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I ragazzi, vedendo il tardo orario segnato sullo schermo dei propri cellulari, capirono che era l'orario di dare fine al divertimento e di andare a riposare.

Chaeyoung, decidendo di accompagnare l'ospite al cancello, si mise le scarpe e prese le chiavi. Sorpassate le due porte, prima quella dell'appartamento e dopo quella del condominio, entrambi rabbrividirono al contatto della loro pelle con l'aria notturna.
Il sole lasciò il proprio posto alla luna, come i bambini lasciarono le strade per dare il via libera ai ragazzi che si dirigono verso la propria destinazione: chi in discoteca tra il fumo e l'alcol, chi sul divano davanti ad una serie televisiva e chi con la testa sui libri.

"Grazie Chaeyoung per questo pomeriggio." La ragazza sorrise per poi rispondere " Sono io a dover ringraziarti invece. È passato un lungo periodo dall'ultima volta che mi sono divertita in compagnia di qualcuno." Questa volta sul suo volto non spuntò più un sorriso timido come quello precedente, ma uno malinconico. Il ragazzo vedendo l'espressione di quest'ultima non fece domande per non ferirla, aprì il cancello sistemandosi bene il berretto ed uscì salutando la ragazza con una mano.
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La signora Park stava tornando velocemente verso casa dopo 12 ore di lavoro al suo piccolo negozio di alimentari. La figura piccola e minuta della donna si muoveva velocemente sotto i lampioni delle strade affollate della grande capitale, ad un tratto girò in una strada che rispetto alle vie principali era completamente deserta.

I passi frettolosi si arrestarono all'improvviso alla vista di sua figlia assieme ad un ragazzo misterioso. Parlavano tra di loro, inizialmente ne fu sollevata e felice, finalmente Chaeyoung aveva fatto altre amicizie oltre a Yeeun, ma poi vide lo sguardo di sua figlia incupirsi allora iniziò ad agitarsi. Non sapeva cosa fare.
Si guardò intorno per poi scorgere ad un angoletto della strada una bottiglia vuota di birra che poi afferrò.

La testa era in confusione, le gambe tremavano, piccole goccioline di sudore si formavano sulle mani per poi sfiorare la superficie liscia e fredda del collo della bottiglia rendendola scivolosa. La donna che indossava un paio di pantaloni rossi ed una giacca bianca si trovava ora dietro al muretto connesso al cancello nero. L'oggetto in vetro era inclinato verso dietro vicino ai capelli a caschetto.

Fu una questione di pochi secondi:il ragazzo uscì dal giardino,la signora Park chiuse gli occhi e gridando tentò di colpirlo, ma la bottiglia anziché schiantarsi contro il giovane finì sulla strada.

Taehyung osservava i frantumi di vetro,che dondolavano per stabilire l'equilibrio, con gli occhi sgranati. I pezzetti s'immobilizzarono, Taehyung al contrario iniziò a muoversi cercando di coprire i punti del corpo che erano vittime di una busta azzurra.

"Mamma cosa stai facendo? Fermati!" Chaeyoung si precipitò sulla madre per tenerla ferma. Il ragazzo era appoggiato sul muretto rovinato, la donna piegata sulle ginocchia che riprendeva fiato, la corvina chiedeva scusa al ragazzo mentre insisteva sul capire la motivazione delle azioni della madre. "Scusa, scusa,..." Chaeyoung spostava lo sguardo dalla madre a Taehyung - che si poteva considerare ormai un amico.

"Perché lo hai fatto mamma?" La donna si rimise subito dritta rispondendo "Ti stava infastidendo! Ti ha minacciata?" Prendendo il volto di sua figlia tra le mani continuò "Ti ho vista triste..." allora Chaeyoung iniziò a spiegare la realtà dei fatti alla madre.

Taehyung osservava divertito i gesti impacciati e agitati di Chaeyoung per poi spostare l'attenzione sulla magra figura della signora che gli ricordava la sua nonna, ovviamente non per l'età perché la signora Park ne mostrava sulla quarantina, nonostante alcuni segni delle rughe causate dalla stanchezza, ma glielo ricordava per il suo sguardo preoccupato e per le carezze che dedicava alle mani della ragazza.
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"Chi è?" Chiese l'anziana signora dall'altra parte del citofono. "Sono Taehyung!" La porta si aprì ed una figura poco più bassa di Taehyung in pigiama gli si presentò davanti.

"Taehyung-ah! Che bello, mi sei venuto a trovare finalmente!" Gli occhi lucidi per la commozione brillavano "Ciao nonna." Sussurrò il castano in preda al pianto, circondò le braccia intorno alle spalle della donna per poi stringerla a sé. "Il mio nipotino è diventato più bello e più maturo. I tuoi genitori non mi vengono mai a trovare: tua madre è sempre impegnata al lavoro e non mi chiama mai, tuo padre anche lo è però ogni tanto mi chiama e mi manda i regali."

"Ma perché sei dimagrito così tanto? Sei stanco a causa del lavoro o è quest'ultima a non permetterti di mangiare?" Diceva dispiaciuta accarezzandogli le mani. La nonna vedendo il nipote in difficoltà disse scuotendo la testa "Non importa quale motivo sia, vado a prepararti da mangiare." Lasciò le sue mani dirigendosi verso la cucina cantando il ritornello della canzone RUN cantata dal suo nipote assieme ai suoi amici.
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Ricordando ciò, gli occhi di Taehyung divennero lucidi.

Freedom ~Kim Taehyung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora