~Three~

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|Yoongi's Diary|

Odio questa prigione, é triste e noiosa. Odio le pareti bianche, odio le verdi lenzuola che puzzano di ospedale, odio quella porta di metallo sigillata, odio la voce metallica dei dottori, odio mio padre...
Odio tutto e tutti.
Odio soprattutto quel volontario troppo entusiasta e stupido che mi sta accanto.
Odio quando sorride, odio quando urla e quando scoppia ridere in corridoio con i suoi colleghi e, nonostante la porta riesco a sentirlo forte e chiaro.
Odio il suo modo di guardarmi, odio il fatto che voglia aiutarmi.
Non ho bisogno della compassione di nessuno.
Odio quando cerca di parlare con me, quando mi tocca la testa e il braccio.
Odio il suo essere troppo espansivo ed esuberante.
Con lui ho perso il mio silenzio.
Oramai la mia giornata è piena dei suoi schiamazzi.
Odio la sua presenza e la sua alta statura che mi fa sentire ancora più in gabbia, incombendo su di me.
Odio quando prova in tutti modi a farmi sorridere, odio quando non capisce che ho solo bisogno di stare da solo.
Lo odio, perché non mi lascia in pace? Non sto già scontando la mia pena in questo posto di merda?
Dio, se esisti cosa ho fatto di male per meritarmi una doppia tortura? Perché non posso stare solo con me stesso?
Deve lasciarmi stare.
Mi manca il mio silenzio, la mia solitudine...
Mi manca sentire dolore.
Non mi sento vivo da un bel po', oramai.
Ne ho bisogno.
~

Yoongi chiuse il diario, alzandosi dal letto per poi posizionare il quadernino sotto quest'ultimo, dirigendosi subito dopo in bagno.
Si guardò allo specchio: il suo volto era marcato da due occhiaie molto evidenti ed i suoi occhi erano tanto spenti quanto chiusi.
Le sue labbra erano secche e screpolate e non si vedeva nemmeno un minimo accenno di sorriso. Yoongi aveva perso ogni motivo per farlo.
Tirò da fuori la sua tasca una lama, rigirandola più volte tra le mani, cercando di capire se poteva andare avanti o se il suo corpo voleva che si fermasse.
Posizionò comunque la lama sul suo braccio, respirando pesantemente, pronto a muovere e premere con quell'oggetto come se fosse una matita, e il suo braccio fosse il foglio.

It's Never Too Late (Y o o n s e o k)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora