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Il sole illuminava la vivace città, mentre il vento viaggiava tra i grattacieli arrivando fino al secondo piano della Seoul High School.

Nonostante fosse una stanza da dimensioni notevoli, l'aula del quinto anno era occupata da una decina di studenti, quattro file di banchi singoli, vicino alla porta posta su un'ampia piattaforma, la cattedra degli insegnanti e in parallelo a questa, appesa al muro sotto l'orologio, la lavagna sulla quale vi stava scrivendo lentamente e in modo preciso con il pennarello nero il professore di filosofia.
I rumori che emettevano I ragazzi con le proprie penne, il ticchettio delle lancette dell'orologio che tutti fissavano insistentemente e il muoversi della punta del pennarello sulla superficie bianca, risuonavano in quell'ampia aula e riecheggiavano continuamente nelle orecchie della ragazza dai capelli corvini.

Chaeyoung prendeva gli appunti sul suo quaderno nuovo, comprato recentemente da una cartoleria, con qualche cancellatura che si intravedeva tra le prime quattro pagine; la ragazza si soffermò a guardare l'albero che si trovava al di fuori della finestra che cominciava a cambiare colore ed a perdere alcune foglie. Fino a quando il professore attirò la sua attenzione subito dopo che mise il punto a ciò che stava scrivendo - che fece sospirare l'intera classe con ormai il polso dolorante. "Ragazzi studiate per la prossima settimana le pagine riguardanti a ciò che vi ho spiegato, aiutandovi con gli schemi che avete ricopiato dalla lavagna. Ci vediamo il prossimo mercoledì".

Fortunatamente le due ore di filosofia erano concluse, ma nella mente di Chaeyoung riecheggiava quel "Ci vediamo" dell'incontro di due giornate fa. Cosa voleva dire?
Fu l'ultima ad uscire da quelle quattro mura verniciate in bianco latte, ricoperte da alcuni quadri che rappresentavano dei paesaggi variopinti e da alcuni fogli appesi su una lavagna di sughero che incitavano gli alunni nell'iscriversi ai corsi extra scolastici: teatro, pallacanestro, arte, canto, strumenti musicali... assieme al calendario scolastico.

Girò verso destra in direzione della fermata dell'autobus che si trovava a pochi metri dall'istituto, quel giorno come i due giorni precedenti voleva tornare a casa tranquillamente, così mentre aspettava il veicolo si sedette sulla panchina con gli auricolari.
Nel mentre si guardava intorno a lei con la testa che faceva dei piccoli movimenti a tempo della canzone, si sedette accanto a lei un'anziana signora che teneva al braccio destro una busta da spesa dalla quale fuoriusciva il giornale e nella mano invece teneva la stessa carta - per pagare i mezzi pubblici - di Chaeyoung. Prima della signora si erano avvicinate alla fermata anche due ragazze della medesima scuola di Chaeyoung, che si soffermarono al lato della panchina per parlare della giornata trascorsa a scuola.

Chaeyoung e la signora si alzarono dirigendosi verso l'auto, le due studentesse invece presero il loro posto sulla panchina, la giovane aiutò l'anziana a salire e le porse la busta contenente il quotidiano e la spesa fatta dal supermercato che si trovava a due isolati da scuola. Le porte si chiusero dietro le spalle della ragazza che aveva appena posato la propria carta sul macchinario levando così qualche won dall'interno, ma subito si riaprirono per far salire un ragazzo che correva verso ad essa agitando una mano verso l'autista. Il ritardatario rovistò tra le tasche ma non aveva con sé né il biglietto né i soldi, l'autista batteva le dita sul volante impaziente " Sto facendo tardi - si guardò l'orologio da polso - in meno di tre minuti devo raggiungere la prossima fermata." Il ragazzo si morse l'interno guancia
"Glielo pago io" la corvina posò nuovamente il biglietto sul macchinario che produsse il suono per dare la conferma del pagamento. "Grazie" pronunciò alzando il capo, scoprendo il suo volto che precedentemente era coperto dalla visiera del berretto.

Freedom ~Kim Taehyung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora