La vita di Samantha Brooke è andata avanti, con difficoltà, dopo il rituale che ha permesso ad Harry di lasciarla per sempre. Ma si sa, le cose non vanno mai come uno si aspetta.
L'alba sorge nuovamente, portando con sé una nuova consapevolezza: le...
È incredibile come le cose possano cambiare da un anno all'altro.
È incredibile quante cose possano succedere, come il mondo possa passare dallo sfiorare la catastrofe al trovare la salvezza nelle mani di tre ragazzi.
È incredibile come il sole possa tornare a sorgere sulla terra dopo aver assistito a una battaglia crudele che avrebbe condizionato la vita dei suoi abitanti per sempre.
È incredibile quante cose si possono imparare in un anno, quante cose si possono perdere e quante ritrovare, quante persone possono morire e quante emettere il loro primo respiro in un solo anno.
Ma soprattutto, è incredibile che dopo un intero anno Harry ancora dimentica che Sam odia che lasci i piatti sporchi a incrostarsi nel lavandino.
«Harry Styles, stavolta ti ammazzo!» urla Samantha quella sera, quando torna a casa dopo una lunga giornata in università per trovarsi davanti l'orrore di un lavandino intasato da pentole sporche.
«Che succede?» Harry si precipita dal bagno con solo un asciugamano addosso e il petto ancora bagnato. Nota lo sguardo furioso della sua ragazza e la pila di piatti che indica. «Non ci credo, dopo tutto quello che abbiamo passato mi uccideresti per un paio di piatti sporchi?» le chiede, divertito. «Li avrei puliti a momenti, te lo giuro.» Fa un sorriso di scuse.
«A momenti?! Mi avevi promesso che li avresti lavati ieri sera!» sbotta la ragazza, togliendosi la giacca e preparandosi a farlo lei. Sa che Harry non è proprio portato per le faccende domestiche, per quanto ci provi – o almeno, finge di farlo.
Harry le si avvicina, cingendole la vita da dietro. «Su, su. Non ti incazzare, ora. Ho preparato la tua pasta preferita» le dice, indicando il forno con un dito. Spalanca gli occhi quando vede del fumo uscire dallo sportello.
«Harry, sta bruciando!» strilla Sam, ma lui ha già cacciato il ruoto e l'ha buttato sul tavolo.
Pasta al carbone, esattamente la sua preferita, sì.
Harry si gratta la nuca, imbarazzato. «Ehm, ordiniamo le pizze?»
Sam emette un sospiro profondo, scuotendo la testa, ma non riuscendo a trattenere un sorriso. «Per fortuna che sei bello.»
«Ah, così mi offendi. Sono molto più che bello.»
«Okay, sei stupendo. Ma ti sfido a elencarmi qualche altra qualità!» Sam gli punta un dito contro, guardandolo con occhi socchiusi. Si diverte troppo.
«Ho un'idea migliore. Vieni con me, che te le mostro le mie qualità» le sussurra lui attirandola a sé e facendo scontrare le loro labbra.
Sam ridacchia, lasciandosi trascinare con lui in camera da letto, e quando riemergono il sole è già tramontato da tempo.
«E comunque quando Cassiopea domani verrà a cena cucino io» gli dice dopo un po', stuzzicandolo, e guadagnandosi una linguaccia in cambio.
«Cassiopea mi adora. Sono sicuro mangerebbe qualsiasi cosa le preparassi» risponde Harry prima di addentare la sua fetta di pizza con doppia mozzarella.
Sam alza un sopracciglio. «Ah, comunque, chi è che aveva ragione, quindi?»
Le giornate di Sam e Harry proseguono ormai tranquille, quasi monotone; ma quella tranquillità se la sono guadagnata a caro prezzo e a nessuno dei due sarebbe mai andata a stufo.
Dopo un anno dallo scontro con Gray, Harry e Sam sono ancora vivi – anche se non possono sapere per quanto. Samantha ha ripreso gli studi, riuscendo a portarsi in pari con gli esami, mentre Harry ha trovato lavoro come meccanico e nel tempo libero si occupa della casa che i due condividono ad Atlanta – anche se non è proprio il suo forte. Ma una cosa è certa: sa farsi perdonare.
I due coltivano una vita semplice, riservata, e appena possono adorano fare un salto a Chattanooga per andare trovare la loro amica – se non può spostarsi lei ad Atlanta. Harry una volta ha anche proposto a Sam di tornare a Riverside Hill per salutare i suoi genitori, ma su quello lei è stata categorica: non avrebbe mai rimesso piede lì. E Harry non ha insistito.
Per il resto, però, fila tutto talmente liscio che i due fanno ancora fatica ad abituarsi; condividono una casa, battibeccano per le faccende domestiche, organizzano gite fuori porta quando entrambi hanno un po' di tempo libero e non danno mai, mai, mai per scontato tutto ciò. Passano ogni giorno ad amarsi, troppo felici di essersi ritrovati per permettere a qualunque cosa di mettersi tra loro, e così trascorrono la loro esistenza, insieme, assicurandosi di godersi ogni giorno come se fosse l'ultimo.
Forse la fine busserà alla loro porta prima del previsto, o forse no: non c'è mai stato un caso simile nella storia e neanche Cassiopea sa cosa aspettarsi.
Forse si spegneranno nel sonno, insieme, con le mani intrecciate come tutte le volte che vanno a dormire; o forse sarà graduale. Forse a Sam inizieranno a mancare le forze, ad Harry il fiato.
Forse ci sarà un incidente, e la vita di uno si spegnerà, tirando a sé il filo della vita dell'altro; o forse la morte giungerà come una vecchia amica nella loro vecchiaia, dopo una lunga vita passata insieme.
Forse Sam e Harry sono più di forti di quello che credono. Forse vivranno a lungo.
Forse no.
Ma, in ogni caso, vivranno.
Vivranno.
E questo gli basta.
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Non ci credo ancora di essere arrivata fin qui, ragazze. Non avrei mai pensato di dare un seguito a Ouija, e invece eccomi ancora una volta a mettere la parola "fine" ad una storia che ha preso un altro pezzetto del mio cuore. Mi è piaciuto tantissimo tornare del mondo di Sam e Harry, permettergli di tornare in vita ancora una volta e rendervi partecipi della loro storia. Non c'è nient'altro che posso dire, se non un enorme grazie a chi mi ha incoraggiata, ha richiesto questo seguito a gran voce, ed è arrivata fin qui ad esprimere la propria opinione. I vostri commenti sono la cosa più importante per me. Spero di non avervi lasciato con l'amaro in bocca questa volta... o almeno non come prima. Fatevi sentire un'ultima volta in questo epilogo! Grazie di tutto.