flashback
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Per Namjoon era solito svegliarsi nel cuore della notte,sudato,intrappolato nelle sue lenzuola e terrorizzato dai suoi incubi.
A dir la verità ci aveva fatto l'abitudine.Soffriva di terrori notturni da quando aveva sei anni;la mamma pensava che si trattasse di semplici brutti sogni che tutti i bambini di quella età erano abituati ad avere,ma purtroppo la vicenda non cessò con la fine dell'infanzia del ragazzo.
Girava tutto nella stanza del piccolo Kim. Gli aeroplanini che pendevano dal suo soffitto blu oscillavano da una parte all'altra.
Il piccolo Nam continuava ad arricciare il naso,lo faceva sempre quando era agitato.Ad un tratto vide una grande distesa di fiori davanti a lui.
Rise.
Corse alla ricerca della fine di quella distesa,ma improvvisamente i fiori iniziarono ad appassire,il cielo a scurirsi e il terreno sotto di lui a sgretolarsi.Il bambino correva,correva e correva.
Ad un tratto,il buio più totale.Si ritrovò nella sua camera,uguale,senza alcun cambiamento: i pupazzetti erano riposti sopra il vecchio fasciatoio che era sotto la finestra.
Una figura più alta di lui stava davanti al piccolo,lì, a fissarlo con il sorriso più volgare che si fosse mai visto.
Avanzò verso Nam,rivelandosi nella luce fioca della camera.
L'uomo prese il bimbo per un braccio e lo scaraventò con violenza sul suo letto,iniziando a spogliarlo subito dopo.Namjoon si svegliò in un bagno di sudore,ciò che poteva sentire era solamente il rumore assordante che faceva il suo cuore; il ragazzo aveva paura che quel piccolo organo potesse addirittura rompergli la cassa toracica.
Voltò lo sguardo verso i numeri rossi che apparivano ad intermittenza sulla vecchia sveglia nera che segnava le due di pomeriggio.
Si decise finalmente di alzarsi e si diresse nel piccolo bagno di quel,altrettanto poco spazioso,monolocale del palazzo.
Prese in mano lo spazzolino e iniziò a spazzolare i denti,mentre guardava attentamente la sua immagine riflessa sullo specchio.
Aveva delle gran belle occhiaie che gli nascondevano gli occhi,rendendoli ancora più piccoli.
Più tempo passava a guardare la sua figura davanti a se,più le scene che gli si presentavano davanti erano confuse.
Ad un tratto vide suo padre che con la cintura in mano gli lasciava segni rossi sul braccio, poi l'uomo comparve un'alta volta, ma adesso stava tenendo fermo il piccolo per il collo con una mano, mentre con l'altra si sfilava i jeans.
Namjoon scosse la testa,riposò lo spazzolino nel bicchiere di carta e andò a sedersi sul divano nel soggiorno.
Non erano brutti sogni,erano semplici flashback,dai quali Nam non poteva scappare via.
Non dal suo passato.