Con la stanchezza addosso, rientro in casetta dopo ore ed ore di lezione.
«Ciao!» dico, salutando Irama.
Mi saluta con un semplice cenno della mano, senza neanche alzare la testa dal foglio.
Poso i miei appunti sul tavolo della cucina, prima di preparare un caffè.
Prendo poi la tazzina bollente tra le mani e, spostando leggermente la sedia, mi accomodo.
«Cosa stai facendo?» chiedo, prima di fare un sorso.
«Sto scrivendo, non lo vedi?» risponde, senza guardarmi negli occhi, neanche stavolta.
Sbuffo pesantemente, ormai quasi scocciata dal suo atteggiamento così strano.
Me ne vado in camera, nervosa come non mai.
Prendo tutto ciò che serve e vado a fare una doccia, sperando che quest'ultima possa rilassarmi almeno un po'.
Finita la doccia, mi stringo nell'accappatoio sentendo il freddo accarezzarmi la pelle.
Decido poi che è arrivato il momento di vestirmi e così faccio.
Strucco anche gli occhi, togliendo quel velo di mascara che avevo aggiunto stamattina.Quando apro la porta, quasi mi spavento trovando di fronte a me Irama.
«Hai dimenticato questi in cucina!» dice, progendomi gli appunti che avevo precedentemente appoggiato sul tavolo della cucina.
Li afferro, sistemandoli su una mensola.
«Grazie.» dico poi, sedendomi sul bordo del letto.
Sta per dire qualcosa, quando Luca mette piede nella mia camera.
Guardo prima lui, poi Irama, che vedo uscire dalla stanza quasi innervosito, o forse, è soltanto una mia impressione.
Saluto Luca con un bacio sulla guancia e lo invito a sedersi di fianco a me.
«Che sta succedendo tra te e il ragazzo che è appena uscito da questa stanza?» chiede, alzando un sopracciglio.
Abbasso lo sguardo, mordendo leggermente il labbro inferiore.
«Avevo capito fosse un tipo strano, ma non fino a questo punto.» rispondo, poi.
«Perché? Que pasa?» domanda, ricevendo in cambio uno sguardo strano da parte mia.
«Ah, non farci caso, sto preparando una canzone spagnola.» aggiunge, facendomi sorridere.
«Stanotte non riuscivo a dormire, perciò sono uscita in giardino a fumare.
È arrivato Irama, dopo un po', con carta e penna tra le mani.
Neanche lui riusciva a dormire, o almeno, così mi ha detto.
Mi ha cantato le ultime strofe che dovevano essere aggiunte al nostro duetto, poi abbiamo fumato una sigaretta insieme e... questa mattina mi sono svegliata tra le sue braccia.
Quando sono rientrata poco fa dalle lezione, mi ha salutata a stento e adesso è venuto in camera mia per dirmi che avevo dimenticato gli appunti sul tavolo della cucina.
Tutto ok, no?» dico velocemente, prima di ridere per la strana espressione di Luca che, probabilmente, non c'ha capito niente quasi quanto me.«Probabilmente sta nascendo qualcosa...» ammicca il mio amico.
«Ma non ci pensare neanche.
Chi lo sopporterebbe uno del genere?» dico.