Bludvist

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Mi risvegliai con un terribile mal di testa e restai poggiata al tronco. Mi guardai le mani e vidi che erano pallide e raggrinzite, decisi di tornare a casa e provai ad alzarmi ma caddi subito in ginocchio. «Bludvist, che cavolo...» non riuscii a dire altro perché sentii una fitta alla testa e caddi a terra complemente stesa.

Mi svegliai di colpo quando percepii una strana sensazione avvolgermi il corpo, ero intorpidita e non sapevo quando tempo fosse passato. «Bludvist?», lo sentii affiorare nella mia mente è udii i suoi grugniti "Yukine, era ora!" lo sentii e non notatai un tono specifico nella sua voce, «Cos'è successo?» chiesi e le parole mi uscirono di bocca con una marcata nota di confusione, "Sei svenuta e ha piovuto inzuppandoti tutta." sospirò e più che un sospiro percepii un sibilo fastidioso che venne accompagnato da un brivido lungo la mia schiena, mi scossi e provai ad alzarmi tenendomi al tronco, "Yukine, resta giù. Non ti sei ancora ripresa.", sbuffai «Silenzio tu. Non posso mica morire qui, così.» riuscii a tenermi in piedi e mi guardai attorno, vidi l'immenso paesaggio che si stendeva davanti ai miei occhi e poco più in là si intravedeva anche l'azzurro mare. Mi allontanai dall'albero e mi diressi sulla punta della montagna, allargai le braccia e mi lasciai travolgere dall'aria fresca che tirava la su.
"Yukine?", «Dimmi.» chiusi gli occhi e mi rilassai sotto il flebile tocco del vento leggero. Sentii un fischio assordante e poi la sua voce roca: "Yukine, devi andare dal drago del... Ezia" di nuovo, come la prima volta, non riuscii a capire cosa mi disse. Mi sentii stordita tutta d'un tratto e caddi subito a terra.

Vedevo tutto bianco, bianco su bianco e nulla di più. Sentii una voce che mi chiamava, che diceva di avvicinarmi, di andare da lui. Iniziai a camminare verso la voce, poi a correre sentendola sempre più flebile. La raggiunsi e mi fermai, nel vuoto che mi circondava, "Yukine. Chiudi gli occhi e guarda." non aveva senso, per me non aveva alcun senso ma feci come mi fu detto e chiusi gli occhi. Vidi delle immagini proiettarsi sulle mie palpebre e rimasi in silenzio a guardare. Sembrava come se fossi chiusa in un guscio, poi vidi delle crepe formarsi sul involucro che mi circondava e scorsi dei raggi di luce filtrare dalla fessura che si era formata. Vidi la fessura aprirsi e riuscii a guardare oltre, un'immensa distesa di erba e di alberi, poi di colpo vidi la scena da un'altra prospettiva. Un guscio azzurro tutto spaccato e poco più in là un cucciolo di drago che cercava, inesperto, di camminare sulle sue piccole zampette scagliose. Lo seguii incuriosita e arrivai vicino ad un ruscello dove il cucciolo si fermò a bere. Solo allora capii chi era quel cucciolo, ma continuai a guardarlo senza interrompere il filo della storia.
Di colpo mi ritrovai su una montagna, affiancata dal "cucciolo" ormai crescito che guardava l'orizzonte con aria preoccupata, era seduto con le zampe anteriori dritte per sostenerlo in una posizione solenne. Dava l'impressione che stesse aspettando che accadesse qualcosa, che arrivasse un qualcosa di specifico che gli desse il via libera per spiccare il volo e incendiare tutto il bosco circostante. Lo guardai meglio e dalla sua grandezza di poteva dedurre che non aveva più di due o tre anni, ma sulla sua pelle squamosa si scorrevano già i primi segni di qualche battaglia, per la sopravvivenza o per il cibo. La cicatrice più grande gli percorreva tutto il fianco, poteva essere profonda abbastanza da avergli fatto perdere un sacco di sangue.

Continuai a guardarlo e di colpo si girò verso di me, guardava oltre la mia figura, come se io non fossi mai stata là accanto a lui a guardare cosa faceva. Si alzò e lo vidi camminare verso di me, mi attraversò come fossi aria e proseguì dritto per la sua strada senza guardarsi intorno. Lo seguii ad una debita distanza e guardavo ogni suo movimento, comportamento e modo di fare. Continuai a seguirlo fin quando non prese il volo, aprendo le sue ali e sollenvandosi in un volo silenzioso. Presi la rincorsa e saltai aggrappandomi alla sua coda. Non se ne accorse e mi arrampicai sulla sua figura mettendomi a cavallo sul suo possente dorso, sedendomi tra una scaglia sporgente e l'altra. Restai ferma e guardai dove mi portava, finché non sentii l'aria tagliarmi il viso e percepii il suo copro volgersi al suolo per procedere in una picchietta velocissima. Si schiantò contro un albero e si aggrappò con le zampe al ramo più robusto per poi slanciarsi verso il tronco e arrampicarsi fino alla punta. Restò fermo e immobile a guardare una colonna di fumo che si alzava dal centro del bosco, guardai stranita la colonna di fumo e notai un punto allungato verde che gli svolazzava intorno. Lo sentii brontolare e percepii un lieve schiocco di ossa alla base del suo dorso, poi aprì di colpo le ali e si alzò di nuovo in volo. Fluttuava nell'aria senza muoversi da lì e guardava dritto senza curarsi di un drago che si stava avvicinando dalla nostra destra. Non appena il drago fu abbastanza vicino sbatté forte le ali e si avviò verso la colonna di fumo accompagnato dal nuovo arrivato.

la ragazza dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora