Blu come Hans

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Più Elsa lo guardava e meno riusciva a capacitarsi che lui fosse lì. Eppure era proprio lui.
Era Hans.
"Cosa diavolo ci fai tu qui?
Elsa aggrottò la fronte, poi tese una mando davanti a lei minacciosa, in direzione di Hans. Non aspettò che lui le rispondesse. "Aspetta! Non mi importa. Tanto ti congelerò se non ritorni nella cella da cui sei venuto!"
Hans sorrise, aveva entrambe le mani dietro la schiena e un'espressione calma e sicura di sé.
"E' così che mi accogli Elsa? E io che ero venuto apposta per darti una notizia"
Elsa lo fissò incuriosita.
"Che genere di notizia?"
"Riguarda il tuo amico Jack Frost"
Elsa sussultò a sentire quel nome pronunciato da Hans. Una brutta sensazione la pervase improvvisamente.
Come mai Hans lo conosceva?
Dove era Jack adesso?

"Ti ascolto" disse, non abbassando la mano.
"Temo non sia una bella notizia...ho conosciuto quell'uomo...Pitch! Ecco si è scoperto che anche lui è una leggenda e che aveva delle orribili intenzioni, Jack ha provato ad affrontarlo ma..."
Fece una pausa.
"Ma?" lo incitò lei.
"Ecco lui è...morto!"
Per un attimo Elsa lo fissò interdetta, poi un sorriso le solcò il volto.
"Peccato che Jack sia immortale!"
"Oh Elsa...essere immortali vuol dire non poter crescere, non poter morire di vecchiaia, non vuol dire non poter essere uccisi!"
"E' assurdo, una leggenda come Jack non può morire così, da un momento all'altro!" replicò lei, sperando con tutto il cuore che fosse vero.
"Eppure ti dico che è così, l'ho visto con i miei occhi...quel Pitch ha trovato il modo di farlo e lo ha ucciso!"
"Se pensi che crederò un'altra volta alle tue bugie, ti sbagli di grosso!"
Hans mostrò un'espressione volutamente dispiaciuta.
"Mi spiace Elsa, ma è la verità, so che tenevi a lui...capisco che tu non voglia accettarlo. Ma non dovresti starci troppo male...infondo non credo che tenesse veramente a te, altrimenti non avrebbe distrutto la fiala col liquido nero che gli aveva dato Pitch: la fiala che gli avrebbe permesso di diventare umano e poter vivere con te. Ha preferito una vita immortale da guardiano, ad una vita mortale con te"
Elsa lo guardò sbigottita
Non poteva essere vero.
Non voleva crederci.

"E' assurdo!" disse lei con un filo di voce.
"Elsa è la pura verità e Jack è morto. Ne ho pure la prova"
Mostrò ad Elsa ciò che aveva dietro la schiena: era il bastone di Jack.
"Questo è tutto ciò che è rimasto di lui"
Nel vederlo il cuore di Elsa ebbe un sussulto.
No, continuava a ripetersi che non poteva essere vero.
Hans era un bugiardo!
Ma allora come faceva a sapere tutte quelle cose?
Come sapeva della fiala di Jack?
E il bastone...Jack gliene aveva parlato quella sera vicino al fuoco. Lui non se ne separava mai: era parte stessa di lui e dei suoi poteri.
E se invece fosse la verità?

Al solo pensiero Elsa sentì cederle le gambe, portò la mano, che prima era tesa contro Hans, al petto. Si lasciò cadere a terra in preda al panico e alla disperazione.
"NO!" urlò rabbiosa contro Hans "Vai via! Sei solo un bugiardo!" aggiunse, cercando di convincere pure se stessa.
"Elsa, è la verità purtroppo. Jack era da solo contro Pitch, le sue ombre erano troppo forti per lui...forse se ci fossi stata anche tu ad aiutarlo, le cose sarebbero andate diversamente...ma non è andata così"
Quelle parole le fecero malissimo, tentava in tutti i modi di ripetere nella sua testa che fossero solo menzogne, ma l'evidenza parlava chiaro e non riusciva più a contrastarla.
Jack non ricambiava i suoi sentimenti.
Jack non c'era più.
Ed era anche colpa sua.
Se solo fosse rimasta con lui...
Se non fosse stata solo un problema per lui, come si sentiva da anni per tutti.
Era quello, che era. Un problema. Per quanto si sforzasse non riusciva ad essere come gli altri la volevano, non riusciva a far altro che far del male a tutti quelli a cui voleva bene.

In quel momento si odiò con tutte le sue forze. Odiò quella realtà che non voleva accettare, che ormai stava distruggendo il suo cuore.
Sentì le lacrime rigarle il viso, la desolazione, la paura e la disperazione impadronirsi di lei e il suo cuore farsi di ghiaccio.
Hans osservò Elsa sorridendo: quello era il suo momento.
Uccidendola sarebbe potuto diventare una leggenda, sarebbe diventato il braccio destro dell'uomo nero, sarebbe diventato: l'uomo blu
Blu come il sangue che gli scorreva nelle vene.
Blu come il ghiaccio nel cuore delle persone, che avrebbe reso nero come il suo potere.
Così approfittò di quel momento di debolezza di Elsa: alzò il braccio, richiamando il potere delle ombre.

La Regina di GhiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora