~ Capitolo 1 ~

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Copertina fatta da adeline_still

É la prima volta che scrivo un libro, spero vi piaccia.
Se vi può interessare la storia la scrivo anche su Instagram sul mio profilo mnemofobjia. Seguitemi se vi va!🌸

Da piccola ho sempre aspirato ad un lieto fine, era l'unica cosa che a quel tempo riuscivo a percepire,

Come un cane che riesce a scorgere una tempesta ancora lontana, l'unica differenza indistinguibile che ci separava era esattamente la nostra anima,

Ovvero i nostri occhi.

Col tempo iniziai a comprendere molte cose sul mondo esterno, diventai un pò come quel cane, iniziai a distinguere le tempeste da un lieto fine,

Non era un dono di Dio, niente di me lo era, ma c'era qualcosa che il tempo in persona mi insegnò, qualcosa che fece di me "l'esempio" se non di meno, di una persona diversa.

Molti mi definivano strana, avevano paura, non di me, ma di ciò che il tempo aveva creato.

<< buongiorno principessa! >>

La sua voce appariva come un canto di usignolo in mezzo alla tempesta, certe volte invidiavo il suo sorriso, era come se anche io ne avessi avuto uno un tempo.

Jason era l'unica persona importante rimasta nella mia vita, il resto si lasciava intravedere nei ricordi più profondi, molte volte risalivano come bolle, ma grazie a lui sarebbero riuscite a scoppiare frantumandosi nel vento.

<< giorno >> accennai con un sorriso e voce sottile,

Mi sentivo diversa quella mattina, come se un uragano, ma no che dico ... un tifone!
avesse spazzato via ogni mia emozione,

Non riuscivo a stare ferma, dentro di me era come se tutto si fosse placato, come fossi il mare dopo una lunga e forte tempesta.

<< cosa vogliamo fare oggi principessa ? >>

<< non saprei, pensavo di tornare a casa come sempre ... e poi non so, le commissioni, lo studio ... devo fare un pò di piazza pulita in questa testa ma non ne ho ancora trovato la voglia. >> risposi sbuffando. << ma penso che molto probabilmente la cosa migliore appena arrivata a casa sia sdraiarmi sul divano con un libro e una tazza di cioccolata calda ... si penso proprio che finirò così. >>

Ci furono secondi di silenzio, poi sentì posare lo zaino a terra, lasciando riecheggiare nell'aula vuota un rumore simile al suono di un tamburo, lo vidi avvicinarsi a me,

Fino a ritrovarmelo di fronte.
Riuscivo a percepire il calore del suo corpo, il suo profumo che tanto amavo, i suoi occhi si immersero nei miei,
Il suo volto si trovava a pochi centimetri dal mio,

Il respiro era affannato, si posava sulle mie labbra come una leggera brezza, chiusi gli occhi per non mostrare la vergogna che usciva allo scoperto,
Sentendomi le guance andare a fuoco ...

Sentì la sua mano sulla fronte, poi la sua bocca, e nuovamente i suoi occhi finirono nei miei costringendomi ad aprirli,
Mi prese il volto con il palmo della mano,
Sorrise, appoggiando la fronte sulla mia.

<< non ti ho chiesto "cosa fai" ma ben si "cosa facciamo" ... il mio era un noi, mica un tu sai? >>

Restai in balia di me stessa, improvvisamente quel mare calmo diventò sempre più agitato, scostato da un vento caldo e inaspettato ...
" okey Alexa non é successo nulla ... rimani calma, calma e distaccata, respiri profondi ... porca miseriaccia cosa  é appena successo!? ... Okey ... allora ... ora devi rispondere o sembrai più idiota di quanto non lo stia già dimostrando adesso."

<< io ... em ... cioè ... >> " o mio oddio sei un tale disastro ... di la prima cosa che ti capita in questa cavolo di mente almeno! ... ma se continui a dire stupidaggini come faccio! ... oddio Sto impazzendo adesso parlo con me stessa ...<< che ne diresti di tornare al lago?.">> << no pessima idea magari facciamo ...>>

<< il lago è perfetto >> disse sorridendomi.

"No tu sei perfetto ... e smettila! Ma tu non stai mai zitta!?"

Ho sempre avuto il timore dei suoi occhi, la paura di vedere ciò che non volevo mi fermava sempre, mi bloccava costringendomi ad abbassarli, impedendomi di leggere ciò che provava,

Eppure ho sempre invidiato il suo modo di interagire con il mondo, era come se volesse giocarci,

Un gioco amichevole, un gioco non adatto a me, come quelli vietati ai minori di una certa età Perché risultano pericolosi provocando danni non desiderati.

Il suono della campanella si fece largo irruente nelle mie orecchie, facendomi sobbalzare dalla paura,
I miei pensieri si addormentarono, riuscendo a riallacciare i rapporti con la realtà,

Una realtà di cui ne avrei fatto volentieri a meno.

Appoggiai il gomito sul banco e la testa si lasciò scivolare sul palmo della mano, ero stanca, eppure non avevo mosso un dito,
La luce del sole mi riscaldava dolcemente il volto,

Mentre la finestra aperta lasciava entrare un dolce vento che accarezzava i miei capelli giocandoci,

Ad un tratto mi ricordai dei rami dell'albero di cedro che il giorno prima mi "difendevano"
dai caldi raggi emanati dal sole, e delle sue foglie che ballavano maestose in una danza condotta dal vento,

Ma soprattutto pensai a Jason e alle sue parole che ancora faticavo a comprendere.

Lo guardavo smarrita, ero attratta da quel volto, da quella bocca e da quel momento,
Pensai a cosa avessi fatto per meritare tutto questo, ma non trovai una risposta decente, poi i miei pensieri si spezzarono dalle sue parole

<< non capisco del perché ti ostini tanto a cercare qualcosa che hai già trovato.>>

Lo disse con un insolita rabbia, non capivo cosa stesse insinuando, non capivo del perché quel pensiero lo avesse  fatto in quel momento,

<< cosa? >> domandai curiosa

<< ma no niente lascia stare >>

<< Alexa! >> << Alexa ci sei!? >>

Mi sentì scuotere, una mano apparse davanti ai miei occhi immersi in quel ricordo, in quelle parole, il mio braccio scivolò dal banco facendomi colpire il gomito allo spigolo,

Un formicolio fastidioso si sparse a quella botta lasciando i mei pensieri definitamente,
Imprecai sottovoce per poi sentirmi richiamare,

<< Alexa ma ci sei!? >>

L'OMBRA DELL'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora