la storia è questa

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«La caverna puzzava di sangue e cadavere putrefatto, quando il drago sporse il muso fuori dalla caverna, udì la bambina piangere, avvicinò il muso alle fasce e sfiorò leggermente il fagotto facendolo oscillare. La bambina cominciò a piangere ancora più forte facendo illuminare due fulmini che portava addosso, una luce strana trasudava dalla sua piccola caviglia e dalla sua schiena. Il drago allungó la coda per circondarla e trascinarla nella caverna. Una volta dentro la caverna, la mise in mezzo al mucchio di rami, insieme alle sue uova. Passarono alcuni giorni, e dopo quasi una settimana la bambina si trasformò in drago, un piccolo innocuo draghetto che non riusciva ancora a camminare, quando il drago se ne accorse, non fece altro che restare a guardare. Passò il tempo è la bambina crebbe in salute e forte, crescendo con i suoi sette fratelli, tre piccole femmine e quattro scapestrati maschi. Crescere con quattro maschi implicava rischiare di farsi male ogni giorno e la bambina cercava sempre di stare attenta al più piccolo, Skar, che era nato con ben 2 mesi di ritardo, il più piccolo, delicato e fragile, e lei si era affezionata molto a lui e ci teneva a far in modo che non si facesse male. Passarono 5 anni di avventura e giornate di caccia. Un giorno, fuori dalla caverna, si sentivano delle urla, e ad un tratto sbucarono i genitori della bambina. La presero e la portarono a casa.», sospirai girandomi a guardare verso Kar, lo trovai in lacrime, «Hai pianto per tutta la storia!?», scosse leggermente la testa, «Quindi sei cresciuta come un drago?», «La maggior parte della giornata non stavo in forma drago, non sapevo ancora controllarmi.», «Come fa un'anima ad entrare in corpo già vivo?», «Ho risposte per tutto, ma questa è una domanda senza risposta!», restammo lì fino a sera, e poi andammo a dormire sotto l'albero più vicino, continuammo a parlare e gli raccontai di Bludvist e della sua vita, «Quindi lui è il primo drago fulmine che sia apparso in queste terre?», «Si! Lui è un drago puro, lo si capisce dai colori. I draghi che non sono puri sono diversi, Bludvist ha gli occhi come la lama di una spada, e la pelle blu come il mare. Invece mia madre ha gli occhi azzurri come il cielo e la pelle come il metallo non lavorato. Non ho capito bene perché un drago è detto impuro e un'altro puro, però almeno so le differenze tra l'uno e l'altro.», «Conosci tutti i tipi di draghi?», «Si, abbastanza per dirti che so anche dei loro segreti! Ora però è meglio che torniamo a dormire o domani saremo stanchi e io non potrò andare con mamma a fare dei servizi.», «Va bene!» percepii i suoi movimenti lenti e fiacchi che lo portarono ad un modo comodo per dormire, io mi distesi a terra, una mano dietro la testa e l'altra lungo il mio fianco, rimasi per un po' sveglia a guardare le stelle e poco dopo mi addormentai sotto il chiarore della luna.

Al mattino seguente mi svegliai sola, a quanto mi parve Kar se ne era andato via di buon ora. Mi diressi a casa, e al mio rientro non trovai nessuno. Bene, via libera. Mi tuffai letteralmente nella dispensa per trovare qualcosa di buono da mettere sotto i denti. Trovai un po' di pane e del burro di yacht di nostra produzione. Preparai il veloce pasto e tenendolo tra i denti presi un po' di cose che ritenevo utili per un servizio. Mi preparai un sacco con tutto quello che avevo preso, caricai tutto sulle spalle e via via mangiai il panino.

Arrivai davanti la caverna, l'odore inconfondibile del sangue penetrò le mie narici, fu come ricevere un pugno alla base del naso. Entrai nella caverna, soffiai leggermente e si spalancarono due enormi, luminosi occhi blu. Un ringhio gutturale eccheggiò nella caverna e vidi i suoi denti brillare al buio, «Mamma!?» dissi ma quello che sentii in risposta non mi diceva nulla di buono, "Ti presenti solo ora. Ho aspettato ben due anni che tu tornassi. Due anni sono troppi!", «Non potevo, sono stata impegnata...», "Si come no! Impegnata a parlare con un ragazzo, bel impegno!", «Devi essere grata che abbia trovato il tempo di venire qui, oggi. Altrimenti avresti aspettato altri dieci anni.», "È stato quel ragazzo a ricordarti di me, è riuscito a scavare nella tua memoria", «Gli ho raccontato tutto di mia spontanea volontà!», "Ti ha convinta!", «Non mi ha convinta, e solo...», "È riuscito a toccare la tua mente!", «Smettila con queste cose. È un ragazzo, non un drago. Un essere umano come me.» feci cadere il mio zaino dalle spalle, mi voltai e feci per andarmene, "Yukine, non andare!", era ancora lì, credevo che dopo quel giorno se ne fosse andato. Sentii un muso freddo appoggiarsi a me, "Non andare. Mi sei mancata! Resta ancora un po'.", mi diede un lieve colpetto alla schiena e mi girai. I suoi occhi erano rimasti quelli di un tempo, timorosi di chiedermi qualunque cosa, dolci come lui, "Ecco. Io, io volevo solo stare un po' con te!" disse indietreggiando per paura che gli facessi qualcosa, «Skar. Credevo te ne fossi andato dopo quella volta?! Perché sei ancora qui?», "Volevo aspettare che tu tornassi e stare un po' con te. Mi sei mancata tanto, Yukine!", non dissi più niente, avevo sentito fin troppo, dovevo andarmene e tornare a casa mia, dovevo solo andarmene. Quando mi avviai sentivo dietro alle mie spalle che Skar mi seguiva, «Avanti. Stai scherzando, tornatene a casa!», mi voltai e gli indicai di tornare in dietro, lui abbassò il muso quasi fino a toccare terra e volse lo sguardo ai miei stivali, «Vai a casa. Ora.» e lo spinsi leggermente con il piede, lui se ne tornò alla caverna. «Chi diamine me l'ha fatta fare. A quest'ora ero a casa tranquilla con Freccia. Ma niente, uff!» mi diressi a casa, fece sera, e rientrai sotto gli occhi curiosi di mio fratello, «Da dove te ne torni?», «Oh, Vigard. Non ti avevo visto. Sono andata da mamma!» dissi allargando le labbra in un sorriso, «Uh, capito!», feci un segno con la mano e me ne salii in camera. Mi sdraiai sul letto, digiuna, mi misi a fissare il soffitto e a contare le travi, i nodi e gli anelli di ognuna di esse. Mi addormentai e così passò la notte.

la ragazza dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora