avrebbe urlato dal dolore"
Disse Deaton.
"Allora, ci spieghi cosa é successo? Perché sai, noi tutti odiamo Theo, d'accordo? Quindi dici quello che é accaduto e io stesso vado a prenderlo a pugni"
Disse Stiles.
Isaac e Scott si girarono a guardarlo.
"Ti ucciderebbe"
Disse Derek.
"No"
Disse Millicent.
"Non se non andrà solo"
Disse Isaac.
"Io personalmente sono una persona vendicativa, lo accompagno io"
Disse lei alzando una mano.
"Perfetto, allora vado a prendere la mazza?"
Chiese Stiles.
"E che te ne fai?"
Chiese Deaton.
"Gliela spacco in testa"
Rispose Stiles.
"Non credo che una mazza lo ucciderebbe sai?"
Disse Peter.
"Ah si? Vogliamo provare?"
Chiese Stiles con tono intimidatorio.
"Si dai"
Rispose Peter in tono di sfida.
"Va bene basta smettetela"
Disse Scott.
Sembrava un adulto che doveva rimproverare due bambini che si comportavano male."Quindi, Millicent, cosa ha fatto Theo"
Disse Derek al limite della sopportazione.
"La prof, in un certo senso, mi ha buttata fuori dall'aula. Quindi stavo andando in bagno, quando in corridoio ho incontrato Theo che mi ha chiesto di aiutarlo con un piano che avrebbe messo in atto prossimamente, io ho rifiutato e mi ha graffiata"
Disse in poche parole Millicent.
Odiava decisamente prolungarsi.
"Sai di che piano si tratta?"
Chiese Isaac.
"No"
Rispose lei.
Dopo interminabili minuti di silenzio, Isaac parlò.
"Io lo uccido comunque"
Disse lui
"Si anch'io"
Disse Stiles.
"Nessuno ucciderà nessuno"
Disse Scott.
"La tua filosofia di vita é strana, soprattutto se sei un licantropo"
Disse Millicent.
"Io ho ucciso nemici per il doppio dei miei anni"
Disse lei facendo spallucce.Isaac portò via Millicent dopo aver discusso di come farla pagare a Theo, andarono a casa di lei.
"Sono stanco"
Disse Isaac buttandosi completamente sul divano.
Millicent lo guardò e sorrise.
Andò in cucina sotto lo sguardo di Isaac.
Aprì il frigo e prese una bottiglia d'acqua, bevve e poi la posò.
Appena chiuse il frigorifero due mani afferrarono i fianchi di lei.
Si voltò verso di lui.
Gli occhi di Isaac erano gialli. Come se stesse per attaccare, anche se l'espressione era completamente calma.
Millicent era leggermente spaventata dai suoi occhi, poteva vedere le sue future mosse di solito, ma il veleno non aveva ancora esaurito il suo effetto.
"Che c'é?"
Chiese lui vedendo l'espressione di Millicent.
"I tuoi occhi.."
Disse lei ammirandoli.
Non si ricordava che fossero così profondi, così luminosi.
Isaac chiuse gli occhi e scuoté la testa.
Lei mise una mano sulla guancia di lui costringendolo a fermare i suoi movimenti.
Lui riaprì gli occhi.
Millicent sentiva qualcosa dentro di lei, qualcosa di strano, mai provato.
Anche gli occhi di lei si illuminarono.
Il rosso fuoco di lei si cominciò a confondere con il colore giallastro di quelli di lui, fino a colorarsi di giallo.
Lui rimase interdetto dal fenomeno che stava accadendo.
Lei chiuse gli occhi e perse l'equilibrio, ma per fortuna Isaac era li a sorreggerla.
"Millicent..."
Cominciò lui.
"Non so che mi stai facendo"
Disse prendendole il viso.
"Ma continua"
La baciò sulle labbra.
Attorno a loro dei filamenti rossi e gialli si intrecciavano.
Andavano a destra e sinistra fino a creare un connubio perfetto tra due colori così simili ma diversi allo stesso tempo.
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Non Tutto É Perfetto//Isaac Lahey
FanfictionUna ragazza piena di misteri arriverà a Beacon Hills. Troppe cose di lei non si sanno. Troppe cose lei non sa. Non sa il motivo dell'essere in quella città. Sa però, che lo scoprirà presto