Save me 'cause I'm falling pt.6

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Spalancò così in fretta la porta della stanza di Jace che rischiò di inciampare nei suoi stessi piedi e di cadere di faccia sul pavimento. Tirò un sospiro di sollievo vedendo che il ragazzo era lì, dopo essersi tolta i capelli dal viso. Temeva che entrando avrebbe trovato una stanza vuota, e avrebbe dovuto aspettare che il giovane Wayland tornasse, rischiando, nell'attesa, di perdere tutto il coraggio che aveva trovato sulle scale dell'Istituto. Jace stava camminando avanti e indietro per la sua camera, mentre Alec ascoltava i suoi discorsi a senso unico, seduto sul suo letto. Era da almeno mezz'ora che il biondo stava parlando di Clary e di quanto era successo in quelle due settimane. Non molto a dire il vero, anche se lui aveva continuato ad evitare la rossa come fosse la peste, soprattutto vedendo come lei stesse sempre con Simon, più per confortarlo che per altro. Quando la porta si spalancò, Jace smise di camminare, ed entrambi si voltarono per vedere chi fosse entrato con tanto impeto. Clary si sentì il sangue affluire alle guance. Non poteva credere di essere davvero stata così maldestra. Lo sguardo bicolore del fratello la metteva sempre in agitazione. Non la rassicurava molto pensare che il ragazzo al quale stava per confessare il suo amore fosse suo fratello. Sapeva che lui sarebbe stato schifato da lei. Era sua sorella. Era sua sorella e lo amava. Si faceva schifo da sola, si faceva schifo da sola per tanti motivi. Per essere la figlia di Valentine, per aver lasciato che sua madre morisse, per essere innamorata di suo fratello, per essere corsa lì non appena Simon non aveva più potuto vederla. Ma non era riuscita a trattenersi. Aveva di nuovo le sue ali, era tornata ad essere libera. Ed essere libera voleva dire stare con Jace. Doveva liberarsi dal peso dei suoi sentimenti, altrimenti ne sarebbe rimasta schiacciata. Alec guardò prima il suo parabatai poi la ragazza, che non riuscivano a togliersi gli occhi di dosso. Sapeva di essere di troppo. Si schiarì la voce e, dopo aver dato una pacca sulla spalla di Jace, senza nemmeno sapere perché, forse per incoraggiarlo, uscì, richiudendo la porta dietro di sé. Fece un respiro profondo. Sperava che finalmente il suo parabatai avrebbe detto la verità a Clary, perché non ce la faceva più a vederlo così. Jace nascondeva sempre le sue emozioni, ma lui sapeva che stava soffrendo. Sapeva che soffriva guardando la giovane Fairchild con Simon. Doveva dirle la verità. Sperava che nessuno dei due combinasse casini, vedere come la rossa era entrata nella stanza lo aveva preoccupato, se doveva essere sincero. Sospirò, dirigendosi verso il centro operativo dell'Istituto, sperando che ci fosse qualcuno. Sperava che quel qualcuno fosse Magnus, ma era tutto il giorno che non vedeva lo stregone, quindi ne dubitava.

Clary rimase ferma qualche secondo ferma ad osservare il legno della porta, che si era richiusa dietro ad Alec. Perse improvvisamente tutto il coraggio che aveva guadagnato, ma adesso non poteva più tirarsi indietro. Adesso non c'era via d'uscita. Lanciò di sfuggita uno sguardo a Jace e si andò a sedere sul suo letto. Il biondo la osservò, confuso. Non aveva idea di cosa la ragazza ci facesse lì e non era tanto sicuro di volerlo scoprire. Stare troppo vicino a lei lo faceva andare fuori di testa. Avrebbe soltanto voluto baciare le sue labbra e sentire il profumo dei suoi capelli. Ma lei era convinta che fossero fratello e sorella, e certo lui non le avrebbe detto la verità. Lei meritava di essere felice, non poteva rovinare tutto quello che lei aveva con Simon. Non perché era troppo stupido per controllare i suoi sentimenti. Troppo impulsivo. Perciò doveva stare il più lontano possibile da lei. Perché lei si meritava di essere felice. Si meritava di meglio di lui. Lui era la persona più disastrata che conoscesse. Per quanto cercasse sempre di essere sicuro di sé stesso e forte, non era affatto così. Era molto più insicuro di quanto volesse ammettere. Anche lui provava qualcosa, pur volendo sembrare di pietra. Non aveva idea di quello che Clary gli volesse dire, ma si stupì parecchio per come la ragazza cominciò il discorso. Con tanta tranquillità che faceva quasi paura.

-Simon mi ha lasciata. –Jace alzò le sopracciglia, confuso come non mai. Buon per lei. Almeno, era quello che una parte di lui pensava. Quella fatta di pietra. Ma quella che stava soffrendo da più di due mesi, stava urlando. Non sono tuo fratello. Non sono tuo fratello. Non sono tuo fratello! NON SONO TUO FRATELLO! Avrebbe voluto davvero dirglielo, adesso che sapeva di poterlo fare, adesso che lei non stava più con il suo migliore amico... No, certo che non poteva. Lei doveva essere distrutta, doveva essere andata da lui perché lui era suo fratello. Era andata da lui per farsi confortare, di sicuro. Doveva essere sconvolta. Jace avrebbe preferito che fosse andata da Isabelle, visto che le due erano amiche. Avrebbe potuto lasciarlo in pace.

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