Arrivata davanti al portone non bussai, per un momento l'esitazione fluttiava tra me e la porta. La mano tremava volando poco distante dal maniglione della porta, un sospiro volò via dalle mie labbra. Dopo un po' di riflessione presi coraggio e bussai alla porta. Non udii nessuna risposta, aspettai li finché non sentii una voce, attutita dalla porta che mi diceva di entrare. Spinsi la porta che, come l'ultima volta, si aprì scricchiolando.
«Vecchio saggio!», lo vidi spuntare dalla balconata con il bastone poggiato su una spalla e una mano sul corrimano di roccia, «Ancora tu? Cosa vuoi questa volta?» rimasi davanti alla porta senza muovere un muscolo, timorosa che mi avrebbe fatto qualcosa, «Vorrei chiederle un...», «Vieni qui solo per chiedere. Non porti mai nulla, ti arrabbi ed esigi che io poi non ti debba fare nulla. Questo è il rispetto che porti a quelli più grandi di te? Eh, rispondi!», «Evidentemente, quel rispetto di cui parli, tu non lo meriti, vecchio!» alzai la voce e nel preciso momento in cui finii di parlare, il vecchio mi indicò con il suo dito raggrinzito e nodoso e urlò «Tu non sai cosa stai per ricevere, cara mia. Una punizione che non dimenticherai tanto facilmente!». Sentii Bludvist gridare nella mia testa e a quel punto, una fitta alla schiena e vidi tutto con gli occhi del drago, mi trasformai e la mia mole occupò quasi tutta la stanza, il vecchio saltò giù dalla balconata e cadde in piedi sulla sua poltrona, ringhiai così forte che i vetri delle finestre tremarono e alcuni si ruppero.
Ero rinchiusa in quella stanza e non potevo far altro che girare su me stessa. Il vecchio gridando si mise a correre verso un angolo della stanza e io lo seguii con il mio muso, quando il vecchio si fermò aprii la bocca e avvicinai i denti a lui, in quel momento una voce maschile sovrastó tutto, «Cosa sta succedendo qui?». Velocemente girai il muso nella direzione da cui proveniva la voce e mi fermai, vidi un ragazzo guardarsi tutto intorno, finché non posó gli occhi su qualcosa sotto di me, allora parlò «Portatele qualcosa con cui coprirsi, ora!» disse indicando una delle serve che lavorava per il vecchio. Non capendo, mi guardi intorno e vidi i miei vestiti, tutti strappati sul pavimento, solo allora mi resi conto che mi ero trasformata troppo velocemente e di conseguenza se ora sarei tornata umana sarei stata nuda. Dopo pochi minuti vidi la donna tornare con in mano una specie di vestaglia, la appesi alla punta della coda e me la poggiai sul lungo dorso blu, indietreggiai quel poco che potevo e mi trasformai, velocemente avvolsi la stoffa intorno al mio corpo e mi accasciai contro la porta. Vidi l'espressione del ragazzo che lentamente scendeva le scale, vidi il suo volto irrigidirsi quando fissò il vecchio, «Quante volte ancora dovrò ripeterti che almeno con lei devi evitare di alzare la voce o ferirla?!» il tono freddo gli dava un senso di autorità, ma semplicemente guardandolo in volto si capiva che non aveva più di vent'anni. «Tu non capisci, ragazzo. Lei è un mostro!!», il ragazzo si avvicinò a me, mi posó una mano su una gamba, «Cosa ti ha fatto l'ultima volta?», «Non avvicinarti a lei, figliolo. Allontanati!», mi voltai bruscamente verso il vecchio, «Sta zitto o ti ammazzo!» il ragazzo si alzò e si avvicinò al vecchio, lo prese per una spalla e lo alzò, trascinandolo fino in mezzo alla sala, «Nonno...», «Non osare chiamarmi in quel modo.» il vecchio strattonò la spalla per liberarsi dalla presa del ragazzo che poi si avvicinò di nuovo a me, «E quindi quel vecchio svitato è tuo nonno? Da questo posso dedurre che tu sia il figlio del capo del villaggio!», sorrise, un sorriso dolce che si univa perfettamente ai suoi lineamenti, «Indovinato!» il tono freddo di prima non c'era più, quello che sentii fu un qualcosa di amichevole, dolce e calmo, mi tese la mano per aiutarmi ad alzare.Non ne potevo di più di quel posto, di quel vecchio, di tutto quello che aveva a che fare con lui. Passai l'intero pomeriggio sulla collina difronte al mare, a riflettere su quanto era appena successo. Dei passi si avvicinavano a me, non ci feci caso fin quando non sentii una mano poggiarsi sulla mia spassa destra, mi voltai di scatto e sbattei contro le gambe di qualcuno, quando alzai lo sguardo vidi il ragazzo di prima.
«Ti ho spaventata? Non volevo!» mi sorrise sedendosi di fianco a me, «No, è solo che...», «Non ci siamo ancora presentati come si deve. Kar Liut II, piacere di conoscervi.», «Oh. Ecco. Yukine. Piacere mio.» ci stringemmo la mano, dopo un po' di silenzio sentii la sua voce irrompere nei miei pensieri, «Come mai puoi trasformarti in drago?», «Preferirei non parlarne.» sentivo l'imbarazzo tra noi due mentre lui giocava con le sue dita, «E così lunga la storia?», «Oh, ti prego. Non voglio dirtelo, ecco.», mi alzai, andai a prendere Freccia e mi avviai, «Andiamo. Cosa ho fatto di male?!», «Nulla. Solo, non sono in vena di parlare!» e così dicendo me ne andai.
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la ragazza drago
Fantasytratta da un sogno. Una specie di mondo parallelo in cui una ragazza e la sua famiglia fanno parte di un villaggio vichingo. Una ragazza il cui destino si intreccia con quello di un drago e solo il futuro potrà determinare quello che lei diventerà.