È notte fonda e, di dormire, non ne voglio proprio sapere.
Sono in giardino.
In una mano tengo una sigaretta mentre, nell'altra, reggo un bicchiere contenente succo alla pesca.Cammino insistentemente sul prato verde, fino a quando dalla porta d'ingresso della nostra casetta, spunta Irama.
Ma che fa? Mi segue?«Anche tu sveglia?» chiede.
Annuisco, mentre lui prende posto sul divanetto presente proprio accanto alla porta.
«Non riuscivo a dormire, così ho scritto le altre strofe per il nostro duetto» dice battendo le mani sul divanetto, invitandomi a raggiungerlo.
Avanzo verso di lui e mi siedo al suo fianco.
«Posso fartele sentire?» domanda, poi.
Annuisco, sorridendo leggermente.
Tu
così perfetta così piena di difetti,
la perfezione rende l'uomo banale e ancora più pieno di complessi
e potessi lo spenderei tutto il tempo per un tuo bacio
tieniti il resto assieme a tutto quello che viviamoCanta guardandomi dritto negli occhi, mentre sorrido imbarazzata, abbassando lo sguardo.
«Ti piace?» domanda.
«Molto.» ammetto, ricevendo da parte sua un sorriso.
«Sono contento che ti piaccia.» dice con un tono così dolce che quasi mi stupisco.
Gli sorrido sinceramente, mentre lui non smette di fissarmi.
Imbarazzata, mi alzo per prendere una sigaretta che offro poi anche lui.
«Le prove come vanno?» chiede.
Mi giro di scatto, smettendo di pensare alla sigaretta per un'attimo.
«Bene, no? Credo uscirà fuori un bel duetto.» dico.
«Parlavo delle tue, di prove. Non del nostro duetto.» risponde, stupendomi del tutto. O forse no. Un po' sto imparando a sopportare il suo essere così bipolare.
«Da quando ti preoccupi per me?» chiedo, sinceramente.
Resta in silenzio per qualche secondo.
«Chiedevo... così, per curiosità.» risponde, quasi incerto.
Annuisco, seppur poco convinta.
«Va tutto bene, comunque.
Grazie per esserti 'preoccupato'.» dico mimando le virgolette.Terminiamo la sigaretta contemporaneamente e, dopo averla spenta nel portacenere, appoggio meglio la schiena al divano.