prologo

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Giornata qualsiasi per me. Solite visite in ospedale, solite risposte alle solite domande.
Non c' è niente da fare.
Mi hanno riscontrato un tumore piuttosto serio, dall' età di dieci anni. E mi restano pochi mesi di vita. Non respiro bene. Ho dei tubicini che passano dalle narici al buco che mi hanno fatto nel petto. Ma questo non è sufficiente. Niente è mai abbastanza per me. Mia mamma vive da sola con me da quasi un anno, da quando mio padre ha deciso di lasciarci per seguire il suo sogno. Ora siamo io e lei. Anzi, c' è solo lei. Io vivo nel mio mondo o meglio, nella solitudine. Ho sempre spinto gli altri a non fare amicizia con me e ragazze a non innamorarsi di me. Sarebbe uno spreco di tempo. Chi vorrebbe un povero ragazzo con il respiro affannato? Vivrò da solo e morirò da solo. E mia madre... Non lo so. Lei se la cava piuttosto bene. Io, bullizzato a parte, insomma... Non mi lamento. Sono un ragazzo studioso che dà il massimo in tutto. Certo, non sempre posso andare a scuola perché ho le visite prenotate ma non penso che mi boccino quest' anno. L' ultimo anno di liceo e l' ultimo della mia vita.

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Disattivo la sveglia del cellulare. Ore 06.30. Lo so. Tengo anche alla puntualità. Genio, malato, vittima e puntuale. Insomma, il ragazzo perfetto. Come no.
Mi stiracchio sul letto e mi strofino le mani nei capelli arruffati. Sbadiglio e mi avvio al bagno per lavarmi la faccia e i denti. Ho delle enormi occhiaie. Purtroppo anche il sonno sta cedendo come il mio cuoio capelluto del resto. Torno in camera e cerco dei vestiti decenti nel mio armadio. Maglione largo rosso e jeans neri. Il mio corpo è pieno di cicatrici, sia per gli interventi sia per quei cretini, deficenti che non hanno sale in zucca. Scendo in cucina dove vedo mia madre impegnata ai fornelli. Avanzo lentamente verso di lei e poi metto le mani sui suoi fianchi.
<< Oh, Thomas smettila! Sai che odio il solletico, basta!>>
Invece, continuo.
<< Se non la smetti, puoi scordarti la pancetta con le uova. >> mi ricatta.
<< Sai bene che non lo faresti. >> le dò un bacio in fronte.
Mi metto seduto a tavola e mia mamma mi passa il piatto.
Lei per me è l' unica donna della mia vita. Madre, amica. Quella a cui confido tutto.
Sporge il viso e mi osserva.
<< Cos' é quello? >> chiede seria.
<< Quello cosa? >>
<< Non mi dire... Hai un' altro taglio qui.>> indica il collo. << Quando ti deciderai a parlare con la preside? >>
Lei è stufa di questa storia. Non sopporta di vedermi arrivare a casa con un nuovo ' amico ' in qualche parte del corpo.
<< Mamma, senti, non ho intenzione di farlo. Che facciano quello che vogliono, tanto fanno male a loro stessi non a me.>> dico alzandomi dalla sedia.
<< Ma... >>

Smetto di ascoltarla ed esco mettendomi subito lo zaino sulle spalle.
Non volevo iniziare così la giornata. Ogni volta inizia a lamentarsi e non finisce più, e io poi devo andare a scuola. Salgo sul bus e mi siedo all' ultima fila. Poso lo zaino sul posto libero accanto al mio, prendo le cuffiette e parte This is living degli Hillsong Young & Free che mi dà la carica per affrontare questa mattina.

Live // Thomas Brodie Sangster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora