L'isola

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La mattina seguente mi svegliai sola, come del resto. Mi alzai e mi incamminai verso la fine del ponte, fermandomi a guardare il mare, calmo e fermo sotto di me, sotto il cielo limpido e azzurro che veniva solcato da uccelli in volo, che silenziosi si muovevano nell'aria fresca del mattino. Chiusi gli occhi lasciandomi invadere dalla tranquillità del monento. Ascoltai il rumore del mare e il richiamo degli uccelli, una fune che si tendeva sotto il peso del pesce che aveva abboccato all'amo. Aprii un occhio e guardai verso la riva, intravidi Kar che pescava silenzioso, rannicchiato sulla sabbia ad aspettare finché non tirò di colpo la corda facendo saltare fuori dall'acqua la preda. «Kar!» urlai per attirare la sua attenzione e lo vidi sussultare prendendo al volo il pesce e cadere a terra sdraiandosi. Scoppiai a ridere e corsi da lui per aiutarlo, lo raggiunsi e lo tirai su, poi presi il pesce e lo poggiai a terra, «Tutto bene?» chiesi cercando di trattenere le risate, lo vidi annuire soltanto e poi scoppiò a ridere anche lui seguito da me. Ci calmammo dopo un po' e mi accovacciai vicino al pesce a terra ormai stecchito, lo toccai con un dito ridacchiando, «Sei una bambina! E sei adorabile.» sorrisi al complimento e alzai lo sguardo guardandolo, e nel farlo caddi all'indietro sedendomi a terra, «Che tenera, Dei» mi sorrise dolcemente e mi accarrezzò i capelli, mi lasciai accarezzare chiudendo gli occhi, «Mi fai sciogliere il cuore così!» si sedette di fianco a me e mi appoggiai al suo petto mugolando, «Sai, è da tanto che non mi coccolano.» sussurrai a bassa voce chiudendo gli occhi e strofinai il naso sul suo petto, sentii una sua mano scorrere su e giù per la mia schiena. Mugolai ancora alle carezze, «Non voglio rovinare il momento, ma più tardi dobbiamo andare, Yukine!» sospirai alle sue parole e tirai un morso alla sua maglia, bucandola con i denti da drago, «Ma a me piace stare così, sei comodo.» lasciai andare la sua maglia e nascosi il viso sul suo petto mentre mi accarezzava i capelli, «E va bene, piccola bamb-...» gli tappai la bocca prima che dicesse quello che stava per dire, scossi la testa in segno di negazione e lo guardai negli occhi, «Non sono una bambina, non provare a dirlo mai più!» lo guardai ancora finché non annuì, tolsi le mani dalla sua bocca e mi misi seduta composta a terra, lo vidi abbassare lo sguardo e si toccò la maglia, notando il buco, «Ma, la mia maglia?!» lo guardai ridendo e gli presi una mano alzandomi con lui, «Dai, è un piccolo buco. Ora però dobbiamo sbrigarci.» lo tirai con me e ci incamminnamo verso il pontile, ci fermammo al culmine del ponte e guardai l'orizzonte, «Allora, hai bisogno di Bludvist, ma almeno la strada la sai?» mi girai a guardarlo e lo vidi titubare, «Dovrei ricordarla, però non ne sono sicuro» spalancai gli occhi guardandolo esasperata, «Scherzi, vero?» mi sbattei una mano sulla fronte facendo uno schiocco doloroso, "Yukine, su non fare così. Vedi che la strada la ricorda, ha solo bisogno che io l'aiuti.", «Lo aiuti tu, allora.», «Con chi stai parlando, Yukine?», mi guardò in modo strano e gli feci segno di lasciar stare.

Verso pomeriggio, mi trasformai in drago, nello stadio età-dimensione, e feci salire in groppa Kar. lo sentivo tremare sulla mia schiena, come se avesse paura di me, di Bludvist e altro. Non gli chiesi nulla e spiccammo subito il volo. Sentivo le sue mani strette alle scaglie sulla schiena, con una stretta salda ma tremante. Aveva paura. «Kar?» non era la mia voce quella che uscì, ma il ruggito di Bludvist trasformato in parole coerenti, a quella parola sentii le gambe del ragazzo stringersi intorno alla mia mole, sobbalzò per lo spavento, «Y-Yukine, sei tu?», feci un leggero cenno con il capo, «Yukine. Dobbiamo volare per almeno 4 ore in questa direzione, poi si dovrebbe intravedere un'isolotto abbandonato. Ci fermiamo lì per mangiare, poi altre 5 ore di volo verso est e dovremmo arrivare a destinazione.», annuii ancora, «Kar, tieniti stretto. Accelero l'andatura così facciamo prima.», percepii la stretta delle sue gambe farsi più forte, sicura, così velocizzai il battito d'ali, muovendomi velocemente nell'aria fresca del mattino.

Ci mettemmo circa 3 ore, se non di meno, per arrivare alla prima isola. Atterrammo senza incidenti, vicino ad un piccolo laghetto, lasciai scendere Kar dalla mia groppa e tornai umana.
«Ahii la mia schiena! Ora vado a fare un po' di legna, tu?», lo guardai sorridendo e gli feci un cenno con il capo verso il lago «Io faccio un po' di pesca, se ci sono dei pesci in questo lago», sorrisi leggermente e lo vidi allontanarsi. Passai l'intero pomeriggio a pescare, chiacchierando con Bludvist nei momenti meno movimentati, riuscii a pescare tre pesci belli grandi e pesanti, ci sarebbero bastati anche per la mattina seguente. Lo vidi arrivare quando il sole era ormai al suo calar, carico di legna e tutto sudato, si accasciò sul tronco che usavo come sedia e scaricò tutto il suo carico. «Sai, bastava anche solo la metà di tutto il tuo carico.», sorrisi leggermente e con una pezza bagnata, che avevo trovato nella mia sacca, gli asciugai la fronte. Finito di rinfrescarlo, mi alzai e preparai il fuoco, poi preparai il pesce e una volta pulito lo misi a cuocere, rosolandolo sulle fiamme calde. «Sembra buono.», si avvicinò al focolare e gli passai il suo pesce ormai cotto. Iniziammo a mangiare silenziosi mentre la notte calava oscurando il cielo su di noi che iniziava a riempirsi di piccole stelle. Iniziai a contare le stelle con la speranza di addormentarmi, fui interrotta dal flebile canto che proveniva dalle mie spalle, mi sollevai e guardai Kar che era intento a canticchiare una canzone della nostra tradizione di vichinghi oltre terra. Sentii tremare la sua voce mentre cantava la strofa sulle battaglie combattute in terre sconosciute, mi avvicinai lentamente a lui sfiorando delicatamente la sua guancia con una mano. Sobbalzò di colpo e mi guardò con i suoi occhi sgranati «Perché piangi?», mi guardò come un padre guarda il suo bambino ancora inesperto «Non riesco a non piangere.», mi avvicinai di più e gli toccai la guancia sorridendo «Allora non cantare e gioca con me!!», ridacchiando continuai a giocare con la sua guancia morbida «Non hai sonno "bimba"?», lo guardai male e subito misi il broncio «Non sono una bimba!!! Ora però si, ho sonno.», gli diedi le spalle e mi misi comoda per poi addormentarmi tranquillamente.

la ragazza dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora