Save me 'cause I'm falling pt.1

229 5 1
                                    

Era strano. Come la vita poteva andare in modo completamente normale un attimo, e quello dopo veniva sconvolta, senza possibilità di tornare come prima. Poi, quando credevi che le cose non potessero peggiorare, facevi un passo di troppo indietro, e precipitavi nell'abisso dei tuoi errori, verso la più profonda oscurità. Simon era sicuro di essere nel punto più basso della sua vita. Credeva che non ci potesse fare nulla, le cose non sarebbero mai cambiate. Be', si sbagliava. Ma di certo non sarebbero cambiate in meglio, a dispetto delle apparenze. Se ne sarebbe reso conto troppo tardi. Era ancora sconvolto. Nel giro di una settimana aveva scoperto che la sua apparentemente normale migliore amica era in realtà una Nephilim, che aveva sangue di angelo nelle vene e che, per di più, suo padre era un pazzo assassino e che aveva rapito sua madre. Cosa piuttosto sconvolgente, dato che lui aveva sempre pensato che Clary fosse piuttosto nella media. Cioè, certo, per lui era una ragazza fantastica, bella, dolce, gentile, brava disegnatrice, non certo comune, ma... Certo non si sarebbe aspettato quello. E, sempre in quella settimana, lui si era ritrovato a passare da Mondano a amico che sapeva le cose ma stupido. Era stato rapito due volte, prima dai vampiri poi dai lupi, aveva scoperto che Luke, proprio Luke Garroway, che conosceva praticamente da tutta la sua vita, era un lupo mannaro. Aveva visto Clary fare di continuo gli occhi dolci al biondo ossigenato, sapendo che stava lentamente perdendo le speranze, con lei. Non che ne avesse mai avute, effettivamente. Lui era incredibilmente imbranato, impacciato... Avrebbe potuto fare una lista di tutte le cose che era. E anche di quelle che non era. Non era Jace. Non era un Cacciatore di demoni biondo con gli occhi bicolore. Era solo... Simon. Certo, adesso era anche un vampiro, ma era piuttosto irrilevante come cosa. Jace Wayland era sempre Jace Wayland. E lui era sempre Simon Lewis. Poteva correre più in fretta, era più agile, aveva recuperato tutta la sua vista. Però, non poteva più mettere piede all'aperto quando c'era il sole. Quella era di certo la cosa che odiava di più. A parte forse il dover bere sangue. E l'essere morto. Essere un vampiro faceva davvero schifo. Poteva aiutare di più Clary di quanto non facesse prima, lei gli aveva detto che non avrebbe saputo vivere senza di lui, ma... La ragazza continuava a vederlo solo come un amico. E questo continuava a fargli male. Non l'avrebbe mai detto a Clary. Dopotutto era abituato al suo non vedere. Al suo non vedere quanto fosse innamorato di lei, da anni. Non che potesse farci qualcosa. Solo aiutarla il più possibile sperando che lo notasse. La cosa peggiore successa durante quella settimana era stato morire. Credeva che sarebbe stato unirsi al Clan del DuMort, ma aveva scoperto che i vampiri non erano così male. Facevano tutti di tutto per farlo sentire a casa, per farlo sentire uno di loro. Simon ne era ben felice, ma avrebbe di certo preferito poter tornare a casa sua da sua madre e sua sorella. Da Clary. Gli veniva automatico pensare sempre a lei. Era il suo pensiero fisso, l'unica cosa in grado di tenerlo legato alla realtà. Una realtà molto surreale. Sbuffò. Continuava a dimenticarsi di non aver bisogno di respirare. Non sarebbe certo cambiato. Gli sembrava impossibile perdere le sue abitudini da Mondano. Era davvero un pessimo vampiro. Lanciò uno sguardo allo schermo del suo computer, per poi lasciar cadere la testa sul materasso. Erano le otto di mattina, il sole era già di certo alto nel cielo, essendo estate. Essere vampiri, e per di più in estate, faceva davvero schifo. Almeno non abitava in Norvegia, o Finlandia, dove era notte per qualcosa come quattro ore al giorno, durante i mesi caldi. In compenso tutto il resto dell'anno era perennemente notte. Sbuffò di nuovo. Che cose stupide da pensare. Ma, visto che era almeno un quarto d'ora che stava aspettando che il film si caricasse, non poteva farci nulla. Non si sarebbe mai messo a fare filosofia, altrimenti. A un certo momento si era anche chiesto se Dracula esistesse davvero. Si erano informato