sguardi fugaci

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erano a tavola. dopo aver parlato a lungo Kate si sere conto che quell'uomo non era poi così male. si convinse che non c'era niente di male a fingersi sposati.

"signorina Katherine, vuole del pollo?" apparve dalla cucina una cameriera.

"si grazie" rispose educatamente.

Kate e Will, lui le aveva detto di chiamarlo così, non avevano smesso di lanciarsi sguardi fugaci quando erano a tavola. gli sguardi continuarono anche dopo essersi spostati in sala.

"ti piace leggere?" chiese lui.

Kate annuì.
dopo aver gironzolato per tutta la sala. William tornò con un libro in mano.

"questo è il mio preferito" glielo porse.

alla vista di Richard Castle sulla copertina gli venne un infarto. lo appoggiò su un tavolino di cristallo accanto al divano. non commentò. non disse nulla.

la mattina dopo Kate scese le scale si diresse in cucina. una cameriera gli disse di non preoccuparsi e che avrebbe preparato tutto lei. Kate si sedette a tavola ed aspettò la sua colazione.

"già sveglia di prima mattina?" disse entrando Will.

Kate annuì facendogli un mezzo sorriso. William si avvicinò a lei e gli diede un bacio sulla fronte.
Beckett rimase impassibile. solo Rick gli baciava la fronte.

"sai stavo pensando che se vuoi oggi pomeriggio faccio venire qui un team di esperti in design che ti possono proporre nuovi modelli di abiti mai indossati prima d'ora. così avrei un vestito che farà invidia alle altre mogli." disse mangiando la sua colazione.

"si, perché no" Kate non era emozionata come lo era lui. non capiva perché quell'uomo avrebbe speso chissà quando dollari per un vestito che non avrebbe nemmeno indossato lui. acconsentì, ma non approvava. non era necessario. ma non voleva dirglielo per paura di contraddirlo o per paura che si offendesse.

"devo incontrare delle persone molto importati quindi starò via tutta la mattinata, non aspettarmi per pranzo."

'non aspettarmi per pranzo' la sua mente ripeteva quella frase. quella frase che aveva scritto Castle in quel biglietto che lei aveva conservato con cura.

"Kate"

"si?"

"tutto bene? è da ieri sera che sei strana"

"ehm non niente, mi devo ancora abituare a tutto questo" disse gesticolando.

"si sì capisco, e ricordati che puoi fare tutto quello che vuoi qui. adesso è anche casa tua"

la salutò dandogli un'altro bacio sulla testa ed uscì seguito da due guardie.

rimasta sola in quel quasi castello, decise che era arrivato il momento di esplorarlo. fece il giro dell'intera villa. era davvero enorme. scoprì stanze che non servivano neanche. altre giganti piene di roba inutile. una era chiusa a chiave, quella porta era abbastanza rovinata e in più era in un angolo della villa, quasi nascosta. si accese la sua curiosità.

"posso aiutarla?" Filipe sbucò da dietro le spalle facendogli prendere un colpo.

"Filipe! mi ha spaventata."

"mi scusi signorina Katherine. non era mia intenzione"

"chiamami Kate. non sono abituata a sentirmi chiamare Katherine"

"il signor Braken non vorrebbe che la chiamassi così"

"allora chiamai Kate solo quando lui non c'è"

Filipe annuì e gli sorrise.

"tanto da quello che ho capito è sempre in giro per affari"

"si è vero"

"ma dimmi, William è sempre così distaccato con tutti"

"oh si, fin da bambino. è sempre cresciuto qui. si dava aree dalla mattina alla sera. si è sempre creduto un principino. ma questo non glielo dica. non mi vorrà mica far licenziare"

"stia tranquillo Filipe, il suo segreto è al sicuro con me"

faceva troppo caldo, persino all'ombra. erano le 10:00 mi mattina e faceva già caldo. nella reggia regnava il silenzio. ma essendo per la maggior parte composta da finestre, dentro faceva particolarmente caldo. decise che era arrivato il momento di provare la piscina.
si mise un costume a due pezzi. un po' sgambato ma nessuno l'avrebbe notata.

l'acqua era fresca. la piscina aveva anche l'impianto di raffreddamento, sbalorditivo.
entrò e fece una nuotata. solo quando uscì dall'acqua notò tutti gli sguardi puntati su di lei. sarebbe potuto succedere qualsiasi cosa in villa, nessuna guardia del corpo se ne sarebbe accorta perché gli occhi erano tutti su di lei.
si sentì quasi in imbarazzo, e si affrettò ad avvolgersi con un asciugamano.

si annoiò molto, a parte le guardie del corpo, il maggiordomo e le cameriere la reggia era deserta. nessuno con cui parlare, nessuno con cui scherzare o raccontare qualcosa. nel pomeriggio arrivarono quegli esperti di design, molto allegri e pieni di spirito di iniziativa.
alla fine, dopo aver provato centinaia e centinaia di vestiti trovò quello fatto apposta per lei. abito rosso, con un corpetto molto stretto, scollatura a cuore e uno spacco molto ampio. scarpe col tacco, rigorosamente rosse. non si era mai vista così. non aveva mai provato vestiti costosi. non faceva parte di lei tutto questo. ci si trovò bene. era sempre lei ma strana.

William arrivò giusto per l'orario di cena.

"com'è andata la giornata?"

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