guardando tutti i film sui vampiri, e leggendo qualunque cosa trovasse. Ma sembrava che non fossero molte le cose basate sulla realtà. Gli sarebbe venuta una crisi isterica. Era confuso da tutto, non sarebbe mai riuscito a capire tutto quello che c'era da capire. Mioddio. Poco tempo prima era soltanto un ragazzo con una cotta tremenda per la sua migliore amica, che suonava in una band. I Rock Solid Panda. Nome fantastico, c'era da dirlo. Ma non aveva potuto pensare a niente di meglio. Si domandò cosa stesse facendo Maureen. L'ultima volta che l'aveva vista non era davvero stato piacevole. Perché nel suo cervello stava sempre Clary. Che idiota. Sbuffò per la terza volta di fila. Avrebbe dato di tutto pur di tornare indietro, alla vita di prima. Quando lui era solo uno studente di economia e Clary era appena stata accettata nell'Accademia delle Arti. Non era nemmeno tanto tempo prima, pensandoci. La vita aveva questa fantastica mania di rivoltarsi come un calzino, a volte. Avrebbe preferito non fosse successo alla sua, ma che poteva farci? Poteva solo tirare avanti, poteva solo accettare. Non poteva rimettere a posto le cose, tornare indietro. Era bloccato lì. Avrebbe avuto diciannove anni per sempre, mentre tutte le persone che amava sarebbero morte. E lui non avrebbe più potuto rivederle. Clary era l'unica che sarebbe rimasta fino alla sua morte. Non poteva certo spiegare a sua madre perché non invecchiava, avrebbe dovuto lasciare lei e sua sorella per sempre. Non credeva di essere pronto. Non sarebbe mai stato pronto a fare qualcosa del genere. Era troppo. Che vita di merda. Sul serio. Non si era mai lamentato per quello che aveva, ma adesso era davvero troppo. Non credeva di poter cadere più in basso. Chi può essere più in basso di un vampiro? L'ultimo girone dell'Inferno e grazie tante, a mai più rivederci. Cadere più in basso voleva solo dire cadere nel vuoto, nel nulla. Significava che precipitando ancora di più, tutto avrebbe smesso di avere un senso. Clary. Sua madre. Rebecca. Lui? Anche se c'era poco di sensato. Forse avrebbe perso tutto quello che aveva da umano. Mondano. Forse aveva già perso tutto. Ma nel vuoto magari avrebbe perso anche i suoi ricordi, avrebbe perso anche le sue emozioni, avrebbe smesso di distinguere quello che era giusto da quello che era sbagliato. Avrebbe smesso di capire il senso delle cose. Sarebbe morto senza essere morto, ancora più di quanto non fosse in quel momento. In quel momento i suoi pensieri erano più intricati di un episodio di Doctor Who. E questo significava davvero molto aggrovigliati. Se doveva riassumere tutto in una parola, avrebbe detto paura. Paura. Aveva paura di perdere le persone che amava, aveva paura di cadere ancora di più nell'oscurità. Aveva paura che presto quello che rimaneva di Simon Lewis sarebbe andato perso per sempre. E voleva impedirlo. Ma non sapeva come fare. Quando credeva che sarebbe scoppiato a piangere, in quella stanza che sembrava una prigione, con le finestre coperte da pesanti tendaggi e le luci spente, una voce lo fece sussultare. Si mise a sedere sul letto, con tanta velocità che temeva che avrebbe scaraventato il computer dall'altra parte della stanza. Se fosse stato umano, era certo che il suo cuore sarebbe esploso dal battere tanto in fretta. Si sentiva stupido, perché non era la prima volta che un certo vampiro riusciva a spaventarlo, e poi tra tutti non voleva che fosse lui a trovarlo mentre piangeva come un idiota per la sua vita persa. Di sicuro l'altro non aveva avuto tutti questi problemi quando era stato trasformato. Sembrava sempre così freddo e privo di emozioni. O forse le aveva solo perse con il tempo. Non aveva idea di quanti anni avesse. Forse centinaia. Forse quello che Raphael Santiago era, era andato perso negli anni, niente di più. Ma Simon non voleva che fosse così per lui. Lui voleva rimanere sé stesso. Per quanto stupido, imbarazzante e imbarazzato, voleva rimanere quella persona. Nerd, cantate, musicista. Voleva restare così, non voleva morire davvero. Non voleva perdere le sue emozioni, non voleva diventare un vampiro al cento per cento.

« Because » | Lizzy | Saphael |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora